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Memories of Murder _ Il male senza volto

Memories of Murder è un film del 2003 diretto da Bong Joon Ho, con un cast eccezionale, tra cui Song Kang Ho (Mr. vendetta, The Host, Il buono il matto e il cattivo, Snowpiercer, Parasite), Kim Sang Kyung e Kim Roi Ha.

Film che uscì in Italia con parecchi anni di ritardo è stato recentemente riproposto al cinema, il 13 febbraio di quest’anno, dato l’enorme afflusso che sta avendo ultimamente il cinema coreano. Parasite diretto dallo stesso regista, ha infatti fatto piazza pulita di oscar nella notte più importante. E anche Memories of Murder ha conquistato numerosi premi, tra cui il Tokyo International Film Festival, il Torino Film Festival , e il Grand Bell Awards.

Memories of Murder
memorie di una assassino

Memories of Murder

In un piccolo villaggio della Corea del Sud, nel 1986, viene ritrovato il cadavere di una donna assassinata. I casi cominceranno ad aumentare richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica e il detective Park Doo Man verrà affiancato dal detective Seo Tae Yoon con l’intento di fermare questi brutali omicidi.

Tra le scie dei ricordi

Memories of Murder è un film che ripercorre tre piani temporali. Gli anni 80, in cui finalmente si pose fine alla dittatura militare, gli anni 90 in cui dopo trent’anni venne eletto il primo Presidente Civile del paese, Kim Young Sam, e gli anni 2000 con i vari cambiamenti tecnologici susseguiti.

Tutti fasci temporali importanti che nascondono il vero intento del regista, che nel film crea anche una sorta di documentario atto a descrivere la società. Possiamo definire il film un thriller mescolato con tinte di noir in cui il tempo fa da padrone. Si nota infatti la differenza tra piccoli villaggi in cui anche la polizia sembra avere parecchi problemi, al punto da risultare quasi una barzelletta, mentre si fa spesso riferimento a Seoul, paragonata quasi come l’America.

Modi di vivere opposti quelli dei due detective. Song Kang Ho che interpreta il poliziotto locale forse è quello che attira di più l’attenzione, tant’è che il film si apre con un suo primo piano in cui sembra un vero e proprio bambinone. E in effetti tutto sembra fuorché un poliziotto, perché per risolvere il caso le idee più strane vengono in mente a lui, tra cui lo scovare il killer controllando i genitali perché se non lascia tracce è perché si rasa le parti basse.

Ma questo è anche colpa di un’autorità locale distratta e bistrattata. Tra poliziotti che accusano gente innocente arrivando anche a pestarla per estorcere informazioni, passando per la scientifica che arriva sempre in ritardo non riuscendo mai ad ottenere una prova arrivando a volte a falsificarle.

Tutto l’opposto è invece Kim Sang Kyung, detective che viene da Seoul per aiutare nelle indagini. A differenza del suo collega, sembra avere le idee chiare, quasi come se l’ambiente in cui viviamo ci condizionasse nell’animo. Infatti Song è più rude e spartano nei modi mente Kim è più riflessivo. Una sorta di coppia involuta ma che col passare del tempo imparerà a convivere. Così tra mille problemi il caso diventerà sempre più difficile e la soluzione sarà sempre più lontana.

Memories of Murder
Primo piano sul detective Park Doo Man (Song Kang Ho)

Fotografia di un ricordo

La prima cosa che salta all’occhio alla visione del film sono sicuramente i colori. In questo caso sembrano proprio “autunnali”, con un giallo opaco e un marrone sporco, come se il regista ci trasmettesse una sensazione di nostalgia o di tristezza. Primo piano iniziale su una vasta pianura in cui si gioca e si lavora.

Si gioca molto sui primi piani e su una fotografia che contrappone spesso il chiaro con lo scuro. Come l’anima innocente del detective Park che viene spesso inquadrato in primo piano e il viso del serial killer che non viene mai inquadrato. Il bene e il male che si oppongono, tenendo per mano lo spettatore trascinandolo in un vortice di mistero e violenza. Tensione che sale grazie a una scenografia graduale che andando avanti si fa sempre più cupa.

La bravura del regista si nota in tutto ciò, tra la scelta accurata della location, all’aggiunta di musiche dolci che fanno da contrasto in un mondo dedito alla violenza. La realtà è quella mostrata, nero su bianco, come una fotografia a cui sono legati molteplici ricordi…

Memories of Murder
Scena iniziale del film, con un’ampia visuale

Quel che non sapevi

Non tutti forse sanno che il film si ispira ad una storia vera. Quella di un serial killer coreano attivo tra il 1986 e il 1991 a Hwaseong. Fu un caso che rimase irrisolto per molto tempo e solamente nel 2019 si arrivò ad una confessione di Lee Choon Jae, reo di aver ucciso e stuprato oltre 30 vittime.

Memories of Murder
Lee Choon Jae, il serial killer coreano a cui il film si è ispirato

Giudizio personale di Memories of Murder

Memories of Murder mi ha colpito profondamente nell’animo. Il colpevole che non si vede mai è sinonimo di un male che un volto non ha e si cela in ognuno di noi. Siamo tutti destinati alla resa dei conti un giorno e pagheremo il prezzo delle nostre azioni. La società che gradualmente subisce un cambiamento, è lo stesso che abbiamo noi costantemente nella nostra crescita.

Forse non dovremmo mai puntare il dito e giudicare, perché in fin dei conti ognuno è giudice di sé stesso. Chi è colpevole in fin dei conti? Il male indossa una maschera e chiunque potrebbe indossarla. Non si vede ma c’è… L’atmosfera grigia e cupa del film arriva dritta allo stomaco, come un giorno di pioggia che porta con sè tanta nostalgia. Un film che ci avvolge nel mistero per togliere la maschera dell’ipocrisia e proprio per questo mi è piaciuto tanto.

Se il film ti è piaciuto, dai uno sguardo alle altre nostre recensioni “orientali” come Snowpiercer e gli altri articoli della mia rubrica.

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