Vedrete un Robin Williams come non lo avete mai visto. Veste i panni di Sy, un uomo fragile e abbandonato alla solitudine. La sua unica anima gemella è la macchina fotografica che lo rallegra, lo diverte e lo appassiona. Il lato oscuro della vicenda è drammatico. Ossessionato dalla visione di una famiglia perfetta, dell’amore corrisposto e dei legami solidi inizia ad appassionarsi alla vita di una cliente abituale del negozio di foto, Nina. Lui nutre il desiderio incontrollabile di fare parte di quella famiglia apparentemente perfetta se la si guarda dall’esterno. Guardandola con occhi realistici, quella famiglia è satura di tradimento.
L’autenticità del loro rapporto è velato dalle fotografie che mostrano un’apparente felicità coniugale. Scoprirà purtroppo che il marito di Nina la tradisce ed inizierà ad avere un atteggiamento ossessivo e morboso nei confronti della famiglia. La situazione si snoda attraverso le sue manie e ci trattiene davanti allo schermo quasi come fosse un thriller.
Critica
Fotografia di famiglia. Ossessione di un solitario. La sua squallida vita deserta si consuma tra le pareti di un centro commerciale e si riempie l’anima di un vissuto che non è il suo. Si colma degli scatti felici di altre persone, e fa implodere le sue pulsioni represse nel piccolo appartamento dove vive da solo.
La monotonia nella vita di Sy è disfatta dall’arrivo di una cliente che lo appassiona e lo coinvolge in un quadretto familiare apparentemente felice. Il suo stato d’animo è quello di uno zio che vuole occuparsi della sua famiglia preferita. Si accontenta di prelevare l’apparente serenità delle fotografie che custodisce gelosamente come se si trattasse di sua moglie, di suo figlio.
Tutto fino a quando la verità non sarà svelata. La solitudine è un sentimento che rende deboli e impotenti all’apparenza, ma se la rabbia sosta repressa per lungo tempo nella vita di un uomo, allora diviene un’ossessione maniacale.
Questo film ci mostra come l’alienazione dal mondo e la disarmante solitudine di un uomo possano comportare complicazioni ai limiti dell’immaginabile e soprattutto ci mostra come l’apparenza inganna. Una famiglia all’apparenza felice nasconde in realtà tradimento, un fotografo gentile occulta comportamenti devianti.
Un film bellissimo.
ma ciau, bella rece complimenti! 😉
one hour photo se vogliamo rientra in quel periodo in cui robin williams ha fermamente ricercato ruoli drammatici negativi, insomnia, one hour photo e the final cut sono stati di fatto consecutivi dal 2002 al 2004.
se ti piace particolarmente questo (mitico!) attore ti consiglio il sottovalutato bicentennial man che magari avrai già visto, anche perchè spesso riproposto in tv, mentre è davvero un capolavoro da non perdere good morning, vietnam.
se non hai visto good morning, vietnam… rimedia! 😛
okok ‘pito me ne vado ehm…
ciau a presto,
Marco Michele
CN
ciao Marco grazie per i consigli!
Spero continuerai a seguirci…e se ti va di mandarci una tua recensione contattaci pure.
Saremo felici di pubblicarla!
Grazie Marco, seguirò i tuoi consigli!!