Luc Besson torna con The Lady: la signora della pace

L’Orchidea d’acciaio che ha sfidato la dittatura per amore della libertà. È un film che – in particolar modo in questo momento storico e sociale – va assolutamente visto..sarà lui a spalancarvi i cuori e le menti.

Locandina del film

Amore. Patria. Famiglia. Libertà. Tenacia. Un pizzico di orgoglio. Storia. Tutto questo unito a un regista impeccabile e a un cast eccezionale ha fatto sì che questo film si trasformasse in una perla del cinema contemporaneo.

Luc Besson è riuscito perfettamente e magistralmente nella creazione di questo film che ripercorre la vita di Aung San Suu Kyi (Michelle Yeoh), Premio Nobel per la Pace nel 1991, attivista e promotrice della democrazia in Birmania attraverso la non violenza che, dopo circa venti anni trascorsi agli arresti domiciliari, torna finalmente “libera”.

Ma ciò che rende speciale e unico questo film è il fatto di non essere un film politico proprio secondo le vere intenzioni del regista. È un film sull’amore in ogni sua sfaccettatura e forma: per un uomo, ovvero per il marito di Suu (che così viene affettuosamente chiamata nel film), il professore di Oxford Michael Aris interpretato da un bravissimo e misurato David Thewlis (impegnato anche nel ruolo del fratello gemello di Michael); quello per i figli – Kim (Jonathan Ragget) e Alexander (Jonathan Woodhouse); quello per la sua terra, la Birmania, e il suo popolo; quello per un ideale di Libertà.  Aung San Suu Kyi ha fatto del suo “credo politico” il centro della sua vita seppur l’abbia costretta a umiliazioni, ricatti, dolori atroci e alla lontananza forzata dalla sua famiglia che risiede in Inghilterra.

Trailer del film

Ma “la Signora” – è così che la chiamano in Birmania perché non osano nominare il suo nome – non si è mai arresa, ha letteralmente affrontato i fucili e i soldati per amore della Libertà e della Democrazia decidendo di non essere al capezzale del marito che sta per lasciarla per sempre.

Michelle Yeoh in una scena del film

Un film difficile

Dalla sua parte questo film – che tra l’altro è stato presentato alla scorsa edizione del Festival Internazionale del Film di Roma – , oltre ad avere un alto valore morale e cinematografico, ha anche un altro pregio: il fatto di essere stato creato in condizioni assolutamente difficili per ciò che riguarda la reperibilità di materiali, scritti, testimoni, persone vicine alla figura di Aung San Suu Kyi. Dei sopravvissuti ai massacri passati nessuno o quasi –  mantenendo l’anonimato – ha avuto il coraggio di parlare e per di più in Birmania le così severe restrizioni non hanno permesso alcun tipo di lavoro, comprese le riprese. Ma Luc Besson non si è arreso e dopo tre anni di lunghe ricerche, di studi e di stesura della sceneggiatura ha realizzato questo bellissimo film che, alla conferenza stampa, ha descritto come “un lavoro di grandioso rispetto per avvicinarsi alla verità”. È rimasto ammaliato da questa minuta donna, di come “soli cinquanta chili sono riusciti a spaventare trecentomila soldati” e che reputa “eccezionale, immortale” e che quando le ha chiesto se vedrà il film si è sentito rispondere  “solo quando sarò abbastanza forte”.

Un film dedicato alla Signora della Pace

Michelle Yeoh in una scena del film

Michelle Yeoh in una scena del film


The Lady è un film da non perdere è un poetico e ardente canto alla Libertà in ogni sua forma, all’Amore universale, alla forza di una Donna che non dimentica di essere moglie e madre. È un film in cui gli attori sono tra loro in perfetta armonia, sorretti da una buona sceneggiatura senza vuoti né punti morti. In ogni frase, in ogni dialogo le parole essenziali riescono a dire molto di più del valore superficiale conferendo ancor più pregio a un lavoro così umanamente e psicologicamente  vissuto.

Michelle Yeoh è bravissima nell’interpretare Aung San Suu Kyi (la somiglianza è schiacciante!), cui ha saputo rendere grazia, eleganza, fermezza e audacia senza mai strafare, perdere l’equilibrio o il focus dell’azione. Tutti gli interpreti hanno dato il meglio di sé in quest’opera, sia nelle parti più importanti che in quelle minori senza mai perdere il loro obiettivo.. recitare per far brillare La Signora della Pace che, sicuramente, resterà fra le migliori regie del francese Besson.

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