The wolf of Wall Street: Poker d’Assi! – C’è chi costruisce lunghi prologhi all’inizio di un film per addentrarsi in una storia, in un personaggio, raccontando il suo passato o partendo dal futuro. È quello che ci si potrebbe aspettare da un film come questo, della modica durata di 179 minuti. Eppure non è così.
Martin Scorsese, che dirige qui il suo film più lungo (un minuto in più rispetto a Casinò), decide di gettare gli spettatori subito nel vivo della storia di Jordan Belfort, broker di successo a Wall Street, interpretato da un immenso e sempre più convincente Leonardo Di Caprio, vincitore di un Golden Globe per questo ruolo e fresco di nomination all’Oscar.
Alla sua 25esima pellicola di finzione, Scorsese decide di riproporre alcuni dei temi cari e presenti nel suo cinema migliore ricercando una strada narrativa e stilistica innovativa e puntando ancora una volta tutto su un copione saldo e brillante e su un cast di primo piano. Dal 23 Gennaio è al cinema The wolf of Wall Street.
The wolf of Wall Street
Il film narra l’ascesa al potere finanziario del broker Jordan Belfor (Leonardo Di Caprio; Django Unchained, Shutter Island) e il suo inevitabile crollo successivo, sostenuto sempre dall’amico Donnie Azoff (Jonah Hill; L’arte di vincere, Facciamola Finita) e la seconda moglie Naomi (Margot Robbie; Questione di tempo).
Trailer del film
Cast all stars
Scorsese qui produce insieme a Di Caprio, colui che più di tutti ha voluto portare avanti l’adattamento del romanzo dello stesso Jordan Belfort per anni fino a ritrovare nel fedele amico Scorsese la via migliore per far crescere il potenziale della storia, già di per sé fin troppo sopra le righe. Accanto a Di Caprio torna un Jonah Hill che tenta di proseguire la strada iniziata con L’arte di Vincere, e appena nominato all’Oscar come miglior attore non protagonista, e che dimostra di essere maturato e di poter seguire una strada parallela e più autoriale accanto ai film demenziali che lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo.
Qui lo troviamo nei panni del fedele collega e amico di Belfort. Una piccola parte è riservata anche a Matthew McConaughey che, ricordando sempre di ringraziare William Friedkin per il ruolo datogli in Killer Joe (2011), primo ruolo maturo e drammatico da protagonista della sua carriera, dimostra ancora una volta (come in Dallas Buyers Club) di mostrare il suo lato comico in chiave drammatica senza mai strafare e restituendo perfettamente il personaggio che vuole descrivere. Qui ricopre il ruolo di “maestro” di Belfort e colui che gli concede il suo primo lavoro a Wall Street e gli esplicherà le regole del gioco.
Nel resto del cast troviamo anche gli attori e registi Jon Fraveau e Spike Jonze, oltre alla bellissima Margot Robbie, nel film seconda moglie di Belfort, Kyle Chandler (Super 8) in quelli di un poliziotto che indaga sulla legalità della sua attività e Jean Dujardin (The Artist) in quelli di un banchiere svizzero cui Belfort chiede aiuto quando le cose in America iniziano a complicarsi.
Lezione di Cinema
Scorsese riesce sempre ad andare “oltre”. Alla fine di ogni suo film si pensa di aver raggiunto il limite cinematograficamente possibile per poi scoprire, durante la pellicola successiva, che in realtà non era così. Anche questo film non è da meno: la smania di perfezione nella messa in scena e la costruzione storica di quel periodo degli anni ottanta a Wall Street, la voglia di mostrare e dimostrare il lato oscuro e sporco di Wall Street e dei suoi lupi che vivono e costruiscono l’America grazie alle spalle e all’ingenuità della gente comune. Interessante anche i molteplici richiami al mondo animale: dai lupi citati sin dal titolo, al leone (il marchio della società che fonda Belfort, il coraggio di agire), dalle scimmie (i lupi che ansimano continuamente nel tentare di vendere azioni) al toro (simbolo di Wall Street).
La macchina da presa di Scorsese si muove continuamente a gran velocità tentando di non perdere nulla di tutto il caos che vuole mostrare quasi come strafatta tanto quanto i personaggi che rappresenta, in questa commedia nera dove il montaggio è perfettamente funzionale, l’utilizzo delle musiche perfettamente in sintonia e dove, tra un richiamo inevitabile a Quei Bravi Ragazzi e una citazione esplicita al Gordon Gekko di Wall Street, si ci immerge in tre ore di splendida follia dove però Scorsese non dimentica mai da che parte stare, mai assecondando il suo protagonista ma eccedendo volutamente in chiave comica/demenziale la sua figura che, ovviamente, positiva non è (avrebbe tanto da imparare da lui il Michael Bay di Pain e Gain!).
Ancora una volta la coppia Scorsese – Di Caprio segnano un punto pieno a loro favore e restituiscono al pubblico una performance di grande cinema dove ogni sua parte, tecnica o artistica, si compenetra perfettamente e gioca un ruolo fondamentale al fine di dimostrare che anche una storia già raccontata o di cui si conosce la fine può essere affrontata in modo nuovo e originale, stupendo lo spettatore e riempiendo il cuore e la mente.