Esce sugli schermi italiani il 25 ottobre il film di Christian Petzold La donna dello scrittore coproduzione franco-tedesca a cura di Arte, l’emittente culturale condivisa da Francia e Germania.
La donna dello scrittore
La donna dello scrittore è tratta dal romanzo di Anne Seghers, scrittrice tedesca, “Transito” (Transit titolo originale). Scritto nel 1942 in pieno secondo conflitto mondiale in corso, il lavoro della Seghers ruota intorno allo scrittore Georg, un tedesco che si trova in Francia, all’epoca occupata dai nazisti e che cerca di ottenere un visto per fuggire in Messico, paese all’epoca neutrale.
Il film di Petzold è abbastanza fedele all’idea di fondo della Seghers e la rispecchia, ma al contempo la scelta del regista è al tempo stesso innovativa e spiazzante perché malgrado nell’intreccio si parli chiaramente di uno scrittore tedesco in fuga dalla Francia occupata, l’azione è ambientata in una Marsiglia contemporanea con auto moderne, schermi televisivi Lcd, ma nessun computer o cellulare e abiti moderni. La crasi temporale che ne nasce suscita indubbiamente nello spettatore, soprattutto per chi ignora il romanzo della Seghers, una notevole confusione e straniamento.
Il protagonista del film, il bravissimo Franz Rogoswki, riesce con la sua faccia scolpita nella sua pietra e con la sua recitazione asciutta a coinvolgere comunque chi guarda dando vita assieme alla protagonista femminile Paula Beer a una storia d’amore impossibile, un classico dramma mélo con atmosfere tipicamente stile anni Quaranta/ Cinquanta. Ad aiutare l’immedesimazione la voce fuori campo dello scrittore Georg che come avveniva nelle pellicole del passato, commenta, spiega,anticipa, leggendo pagine originali tratte dal romanzo.
L’intento del regista è quindi chiaro, superata la prima fase determinata dalla difficile collocazione temporale della vicenda. Il film vuole raccontare una storia che va oltre qualsiasi connotazione cronologica perché il bisogno di fuggire da una realtà ingiusta e opprimente è propria dell’essere pensante. Così la storia di Georg che assume una sua valenza in una determinata collocazione temporale, quella cioè dell’oppressione nazista in Europa supera l’incasellamento per diventare universale. Un Georg contemporaneo potrebbe essere il profugo africano che fugge da fame e guerra, ma la sua storia potrebbe essere anche ambientata in un futuro distopico, simile a quello raccontato dal romanzo Fatherland che immagina una Europa contemporanea oppressa dai nazisti risultati vincitori della seconda guerra mondiale.
Amore e desiderio di libertà sono sentimenti comuni a ogni uomo in qualsiasi tempo, Petzold tenta quindi la carta del superamento del piano temporale perché mira alla comprensione del messaggio dell’opera della scrittrice Senghers, messaggio universale e non legato al suo tempo.
Film apparentemente difficile ma raffinato e originale, La donna dello scrittore è una vera chicca per chi ama il buon cinema.