I grandi caratteristi del Cinema italiano: Nino Taranto

Nino Taranto

…Canta Napoli : Teatro, Cinema, Radio e Televisione..l’indimenticabile Nino Taranto.

Nino Taranto nasce a Napoli il 28 agosto 1907 e giovanissimo entra a far parte del magico mondo del Teatro.

Il Teatro

A soli tredici anni, infatti, debutta al Teatro Centrale di Napoli interpretando quelle che vengono ancor oggi ricordate come le “canzoni in giacca”, ovvero altamente drammatiche.

A venti anni fa una fortunata tournée negli Stati Uniti che al suo rientro in Italia gli permette di finanziare la sua prima compagnia. E’ un clamoroso insuccesso..teatrale e personale.

Al 1933 risale il suo incontro con Anna Fougez (nome d’arte di Maria Annina Laganà Pappacena, una indiscussa diva della rivista sino al 1922) che lo inizia al teatro di rivista di cui Taranto ne sarà talentuoso e fortunato protagonista sino al secondo dopoguerra. In questi anni Nino Taranto regala al teatro il meglio di sé.

Lavora al fianco di personaggi illustri ed estremamente famosi come la Wandissima, Wanda Osiris e Titina De Filippo. Crea i suoi personaggi più famosi tra i quali emerge l’indimenticabile Ciccio Formaggio (grazie anche all’aiuto e alla collaborazione di Cioffi e Pisano) ovvero un uomo non troppo fortunato in amore cui la fidanzata ha dato un evidentissimo taglio alla sua distintiva paglietta.

Nino Taranto "Ciccio Formaggio"

Nino Taranto nel 1955 fonda nuovamente una sua compagnia portando in scena soprattutto commedie di Raffaele Viviani attraverso le quali riusciva a rendere al meglio le sue doti di attore, di comico e di grande interprete.

Il Cinema

Ma nella vita dell’attore non c’è solamente il teatro ma anche il cinema. Il suo debutto sul grande schermo avviene nel 1938 in Nonna Felicita diretto da Mario Mattòli. E questo è solo l’inizio di una proficua carriera cinematografica che conta circa un centinaio di film.

Della sua filmografia non si possono non nominare (e suggerire la visione) film come Anni facili che Luigi Zampa dirige nel 1953 per la cui interpretazione Nino Taranto ottiene il Nastro d’Argento e Accadde al commissariato di Giorgio Simonelli del 1954.

Il sodalizio e l’amicizia con Totò

Fortunatissimo è il suo sodalizio con il Principe della risata Totò al fianco del quale lavora nello spassosissimo Tototruffa ’62 diretto da Camillo Mastrocinque (1961) dove Nino Taranto e Totò sono i re dei travestimenti e della comicità..e della truffa (anche se a fin di bene): come dimenticare l’episodio del tentativo di vendita della bella Fontana di Trevi? I due lavorano ancora insieme in Totò contro Maciste (1962) di Fernando Cerchio e ne Il monaco di Monza che Sergio Corbucci dirige nel 1963, I due colonnelli di Steno (1962). Tale era l’amicizia e la stima fra i due che Taranto per tutta la vita non è mai riuscito a dargli del “tu” ma rispettosamente del “voi” e  fu lo stesso Nino Taranto a pronunciare l’orazione funebre per Totò il giorno del suo funerale:

Amico mio questo non è un monologo ma un dialogo perché sono certo che mi senti e mi rispondi. La tua voce è nel mio cuore, nel cuore di questa Napoli che è venuta a salutarti, a dirti grazie perché l’hai onorata. Perché non l’hai dimenticata mai, perché sei riuscito dal palcoscenico della tua vita a scrollarle di dosso quella cappa di malinconia che l’avvolge. Tu amico hai fatto sorridere la tua città, sei stato grande, le hai dato la gioia, la felicità, l’allegria di un’ora, di un giorno, tutte cose di cui Napoli ha tanto bisogno. I tuoi napoletani, il tuo pubblico è qui. Ha voluto che il suo Totò facesse a Napoli l’ultimo “esaurito” della sua carriera e tu, tu Maestro del buonumore, questa volta ci stai facendo piangere tutti. Addio Totò, addio amico mio. Napoli, questa tua Napoli affranta dal dolore vuole farti sapere che sei stato uno dei figli migliori e non ti scorderà mai. Addio amico mio, addio Totò.

Inoltre, Taranto prima di ritirarsi dal cinema nel 1971 prende parte a diversi musicarelli – diciannove! – accanto a cantanti del calibro di Gianni Morandi ,quasi sempre in divisa militare, dove interpreta – solitamente – un superiore, padre di famiglia all’apparenza burbero e severo ma dal cuore d’oro.

La Radio

Importantissima è stata anche la presenza radiofonica di Nino Taranto dagli anni Cinquanta sino agli inoltrati anni Settanta. In oltre venti anni di radio l’attore fa compagnia al pubblico radiofonico interpretando alcune fortunate e divertenti riviste come La ninotarantella scritta da Nelli e Mangini nel 1954, Biancaneve e i sette Nini di Dino Verde (1955). Interpreta commedie di Viviani come L’imbroglione onesto nel 1961.

Fa carrellate dei suoi personaggi e sketch più famosi come in Mostra personale  del 1958 o ne Il mio spettacolo: Nino Taranto del 1961.

Negli anni Settanta partecipa assiduamente al programma Gran Varietà cui partecipano alcuni degli attori più famosi e talentuosi dell’epoca come Romolo Valli, Rina Morelli e Paolo Stoppa solo per citarne alcuni.

Nel 1977 conduce il programma dedicato alla cultura letteraria e musicale napoletana intitolato Pagine napoletane e nel 1981 presta la sua voce al programma Lezione di farsa, incentrato sui modi e metodi della comicità.

 La Televisione

Ma ad un attore simile poteva mancare una presenza televisiva? Assolutamente no!!

Così dagli anni Sessanta la sua presenza sul piccolo schermo diviene quasi famigliare, naturale, imperdibile e immancabile. Nel 1956 partecipa a Lui e lei e a Lui, lei e gli altri con Delia Scala, prende parte all’edizione 1964 – 1965 del bellissimo Canzonissima.

Nel 1970 presenta con Nino Ferrer e Raffaella Carrà il  fortunato programma Io, Agata e tu riportando in auge la sua vecchia canzone “Agata”.

Quattro anni più tardi prende parte ad alcuni puntate di Milleluci ,varietà condotto dalla “tigre di Cremona” alias Mina e da Raffaella Carrà.

Ma dopo tanto prodigarsi per lo spettacolo e per il suo pubblico Nino Taranto muore nella sua amata Napoli il  23 febbraio 1986…ma ancora oggi il suo volto e la sua inseparabile paglietta che, come un amuleto, tanta fortuna gli ha portato resta immutato negli schermi ancora in bianco in nero e la sua comicità rimane ancora fresca, pulita e davvero divertente.

 

One Response

  1. letizia loffreda

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