Goldstone

Goldstone: un noir nella contraddittoria Australia

Girato nel Queensland, arida regione australiana, nel 2016 ma sugli schermi italiani a partire da giovedì 8 agosto, Goldstone (Pietra d’oro in italiano) è ambientato per lo più nel mondo dei giacimenti minerari, zone impervie e dsertiche abitate da un pugno di uomini e dove sopravvivono i nativi dell’isola, rinchiusi in riserve poco accessibili ai bianchi, i predatori che come il Prospero shakespeariano o il Crusoe di Defoe hanno cacciato e schiavizzato.

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La macchia nera dell’Australia, nazione giovane e moderna è la sua contraddizione intrinseca: aver allontanato e ghettizzato, come già fecero i coloni nel Nuovo Mondo gli abitanti che da secoli vivevano sull’isola, denominato aborigeni, dal latino ab origine che indica qualcosa che era presente praticamente da sempre.

Goldstone, girato come un thriller noir di antica scuola, forse a tratti un po’ lento, quasi simile in certi versi alle serie in bianco e nero ispirate al detective Marlowe o al più contemporaneo e rude ispettore Callaghan, ruota anche intorno ai due mondi che popolano l’Australia, da un lato gli ex coloni, bianchi e British molti dei quali discendenti da galeotti poiché la nazione fu per cento anni colonia penale e dall’altro gli aborigeni rappresentati da un detective, Jay Swan (interpretato da Aaron Pedersen), inviato nella cittadina mineraria di Goldstone per indagare sulla scomparsa di una ragazza di origine asiatica.

Swan incontra molti ostacoli sul suo cammino, a causa della sua origine scomoda, il peccato originale che gli australiani ancora non riescono ad accettare e cancellare ma se dapprima è avversato e invitato a cambiare rotta sarà proprio il giovane poliziotto Josh (Alex Russell) che per primo si era scontrato con lui e la comunità aborigena che Swan aveva a suo tempo rifiutato per cercare un riscatto sociale a portarlo sulle tracce di un giro di prostituzione.

Il trailer del film

Al di là dalla trama comunque intricata ed interessante, il filo rosso della vicenda è rappresentato proprio da Swan, incarnazione autentica del passato e del presente dell’Australia, una nazione che ha basato i suoi fondamenti sull’oblio delle proprie origini che però sono necessarie e fondamentali per essere individui maturi e per essere popolo malgrado, trattandosi di una ex colonia, le origini di molti non siano radicate sull’isola.

La vicenda di Goldstone, forse dipanata e diluita un po’ troppo sembra quasi trasformarsi in una seduta psicoanalitica che parte dall’inconscio più recondito di Swam, rappresentato dalle sue radici per spingersi a contestare la negazione che ha rappresentato il punto più infimo della nazione australiana. Australia, paese vasto e forse incapace di comprendersi, ma che deve imparare a guardare indietro per andare avanti.

Finale un po’ forte con inevitabile catarsi, film a tratti debole ma interessante e piacevole di una cinematografia poco nota ma che al contempo ha dato validi attori poi divenuti divi quali Nicole Kidman o Mel Gibson.

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