Tra i film della nuova stagione cinematografica Le due vie del destino è una denuncia sulle brutture infinite della guerra che pure a distanza di decenni si trasformano in incubo eterno per chi le ha vissute da vicino.
La guerra sempre presente
Tratto dal romanzo autobiografico di Eric Lomax, “The railway man” in italiano “Le due vie del destino” parla di guerra e di diverse etnìe ( e non a caso forse esce in Italia l’undici settembre, giorno chiave della presa di potere della dittatura fascista in Cile nel 1973 e anni dopo nel 2001 del crollo delle due Torri di New York a opera di terroristi islamici).La guerra è vista come incubo perché il protagonista principale Eric ( Colin Firth) non riesce a metabolizzare sia pure a distanza di anni il trauma della prigionia durante il secondo conflitto mondiale a soli ventuno anni. L’uomo fu costretto dai giapponesi a contribuire alla costruzione della ferrovia della morte in Tailandia ( di qui ma anche da una curiosa attitudine del protagonista il titolo originale che si traduce come “L’uomo della ferrovia”).
L’amore salverà il mondo?
Tra flashbacks del tempo di guerra e azione proiettata in un tempo più recente anche se comunque remoto per chi vede il film, l’incubo guerra potrebbe essere cancellato solo dall’amore, rappresentato dalla donna che Eric incontra e sposa che cerca di comprendere i motivi dei suoi scompensi e del suo turbamento. Un viaggio alla ricerca di se stesso e dell’inutilità della guerra, un monito per tutte le inutili guerre che continuano a scatenarsi nel mondo senza ragione , una interpretazione asciutta come da stile del protagonista, attore da sempre a suo agio con grandi prove e ben coadiuvato da Nicole Kidman, qui in un ruolo classico.
“L’odio deve finire”
Due frasi restano impresse nella mente dello spettatore: “La guerra segna per sempre” e soprattutto “L’odio deve finire”. Nel suo viaggio a ritroso per ritrovare i fantasmi del suo presente Lomax, partito ancora gonfio di risentimento verso il suo carnefice, all’epoca dei fatti un giovane ufficiale giapponese, impara ad accettare le colpe del male supremo della guerra.Crudo nelle scene belliche, cupo ed enigmatico per gran parte , “Le due vie del destino” è un manifesto pacifista e un invito alla riconciliazione. Attuale.