Dopo due settimane in compagnia di storie toccanti, mi lascio piacevolmente accompagnare verso avvenimenti più rosei nel favoloso mondo di Amelie (Audrey Tautou). Lei non viaggia in un mondo surreale, ma si reinventa nella realtà, sfruttando appieno le potenzialità umane. La timidezza sbocca in un mondo favoloso, popolato da pensieri fanciulleschi ed originali. Quando sento pronunciare il nome di Amelie, sorrido e la sinfonia incantevole della colonna sonora si riproduce nella stanza. La tenera ragazza della locandina è l’interprete di un film che le calza a pennello. La sua situazione familiare non è delle migliori: la madre muore schiacciata da una suicida e il padre è ossessionato da un’ipotetica malattia di cuore della figlia.
I contatti tra Amelie e il padre sono ridotti al minimo; è un uomo ermetico e refrattario ai contatti fisici. Diventata adulta, Amelie lavora come cameriera e vive da sola a Parigi. Il 31 agosto 1997, giorno della morte di Lady D, Amelie è scossa dall’accaduto e le cade dalle mani un tappo di bottiglia che finisce sotto una piastrella del pavimento.
Lì trova un vecchio scrigno contenente figurine, un ciclista di ferro e oggettistica appartenente ad un vecchio abitante di quella casa. Decide di trovare il legittimo proprietario della scatola dei ricordi. Si erge a dispensatrice di felicità per prendere il largo dalla sua vita. Aiutare gli altri per evitare se stessa.
Sarà soccorsa dall’uomo di vetro, suo vicino di casa affetto da una grave malattia: le sue ossa sono fragili ed è costretto a vivere in una casa imbottita per evitare urti. Spinta dal desiderio di scioglimento della matassa, si spingerà oltre, proponendosi, senza svelarsi mai, crocerossina di altri intricati personaggi in cerca di risposte. Follie rocambolesche per i personaggi che la dolce ragazza si offre di “soccorrere”.
I personaggi che incontrerà nel suo percorso saranno: Nino (Mathieu Kassovitz) un impenetrabile commesso di un sexy-shop che colleziona fototessere; Joseph, ossessionato da una donna; Georgette, l’ipocondriaca del tabacchi; il dispotico fruttivendolo Collignon e la portinaia triste. L’evoluzione del corso degli eventi è tutt’altro che prevedibile. Sarebbe riduttivo non vivere appieno l’esperienza colorata del surreale universo disincantato. Ideale film adatto a coloro che non si lasciano incoraggiare dall’ impeto dello scetticismo accostato ai racconti fiabeschi.
Quali sono le tematiche del film?
L’apparente banalità della trama si riversa in una storia ammaliante, a tratti commovente. Situazioni mielose prendono vita all’interno di una tavolozza di colori tendenti al rosso e all’arancio in una Parigi da cartolina. Il collage poetico funziona anche attraverso i numerosi primi piani di Amelie, con i suoi occhi vividi di espressività. Il film le calza a pennello.
Dopo aver vissuto il favoloso mondo di Amelie, rimarrete avvinghiati al suo personaggio, all’immagine proiettata dall’eroina del film. Vedere le interpretazioni dell’attrice in altri film, sarà come continuare ad immaginare Amelie. Il caso Harry Potter è l’esempio più vistoso di ciò che può accadere se ci si affeziona ad un personaggio. Non lo vedremo mai nelle vesti di un marinaio o di un pescatore, perché vivrà sempre come Harry Potter.
Amelie è una sognatrice perchè il mondo esterno le appare così morto che preferisce costruirsi una sua realtà alternativa. Predilige un rapporto immaginario con qualcuno che non conosce piuttosto che plasmare dei legami con quelli che ci sono e così, riesce a scovare un favoloso mondo nella realtà, aiutando degli estranei a ritrovare la strada perduta.
La colonna sonora del film è meravigliosa e leggera; ti entra dentro. Il lieto fine non ci apparirà cosi ordinario come nei cartoni animati, poiché i tratti salienti sono dominati da gelosie, tradimenti e incomunicabilità. La salvezza è un illusione, ma l’abbaglio svelato alla fine non sembrerà affatto consueto. Candidato a cinque premi oscar, il film riproduce le illusioni e la solitudine di una ragazza eroina dei nostri tempi. Quella ragazza rappresenta un po’ di tutti noi, con la sua dose di fantasia, generosità e vendetta. La gradevolezza della trama si veste di melassa e coglie nel segno: il mondo di Amelie non può che essere favoloso.
“Mia piccola Amélie, lei non ha le ossa di vetro. Lei può scontrarsi con la vita. Se lei si lascia scappare questa occasione con il tempo sarà il suo cuore che diventerà secco e fragile come il mio scheletro. Perciò si lanci, accidenti a lei”.
Complimenti samuela, proprio un bell’articolo…io il film l’ho visto e mi è piaciuto parecchio, dopo la tua analisi mi è venuta proprio voglia di rivederlo, cosa che farò a presto!!