Segnalazioni: il Torino Film Festival 2010

Se il Festival di Roma quest’anno si è rivelato abbastanza deludente, quello di Torino – che è iniziato venerdì scorso, e si chiuderà il 4 dicembre – promette di offrire una settimana molto intensa per gli appassionati di cinema. Direttore è come nella scorsa edizione Gianni Amelio, a sua volta grande regista, ed evidentemente capace di dare un’impronta…

molto autoriale alla rassegna (senza grande attenzione a divi di Hollywood, tappeti rossi e titoloni di telegiornale).

Il programma conta un impressionante totale di 234 titoli, fra novità e retrospettive. L’unico botto mediatico sarà in chiusura, con l’anteprima italiana di Hereafter: il nuovo film di Clint Eastwood, un thriller soprannaturale che fa seguito all’apprezzato Invictus (cinebiografia di Nelson Mandela). Se non siete a Torino, invece, potreste riguardare il bellissimo e tristissimo Million Dollar Baby: lo trasmette La7 giovedì sera.

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Un’immagine da “Contre toi”

Tornando al festival, l’onore dell’apertura è spettato a “Contre toi” di Lola Doillon, la prima delle 16 pellicole in concorso (con la giuria presieduta da Marco Bellocchio). Ci sono poi numerose sezioni parallele: “Festa Mobile”, “Rapporto Confidenziale”, “Onde”, “Italiana.Doc”, “Italiana. Corti”, “Figli e Amanti” (ciclo di incontri con grandi protagonisti del cinema italiano, tra cui Verdone, Mazzacurati, Dario Argento). A questi si aggiunge una rassegna completa – la prima in assoluto – dedicata all’opera di John Huston, ed anche la celebrazione di John Boorman (regista dell’indimenticabile “Un tranquillo weekend di paura”). Altri omaggi saranno dedicati a Claude Chabrol e Corso Salani, scomparsi recentemente.

In certi casi, i film di maggiore prestigio sono nelle sezioni parallele (ad esempio “127 Hours” di Danny Boyle, che qualche anno fa stravinse agli Oscar con “The Millionaire), invece che in concorso. Questa sembra essere una precisa strategia da parte di Amelio, che considera – a mio avviso giustamente – il concorso stesso come una sorta di obolo da pagare alla visibilità mediatica, visto che la presenza di una gara serve sempre a stuzzicare la curiosità del pubblico.

Da notare infine che tutto questo, che non sembra affatto poco, viene realizzato con un impegno economico di 2 milioni e 600mila euro. Tanto per dare l’idea: la Mostra Internazionale di Venezia ne spende 12, mentre il Festival di Roma (e qui davvero siamo al ridicolo, visti i risultati) addirittura 13.

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