Recensione: “Scott Pilgrim vs. the World” di Edgar Wright

“Che strano…” – “Cosa?” – “Le biblioteche mi ricordano i tempi della scuola”. Scott Pilgrim vs. the World è pieno di scambi di battute come questo qui, ed infatti è una commedia con forti toni demenziati a partire dai titoli di testa (con il jingle della Universal storpiato da una suoneria elettronica ad 8 bit). Ed è anche un film che ha molto di fumettistico, essendo tratto dall’omonima graphic novel: in continuazione lo schermo si riempie di onomatopee colorate…

… ad illustrare pensieri ed esclamazioni varie, e spesso compaiono addirittura didascalie – manco fossimo ai tempi del muto – che commentano le azioni dei personaggi. Fra i quali spicca ovviamente lo stesso Scott Pilgrim (interpretato da Michael Cera quello-di-Juno), un ragazzo di Toronto che ha 22 anni, suona in una band locale Indie, abita con un compagno di stanza gay, indossa magliette degli Smashing Pumpkins, ed a parte questo non si capisce bene cosa faccia nella vita: cioè, vorrebbe sfondare con la musica, ma in pratica la sua attenzione è concentrata sulle beghe sentimentali. La storia è abbastanza originale perché dichiara subito la propria estraneità tanto all’ambiente scolastico – tanto che il protagonista viene preso in giro perché “esce con una liceale” – quanto a quello universitario. Così il regista (Edgar Wright, rivelazione) può tagliare via d’un colpo tutti gli obbligatori stereotipi della teenage e della college comedy; mentre gli elementi realistici sono continuamente mischiati a quelli assurdi (mischiandosi gli uni con gli altri).

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Alla fine Scott Pilgrim vs. the World diverte davvero, anche al di là delle risate che ci sono, non si può non ammirare la genuina creatività ed il ritmo incessante delle sue trovate. Io l’ho visto praticamente subito dopo The Social Network: opere diversissime, ovviamente, che però sono accomunate dal tentativo di raccontare (in forma molto coinvolgente direi) il mondo dei giovani nordamericani a cavallo tra il decennio appena concluso e quello appena iniziato. Di là c’era proprio il Web a fare da collante sociale, qui la competenza informatica è un po’ più scarsa:

– “L’indirizzo di Amazon punto ca”

– “amazon.ca”

– “Dice che o ricevuto una mail! La sto per leggere”

– “E’ incredibile di cosa siano capaci oggi i computer…”

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