Cercasi amore per la fine del mondo: la ricerca di un’emozione

Dopo continui posticipi per la distribuzione italiana, arriva nelle sale la commedia drammatica che narra la fine del mondo da una prospettiva lontana dai vari “Indipendence Day”, “Armaggedon” o “2012”. Arriva nelle sale, distribuito da M2 Pictures, Cercasi amore per la fine del mondo.

Trama

La fine del mondo sta per incombere. Dodge (Steve Carell; Il matrimonio che vorrei, Little Miss Sunshine) è un uomo depresso e solo che è stato appena lasciato dalla moglie.

Penny (Keira Knightley; A dangerous method, Last night) è una ragazza sola, estroversa ed emotiva che intraprende un viaggio con Dodge: lei per riunirsi alla famiglia, lui per raggiungere l’amore perduto del liceo. Il viaggio li farà conoscere sempre più mentre il resto del mondo si prepara all’inevitabile impatto…

Trailer del film:

Dall’idea alla resa

Da una sceneggiatura originale della regista Lorene Scafaria, al suo primo film da regista, lo spunto leggero e fascinoso che da oltre un anno viene mostrato dai vari trailer era davvero intrigante.

I due interpreti protagonisti risultano una coppia inedita e frizzante con uno scambio di ruoli che mostra uno Steve Carell di solito divertente qui drammatico (è possibile vederlo in vesti drammatiche anche ne “L’amore secondo Dan” o “Little Miss Sunshine”) e pieno di sentimenti ed una Keira Knightley sempre in costume qui divertente e divertita.

Ma questo non basta a rendere il film una piccola perla della commedia americana. Il problema più grosso qui, infatti, non sta nell’interpretazione, né tanto nella regia o nell’idea. Sta soprattutto nella sceneggiatura e nei dialoghi.

Nè carne nè pesce

Sin dai primi frame del film siamo di fronte al “solito” Steve Carell, uomo di mezza età mollato dalla moglie che deve riprendere possesso della sua vita ed andare avanti. Al di là del discorso attorno alla fine del mondo, già dopo pochi minuti la brillantezza comica che poteva scaturire da eventi e situazioni va a spegnersi sempre più per sostituirsi a note più drammatiche legate alle storie dei due protagonisti che comunque sanno sostenere i ritmi dei vari generi in cui cercano di nuotare.

La storia prosegue, abbozzando attimi di sorrisi accanto ad altri più emotivi per poi spingersi, assiduamente, nell’ultima mezz’ora di film in un continuo ricalco emotivo per spingere il pubblico ad apprezzare e creare un contatto con i due protagonisti forse, perchè no, proprio per le carenze sulla carta.

Cosa rimane?

Per quanto l’incipit sia notevole, per quanto i due protagonisti funzionino perfettamente per le loro differenze recitative e caratteriali, per quanto la scelta conclusiva della sceneggiatura possa rimanere nel cuore, ciò non basta a rendere questa commedia una perla né di scrittura né di regia, dove la Scafaria si mostra capace ma pur sempre ancora acerba.

E forse proprio questa carenza ha portato la stessa a decidere di toccare più generi e più corde emotive affinché nella resa finale potesse funzionare la buona idea del soggetto. Ma, purtroppo, nulla di più.

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