Motel Woodstock: 1969-2009, dopo quarant’anni un film ci ricorda la cultura hippy

Dopo il capolavoro di I love radio rock, ho deciso di andare a vedere questo film che aveva delle buonissime premesse…sono passati quarant’anni dal mitico festival, c’è  la regia di Ang Lee e più che altro la curiosità di approfondire un pò questo momento della storia americana ma non solo, che in fondo non si conosce bene.

Purtroppo le attese sono state tutt’altro che soddisfatte o meglio il film ha sicuramente dei punti interessanti che fanno risollevare un pò l’atmosfera (molto ben fatta la scena del diciamo così “sballo” di Tiber, il protagonista del film), sono presenti anche dei momenti piuttosto comici e carini, ma per il resto non regge affatto.

Ricordiamo che il Festival di Woodstock si svolse dal 15 al 18 agosto del 1969 in una piccola cittadina americana vicina a New York, Bethel, per celebrare quelli che sono stati definiti 3 giorni di pace e musica immersi nella natura di una piccola comunità rurale che per la prima volta incontrava la cultura hippy.

la locandina del film uscita in Italia

la locandina del film uscita in Italia

Il film inizia con le difficoltà economiche della famiglia di Tiber Elliot che possiede un motel, El Monaco, che non va affatto bene, anzi non gli consente di pagare il mutuo presso la banca; desta particolare interesse la madre di Tiber, Sonia, una persona estremamente energica ma anche molto “taccagna”.

Tutti gli anni Elliot, che è anche il Presidente della Camera di Commercio, organizza un festival di musica da camera e per quest’anno decide di invitare gli organizzatori del festival di Woodstock, i quali hanno appena subito un rifiuto da parte del Mills Industrial Park, in una contea di Orange.

Purtroppo l’area che in un primo momento Tiber propone per lo svolgimento del Festival viene ritenuta dagli organizzatori non adatta, allora Tiber decide di fargli vedere la terra di Alex, un suo vicino di casa il quale ha un allevamento di vacche (e produce un buonissimo latte e cioccolato) ed un enorme area nella quale si decide di svolgere il Festival.

Inizialmente avrebbe dovuto essere a pagamento, ma, nel momento in cui ci si rende conto che le persone sarebbero state molte di più si decise di farlo gratuitamente.

Nel film vengono trattati argomenti molto interessanti come l’omosessualità di Tiber, il protagonista del film, la chiusura mentale delle piccole comunità ed in particolare la ribellione totale di fronte alla novità, il razzismo o perlomeno una forma di scetticismo nei confronti degli ebrei.

Purtroppo però risulta abbastanza lento con dei dialoghi a volte assolutamente inutili e senza nessuna immagine reale di quello che è stato il vero Festival, che invece sarebbe stata assolutamente gradita, come sarebbe stata gradito ascoltare della bella musica, la colonna sonora del film invece è piuttosto deludente.

Io credo che questo festival abbia sicuramente lasciato un segno e abbia fatto crescere la comunità, soprattutto quella americana, ossia gli abbia consentito di liberarsi dei fantasmi del passato, forse se una cosa del genere fosse avvenuta anche in Italia le cose sarebbero andate diversamente…

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