Scappa – Get Out: quando Horror e politica s’incontrano

Scappa – Get Out è un film del 2017 diretto da Jordan Peele, qui alla sua prima regia. Nel cast figurano Daniel Kaluuya, Allison Williams, Bradley Whitford, Catherine Keener e Caleb Landry Jones.

Il regista fu premiato per la miglior sceneggiatura originale agli Oscar del 2018, consolidando il successo della pellicola anche dal punto di vista commerciale.

Get Out locandina

Scappa – Get Out

Chris Washington e la fidanzata, Rose Armitage, decidono di passare il weekend a casa della famiglia della donna. Nonostante il caloroso benvenuto, l’attenzione del ragazzo è rivolta ai singolari comportamenti dei domestici nella tenuta, entrambi afroamericani. La tensione sale e una sequela di eventi insoliti, scandisce le ore che separano Chris da una macabra verità.

Trailer ufficiale di Scappa – Get Out

Cinema di genere e coraggio

Non è mai facile coniugare cinema di genere e attualità: il rischio di scadere nel banale o di incorrere in forzature è alto, così come la possibilità di generare comicità involontaria. Coraggioso è colui che si avventura lungo tal sentiero, contornato da insidie d’ogni sorta. Fortunatamente per noi, Jordan Peele, comico statunitense di colore, percorre il tracciato con intelligenza e arguzia, servendosi di una trama semplice quanto efficace.

Get Out regista
Jordan Peele

Etnia e inquietudine

Il nucleo centrale della sceneggiatura, sviluppata dallo stesso cineasta, è il tema razziale: corposo e denso di risvolti che solleticano la curiosità dello spettatore. Nonostante l’argomento si presti a una moltitudine di sfaccettature, complici mole e profondità dello stesso, il tutto viene filtrato attraverso stereotipi funzionali alla narrazione, tensione e sfumature di humor nero.

Gli elementi citati consentono alla vicenda di acquisire maggior dinamismo, impattando sul ritmo dell’opera, il quale si fa a volte più concitato e a tratti maggiormente disteso. Questo continuo saliscendi si dimostra funzionale per inculcare turbamento nell’animo del fruitore, parimenti accostato all’ansia del protagonista: entrambi si ritrovano infatti, imbrigliati in ambienti sinistri e sospetti, seppur apparentemente idilliaci.

Buon viso a cattivo gioco

Peele lavora proprio sul tratteggio di un luogo perfetto, accogliente e sereno: la villa nella quale risiede la famiglia di Rose è immersa nella natura e affaccia su un lago, lontana dal frastuono cittadino. I parenti svolgono impieghi redditizi e la cerchia di amici è composta esclusivamente da persone facoltose, appartenenti all’élite borghese.

Benché tali caratteristiche si rifacciano all’archetipo caucasico e rischino di delineare un circolo ristretto, chiuso all’estraneo, ecco che avviene l’inaspettato; costoro si dimostrano difatti particolarmente socievoli nei confronti di Chris, intraprendendo conversazioni a tratti grottesche.

Get Out protagonista
Daniel Kaluuya nei panni di Chris

I cliché introdotti acquisiscono forza nel momento in cui, il cineasta, decide di servirsene per annientare proprio le categorie rappresentate, gruppi pervasi da contraddizioni e votati a scopi inumani. La facciata liberale crolla sotto i colpi di ciò che è insito nell’ideologia più malata e viscerale, ovvero tramutare il corredo genetico, in sofisticato tornaconto personale.

L’autore denuncia apertamente il perbenismo dell’uomo occidentale giocando sul lato oscuro di quest’ultimo, il più pericoloso e infimo. Abbracci e sorrisi camuffano la volontà di sfruttare il prossimo al fine di tagliare un traguardo tanto agognato.

La tecnica aiuta gli audaci

Oltre alla narrazione, è proprio la regia a esplicitare le sensazioni e il terrore dei personaggi: le lacrime che rigano il volto di Chris, la gioia di Rose o gli occhi spalancati dalla paura, vengono valorizzati da un’ampia gamma di primissimi piani e dettagli, volti ad accrescere quel sentore di disagio che permea la produzione.

La macchina da presa è vicina al personaggio e, spesso, gli stacchi di montaggio alternano il viso del nostro a quello di un comprimario. Lenti movimenti di camera procedono sinuosi, divenendo un tutt’uno con la colonna sonora, più che mai azzeccata.

Get Out protagonisti
Daniel Kaluuya e Allison Williams sul set

Intrattenimento e politica in Scappa – Get Out

Per concludere, in ScappaGet Out, Jordan Peele integra messaggi socio-politici in un contesto cinematografico di genere ben congegnato, arricchito da numerosi cenni provenienti dalla storia o dalla cultura pop e coerente col tipo di narrazione adottata.

Invero, un’ottima scrittura amalgama horror/thriller e humor, bilanciando lucidamente degli ingredienti che rendono appetibile il film a più generazioni. Lo scopo è proprio questo: trattare tematiche fortemente ancorate al suolo americano (e non solo), facendo leva su un intrattenimento popolare di buon livello, missione compiuta.

Grazie per l’attenzione, continua a leggere gli articoli della rubrica horror da me curata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *