Le cose che verranno di Mia Hansen-Løve è il terzo film della regista francese. Parla del percorso di Nathalie (Isabelle Huppert) che si ritrova improvvisamente in un periodo della sua vita, dove finalmente i figli hanno preso la propria strada, il marito la lascia e lei è libera di potersi vivere finalmente la vita come donna e non più incanalata nel ruolo di madre e moglie. Il film ha vinto l’Orso d’Argento come migliore regia al Festival di Berlino 2106 ed è stato selezionato nella rassegna Randez Vou del Cinema Francese a Roma.
Le cose che verranno – La libertà di esistere
Quante persone riescono veramente a godersi la propria vita, separandosi veramente dalle dinamiche familiari? Nathalie non è pronta, non riesce, nonostante le circostanze, a vedersi come qualcuno che deve riprendere in mano la propria vita e farla andare in una diversa direzione. Il lavoro sul personaggio per Isabelle Huppert, che ci ha abituato sul grande schermo a delle donne molto forti, ed anche un po’ fuori dagli schemi, qui è di sottrazione, decisamente molto più complesso da mettere in scena e, soprattutto, far riuscire a sembrare il proprio personaggio interessante per il pubblico. Operazione che non riesce a pieno. Il film a tratti è molto lento, e ci sono dei momenti in cui non succede poi molto. Ma questo è decisamente il mondo che ci vuole far scoprire la regista. Tutto quello che non viene detto per lei ha un valore essenziale e molto poetico. Non interessa far capire quello che sta succedendo al personaggio a livello interiore, ma siamo noi che lo dobbiamo percepire.
Mia Hansen-Love per Le cose che verranno si ispira molto al cinema di Eric Rohmer, sia per le atmosfere e per la narrazione delle storie. E’ affascinata soprattutto dal non detto, dai silenzi e dai microcosmi di vita di persone del tutto normali, dove non accadono grandi evoluzioni, ma sono percorsi più interiori e intimi. Lascia i suoi personaggi in balia di un flusso che non sa bene dove li porterà, e questo ci porta un’attesa continua nel capire che direzione potrà prendere la storia.
La regista ha dichiarato di non lavorare mai con gli attori prima di arrivare sul set, proprio per rendere più credibile possibile gli accadimenti. Soprattutto per lei sono fondamentali gli ambienti, la musica, la luce, i paesaggi, che rendono la resa di una scena credibile. L’importante per lei è porsi in un atteggiamento aperto di ascolto, e saper riuscire a cambiare idea se si intuisce che la scena non funziona o sta prendendo una direzione più interessante di quella scritta sulla carta.
La figura di Nathalie proviene molto da quella della madre, ed ha avuto timore nel scrivere la sceneggiatura inizialmente, perché temeva di essere influenzata dalla sua cupezza.
Le cose che verranno è uscito nelle sale mercoledì 20 aprile distribuito da Satine Film.