“Cyrus”, di Mark e Jay Duplass

Si era accennato martedì al nuovo film dei giovani e talentuosi fratelli Duplass, che sono ancora poco noti in Italia e forse meritano due parole di introduzione. Mark e Jay sono nati a New Orleans rispettivamente nel 1976 e 1973, e con i loro film precedenti – The Puffy Chair del 2005, e Baghead del 2008 – si sono fatti apprezzare come alfieri del cosiddetto mumblecore.

Come si spiega più diffusamente qui, questa tendenza si contraddistingue principalmente per tre elementi: il bassissimo budget, l’improvvisazione dei dialoghi, e la straripante verbosità da cui deriva il nome (mumble mumble è l’espressione onomatopeica che nei fumetti denota il rimuginare troppo sulle cose).

La trama

Ma veniamo a questo loro terzo film, Cyrus. La storia che racconta sarebbe quella di una tipica commedia, che inizia con un uomo (John, interpretato da John C.Reilly) in piena crisi esistenziale: la sua ex-moglie Jamie (Catherine Keener) si sta per risposare, mentre lui non è ancora riuscito a farsi una ragione del loro divorzio. Per tirarlo su e fargli fare nuove conoscenze, Jamie ed il fidanzato trascinano John ad una festa, ma il risultato sembra l’opposto di quello che speravano. Lui è palesemente depresso, oltre che bruttarello e stempiato, così i suoi approcci durante la serata sono disastrosi: finché viene clamorosamente “rimorchiato” da Molly (Marisa Tomei), una MILF coi fiocchi che è attratta dalla sua sincerità.

Tra i due comincia fin da subito una storia che sembra senza problemi, fino a che entra in scena il figlio 21enne di lei: Cyrus appunto, un bamboccione cresciuto senza il padre, e che intrattiene con Molly un rapporto quasi morboso. Ovviamente non accetta la presenza di John, che vede come un rivale, e comincia a mostrare comportamente strani e crisi di panico. Da questa situazione nasce una vera e propria guerra di nervi che metterà a dura prova la storia d’amore appena nata tra John e Molly.

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Lo stile

La trama come dicevo non ha nulla di particolare rispetto ad una qualsiasi commediola hollywoodiana, ed anche la fotografia sembra abbastanza patinata. Insomma “Cyrus” non sembra avere alcuna caratteristica del mumblecore, in apparenza. Ma se i fratelli Duplass definivano le loro prime opere come “film mainstream che hanno l’aspetto di pellicole indipendenti”, Cyrus è l’opposto: un film indipendente sotto l’aspetto di una pellicola mainstream. Al di là delle caratteristiche superficiali, infatti, c’è qui una sorta di “realismo dei sentimenti” che scardina lo stereotipo della commedia: e ci mostra i personaggi in tutti i loro imbarazzi, con la sincerità eccessiva di John, che agisce come forza distruttiva (ma poi costruttiva) verso i blocchi mentali di Cyrus, alimentati dall’ipocrisia protettiva di Molly. E fra i due adulti innamorati è proprio Cyrus, come indica il titolo del film, ad essere il centro dell’azione.

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