Judith Anderson: Un’estate rovente con..le “cattive” di Hollywood..

Questa è la storia di Judith Anderson, uno dei volti più inquietanti ed enigmatici che la Storia del Cinema (e del Teatro) ci abbia mai regalato! Judith Anderson, il cui vero nome è Frances Margaret Anderson, figlia di Jessie Margaret e James Anderson nasce in Australia, ad Adelaide il 10 febbraio 1897.

Si iscrive alla Norwood High School, dove, ancora adolescente muove i suoi primi passi come attrice prima di trasferirsi e di studiare ufficialmente recitazione a New York (1918).

Il debutto e il Teatro di Dame Judith Anderson

judith anderson

Frances, infatti, inizia a calcare le tavole di un palcoscenico all’età di diciassette anni facendosi chiamare Francee Anderson, con la compagnia diretta dall’attore Julius Knight, dove recita nella pièce dal titolo A Royal Divorce. La giovane attrice tenta la strada verso il successo ma con scarsi risultati fin quando decide di fondare una propria compagnia per la stagione 1918-1919.

..E finalmente arriva Broadway

Judith Anderson ne "I dieci Comandamenti"

L’attrice finalmente riesce a fare il suo debutto a Broadway, considerato il Tempio del Teatro e decide, così, di adottare definitivamente il nome d’arte di Judith(che poi manterrà lungo tutta la sua lunga e fruttuosa carriera).

Il successo è arrivato! Negli anni Trenta, infatti, Judith Anderson viene annoverata tra le attrici di teatro più amate e stimate del periodo. Ed è giusto ricordare che ha preso parte, nel 1931, alla prima rappresentazione americana del testo firmato da Luigi Pirandello Come tu mi vuoi. Molta è la sua attenzione per il Teatro, soprattutto italiano, rendendo omaggio, ad esempio, al “nostro” Luigi Chiarelli interpretando il suo testo dal titolo La maschera e il volto.

Teatro, Teatro…e ancora Teatro!!

Foto con dedica di Judith Anderson

Nel 1937, Judith Anderson si unisce alla compagnia Old Vic dove recita per lo più testi scespiriani…e tra i suoi colleghi troviamo un giovanissimo di sicuro talento: il futuro Sir Laurence Olivier.

In seguito, negli anni Quaranta, la sua attenzione si focalizza particolarmente sul Teatro di Cechov e su quello classico di Euripide del quale porta in scena una fortunatissima Medea per la cui interpretazione ottiene l’Oscar del Tetro: un Tony Award come Migliore Attrice.

Dopo un pausa dovuta anche alla su fortunata incursione nel Cinema la Anderson torna a teatro negli anni Settanta. Nel 1970, infatti, realizza uno dei suoi tanti progetti: essere Amleto nella tragedia omonima scritta dall’inglese Shakespeare ottenendo un enorme successo bissato, poco dopo, dalla sua Medea per la cui interpretazione ottiene una Nomination ai Tony Award.

Intermezzo: Matrimoni e strani amori.. Hollywood mormora

Judith Anderson

Nonostante i suoi numerosissimi impegni artistici Dame Judith Anderson lascia del tempo da dedicare al suo cuore. Ed è proprio tra il 1937 e il 1951.. gli anni del culmine del suo successo che si consumano i suoi due matrimoni..entrambi falliti. Il primo la vede unita a Hartison Lehmann che sposa nel 1937 e da cui divorzia solo due anni dopo; il secondo e ultimo la vede sposa di Luther Greene dal 1946 al 1951.

Ma ad Hollywood le voci corrono: si dice non abbia avuto figli perché lesbica e molto si diceva riguardo la sua (presunta?) omosessualità..ad esempio di una (altrettanto presunta) relazione con Agnes Moorehead ..ricordate la strega Endora, madre di Samantha nel telefilm Vita da strega?..però..nessuno doveva sapere!

 … l’arrivo a Hollywood della Signora delle scene!

Judith Anderson e Joan Fontaine in "Rebecca, la prima moglie"

Se a teatro Judith Anderson è riuscita ad avere un incredibile successo grazie al suo indiscusso talento..questo sembra non essere sufficiente nel mondo della Settima Arte dove anche una certa presenza fisica è richiesta..se non obbligatoria (ahinoi!) E Judith Anderson in questo non è stato affatto aiutata tanto che la sua carriera è stata molto condizionata da quel suo aspetto così austero, severo, androgino, quasi mascolino, quei tratti così pronunciati e quel volto così duro.

..Rebecca la prima moglie: l’ambiguità è femmina


Ma nonostante questo il successo arriva anche da Hollywood quando Alfred Hitchcock la sceglie per interpretare, al fianco di una verginea Joan Fontaine e un affascinante Laurence Olivier, il ruolo della governante – dai forti tratti omosessuali e affetta da una seria pazzia –  Mrs Danvers. La sua prova d’attrice è talmente convincente da farle ottenere una Nomination agli Oscar come Migliore Attrice non Protagonista.

Questo ruolo, però, se da una parte le offre la notorietà che merita dall’altra la relega a ruoli stereotipati e non troppo diversi gli uni dagli altri come accade per Il diario di una cameriera (1946) di Jean Renoir e ne Le Furie di Anthony Mann (1950) dove è accanto alla bravissima Barbara Stanwyck e Walter Huston..solo per fare pochi esempi.

Come dire “no” alla televisione?

Judith Anderson ed Elizabeth Taylor ne "La gatta sul tetto che scotta"

Neanche Judith Anderson riesce a rifiutare l’invito del piccolo schermo..proprio come è accaduto, e accadrà di lì a poco, a molte sue colleghe: Lucille Ball, Barbara Stanwyck, Doris Day… Così, decide di prendere parte ad alcuni film girati appositamente per la televisione senza, però, abbandonare il grande schermo.

Ed è in questo periodo che prende parte, nel 1956, a I dieci comandamenti dove, a dirigerla nel ruolo di Memnet, c’è il Maestro Cecil B. De Mille. Ma poco tempo dopo la vediamo, ai giorni nostri (cioè di allora) recitare ne La gatta sul tetto che scotta, film del 1958, che Richard Brooks trae dall’omonimo e fortunato dramma scritto da Tennessee Williams.

Un’attrice sperimentale e innovativa..una vera pioniera!

Judith Anderson in "Star Trek III: Alla ricerca di Spock"

Judith Anderson nella sua lunga e fortunata carriera, soprattutto verso la fine, sembra essere instancabile e avere una gran voglia di sperimentare e sperimentarsi in ruoli e personaggi sempre diversi anche se a lei – apparentemente – lontani ed estranei. Ed è proprio con questo spirito che, nel 1984, accetta di prender parte a Star Trek III: Alla ricerca di Spock di Leonard Nimoy, dove la vediamo vestire i panni della principessa ‘T’Lar.

E questa è stata la sua ultima apparizione cinematografica, dopo una fugace incursione nella soap-opera Santa Barbara e muore, ironia della sorte, proprio in questa città il 3 gennaio 1992.

Termina qui la biografia e la storia di questa cattiva di Hollywood. Se vuoi seguire quest’appuntamento in modo costante, ti consiglierò ogni volta un’altra Diva e cattiva di Hollywood da leggere. Prova ad esempio a dare un’occhiata alla prima biografia di questa serie dedicata ad Ava Gardner.

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