Il Festival di Roma è in pieno svolgimento: iniziato giovedì scorso, proseguirà per tutta questa settimana e sul sito di Repubblica c’è uno speciale in costante aggiornamento sulla manifestazione. Devo ammettere che tutto il casino dell’inaugurazione, con la passerella trasformata in protesta delle star contro i tagli governativi…
… non mi ha appassionato particolarmente. D’altra parte, i giornali non sembrano avere moltissimo altro da raccontare per il momento: ok Fanny Ardant con il film sui Rom, ok John Landis, ok La Dolce Vita restaurata (che peraltro a Bologna avevamo già visto quest’estate) ma insomma, nel complesso a leggere le cronache si sbadiglia alla grande. Nessuno però ha sbadigliato per l’anteprima italiana di Animal Kingdom, che spero di riuscire a recensire (finalmente!) mercoledì. Stasera intanto ci sarà la proiezione di “The Promise”, il documentario su Bruce Springsteen diretto da Thom Zimny. Sarà presente, pare, il Boss in persona, e nel caso TUTTI parleranno solo di questo: “il red carpet più atteso dell’intera storia del festival”.
Sempre in tema di festival, intanto, a Bologna è in corso l’ottava edizione del Gender Bender: appuntamento dedicato alle riflessioni del cinema sulla sessualità, ed in particolare sulle forme non tradizionali della sessualità (quelle che non piacciono molto alla Cei, per intenderci). Forse non ci sarà Bruce Springsteen, ma il programma è come di consueto ricco di cose interessanti – segnalo in particolare l’anteprima italiana di “Girls and Boys: Sex and British Pop”, documentario in quattro parti prodotto dalla BBC.
In questi giorni, però, il mondo del cinema si occupa soprattutto del venticinquennale di Ritorno al Futuro: la commedia fantascientifica di Robert Zemeckis che risale appunto al 1985, e per l’occasione è ritornato per un giorno nei cinema italiani offrendoci così l’occasione di un inedito sfasamento temporale (un ritorno al… presente?). Poi c’è stata una gran festona a New York per il lancio in commercio dell’intera trilogia in Blu-ray… E chissà cosa succederà nel 2015, che era l’anno dove andava a finire il protagonista!
Ma chiudiamo queste news di inizio settimana segnalando una discussione su tutt’altro argomento: questo bel post su Secondavisione che – dopo aver “confessato” una certa simpatia per il regista Fausto Brizzi – si sofferma sull’attuale stato di una commedia italiana schiavizzata dal garbo.