Un affare di famiglia è un film del 2018 diretto da Hirokazu Kore’eda con protagonisti Kirin
Kiki, Lily Franky, Sōsuke Ikematsu, Sakura Andō e Moemi Katayama. Vinse la Palma d’oro
al Festival di Cannes del 2018 ed inoltre è disponibile in streaming su Prime Video.
Un affare di famiglia
La trama del film ruota attorno ad una famiglia che non ha legami di sangue, ma si sono
scelti a vicenda. Un giorno trovano una bambina, Yuri, dal viso triste poiché i genitori non la
considerano e la trattano male. Decidono di portarla via, a “casa” loro e di crescerla come se
fosse un altro membro della famiglia…
Che bello sarebbe potersi scegliere
Un affare di famiglia è un film strano, bizzarro, al limite del surreale. Sul fatto che vi sia una
famiglia senza legami di sangue non c’è nulla di strano, ma l’entrata in scena della piccola
Yuri sconvolge tutto. Parliamoci chiaro, è un rapimento, senza nemmeno tanti fronzoli. Che
poi la bambina si trovi bene coi “rapitori” è un altro discorso, i veri genitori per due mesi non
ne denunciano nemmeno la scomparsa, quindi figuriamoci…
Il regista riesce a far passare
un crimine come un rapimento, come un gesto dettato dall’amore. E sembra davvero irreale
se ci si ferma a pensarci su, un mondo a parte… La “famiglia” di Kore’eda gode di un grande
senso di appartenenza, si proteggono a vicenda, si amano l’un l’altro e vivono facendo ciò
che sanno fare meglio, ovvero rubando.
Vivono in una “casa” piccolissima, non hanno nulla
di valore se non la pensione della “nonna“, ma pur avendo poco e niente sono felici. Sono
felici per davvero. È una felicità che noti dai loro volti, dai loro sguardi e dalle loro parole,
ricche d’amore.
Yuri non era abituata a tutto ciò, quando faceva qualcosa di “sbagliato”
veniva picchiata. Ma riescono a farle capire, con una delicatezza da sciogliere il cuore, che
chi ti ama non ti picchia. Non esiste “ti picchio per il tuo bene“. Quanto sarebbe bello potersi
scegliere? La famiglia di Kore’eda si è scelta, così come ha scelto di vivere in un mondo
isolato dettato dalle loro leggi. Famiglia vuol dire appartenere a qualcuno, ma non sempre
si può scegliere.
Il bello e il brutto di una bugia “bianca”
Un affare di famiglia si potrebbe dividere in due tempi, un primo tempo in cui la felicità fa da
padrone in un contesto familiare surreale e a tratti “fantascientifico“. Nel secondo tempo,
tutto crolla ponendo tutti i componenti della famiglia davanti all’inevitabile conseguenza della
vita, bisogna assumersi le responsabilità delle proprie azioni.
Per quanto Nobuyo ami
incondizionatamente la piccola Yuri, non è la vera madre e agli occhi della legge deve
pagare per il suo crimine. A noi spettatori piange il cuore, perché sappiamo che una mamma
non è solo colei che ti mette al mondo ma colei che ti cresce con amore.
Se nella prima
parte l’atmosfera è “calda“, accogliente, anche divertente, nella seconda parte Kore’eda
rende tutto più soffocante nonostante lo spazio non sia più ristretto ma più ampio. C’era più
felicità ed armonia in una minuscola casa, l’aria aperta che li pone davanti a verità
volutamente offuscate, paradossalmente gli toglie il respiro. Un affare di famiglia mostra il
bello e il brutto di una bugia bianca, ne accetta le conseguenze dipingendo un mondo
fantastico in cui famiglia vuol dire amarsi, anche senza legami di sangue. È un film diretto,
pungente, onirico, che tutti dovremmo vedere almeno una volta nella vita. Un affare di
famiglia è quel sogno di chi sceglie di appartenere all’amore.
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