Visioni differenti: Los Retornados, ovvero Io che non muoio più di un’ora senza te

La grande pandemia si è abbattuta sulla Terra, gli zombi sono tra noi, come un virus letale la non vita si diffonde. Kate è un medico che lavora ad una cura definitiva, nel mentre tiene in (non) vita l’amato e infetto Alex con un farmaco temporaneamente utile, ma il farmaco scarseggia e fa gola a molti, troppi.

Los Retornados

Il futuro è già qui

Da sempre il cinema trasforma in visioni le paure ricorrenti, fino a ieri era la fantascienza, con i suoi futuribili scenari distopici, ad incaricarsi di immaginare mondi e vite possibili dopo il Big One, fosse esso la grande guerra nucleare o il grande conflitto uomo – macchina. Fino a ieri, cioè fino all’avvento di The Walking Dead, la serie (di cinema per la) TV che ha cambiato le cose, collocando il futuro nei territori nuovissimi e primitivi dell’homo homini lupus senza dio tecnologia e leggi, determinati dalla non vita zombi.

E’ ai confini di queste lande impervie che si situa Los Returnados, sorprendente pellicola ispano-canadese diretta da Manuel Carballo, già collaboratore video del profeta Brian Yuzna. La premessa è la medesima, rush della zombite, ma il contesto è quello di una società che ha saputo trovare una cura seppur momentanea e si incammina sull’ostico cammino dell’integrazione sentimentale tra vivi e non morti, vittime dello stigma e della zombifobia.

 

Lo stigma sociale

TWD, dicevamo, ma anche In The Flesh, altra serie TV ma britannica, che poneva grandi interrogativi su come ama o come può essere amato un non morto. E’ noto che al cuore non si comanda, così come è noto che il vero amore è per sempre, allora non c’è da stupirsi che Kate continui ad amare Alex, occultandolo alle rappresaglie di commando assassini dai più integralisti movimenti pro-vita (ai tempi nostri questi si scagliano contro le non nascite, domani contro le non morti). Sorprendente invece è la nefandezza delle azioni che Kate sa commettere senza indugio, tipo sottarre la cura ad un povero bimbo straziante pur di accumulare dosi quotidiane del salvifico antidoto – estratto dai corpi dei non viventi – e preservare Alex il più a lungo possibile. Zombi come malato come tossicodipendente, questo è l’elemento assolutamente innovativo di Los Returnados, al culmine quando Alex, a corto di rrrobba, si incatena al muro in attesa della definitiva crisi di astinenza e della metaMORTEsi.

Pietà è morta, è morta la speranza

L’obiettivo dichiarato e rappresentato da Carballo non è però commuoverci, bensì sottolineare che più dell’amore può la necessità, è per necessità che Kate viene tradita dai suoi migliori amici, anch’essi alle prese con i medesimi bisogni. Il peggior nemico dell’uomo è proprio l’uomo, nemmeno la scienza può niente contro il cupio dissolvi dell’umanità, questo è il vero (un)happy ending.

Dikotomiko

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