Speciale Natale: Gesù nel cinema del XXI secolo

Terminiamo il nostro lungo excursus sulla figura di Gesù nel cinema dagli esordi ad oggi con l’ultimo importante film a lui dedicato, La passione di Cristo di Mel Gibson, e con alcune osservazioni conclusive.di Francesca Barile

La passione di Cristo (2004)

Girato a Matera e diretto da Mel Gibson, il film sicuramente ha un record rispetto a tutti gli altri poiché è stato recitato interamente in latino e in aramaico e questa particolarità, se non altro, merita di consegnarlo alla storia del cinema.

Di questa pellicola, che si occupa delle ultime dodici ore di vita di Cristo e che ha terrorizzato migliaia di spettatori per il realismo esasperato con il quale il regista si accanisce a rappresentare il supplizio di Gesù, si è detto praticamente di tutto: c’è chi l’ha osannata, tirando in ballo persino un presunto placet dello scomparso papa Wojtyla, chi l’ha mandata al rogo accusandola di scadere nello splatter.

Anche della decisione del cattolicissimo Gibson, di fare un film su un tema tanto difficile e delicato si è detto tutto e principalmente si è accusato Gibson di cupidigia, considerando che in genere una tematica religiosa, poi anche in virtù del battage pubblicitario creato ad arte sin dall’inizio, porta poi a copiosi guadagni, ma in questa sede ci si limita semplicemente ad elencare le pellicole più degne di nota nella serie cristologica e la Passione di Cristo, ne fa parte a pieno titolo.

Da notare la valida interpretazione di Jim Caviezel, attore protagonista, praticamente ignoto prima di allora, anch’egli di fede cattolica e quella di Rosalinda Celentano nei panni ambigui e scomodi del diavolo.

Osservazioni: I Gesù del cinema

Perché i Gesù? Perché ogni regista ha voluto lasciare la sua impronta, ha voluto dare al suo film un significato più ampio o si è limitato al messaggio evangelico e ha fatto sempre ricorso a strategie più o meno raffinate, dalla gestualità esagerata di stampo teatrale, al trucco accentuato teso a far riconoscere all’ingenua platea del cinema muto i “buoni” e i “cattivi” agli effetti speciali o all’uso delle scene di masse, frequentissimo nella produzione kolossal di stampo hollywoodiano.

Importante è anche il periodo della vita di Gesù da raccontare; in molti hanno preferito la cosidetta “vita pubblica” soffermandosi in particolare sulle sue ultime dodici ore e terminando il racconto con la Resurrezione, altri invece hanno preferito raccontare la sua vita dalla mangiatoia alla croce come recita il film di Olcoot, altri ancora sono partiti dalla Genesi come ne Il figlio dell’Uomo.

La Resurrezione è raccontata spesso in forma sfumata, come accade con Gibson che le dedica una rapidissima inquadratura oppure simbolicamente come accade in Jesus Christ Superstar con un gregge di pecore guidato da un pastore, chiaro simbolo del Gesù-pastore di anime.

I registi si sono anche affidati spesso a figure di pura invenzione, come accade ne I Giardini dell’Eden opera priva di basi storiche raccontando un lasso temporale escluso dai Vangeli ufficiali ma anche in Gesù di Nazareth che vede due importanti personaggi d’invenzione: il sacerdote della sinagoga di Nazareth celebrante delle nozze tra Maria e Giuseppe e il membro del Sinedrio istigatore dell’ arresto e della successiva condanna di Cristo.

Anche Giuseppe e Maria assumono ruoli più o meno importanti a seconda delle interpretazioni dei registi; Giuseppe è padre affettuoso e presente nel film di D’Alatri, ma poco presente o addirittura assente nei film che vedono un Gesù già adulto, Maria è una figura di primissimo piano nel film di Gibson. La sua unione spirituale col Figlio viene mostrata in tutto il film, bello tra i tanti  un tenero flashback con un Gesù non ancora entrato nel vivo della sua predicazione.

Tra gli apostoli un occhio di riguardo è senz’altro dato a Giuda, visto a seconda delle interpretazioni  come una vittima del demonio (come nel film di Gibson), ma anche come  un uomo colto che tradisce perché non vede in Cristo il condottiero destinato a portare alla rivolta gli Ebrei (come nel film di Ray e, anche se in toni meno marcati, in quello di Zeffirelli) fino ad assurgere a mezzo della salvezza nel film di Scorsese.

Pietro e Matteo, ma anche Giovanni e Tommaso sono invece oggetto di maggiore interesse nel Gesù di Zeffirelli, a dimostrazione dell’ottica canonica con la quale il cattolico regista ha preferito inquadrare la vicenda.

Maddalena è personaggio femminile assoluto in Jesus Christ Superstar e anche in L’ultima tentazione di Cristo. I registi le attribuiscono una importanza più o meno grande soprattutto se intendono privilegiare la natura umana o divina del Cristo.

Pilato, invece, personaggio storico, la controparte romana della storia di Gesù, è sempre visto come un cinico (un esempio è il film di Zeffirelli), ma nelle ultime produzioni dedicate alla vita di Cristo, i registi hanno preferito renderlo maggiormente consapevole della condanna a morte di Gesù.

I film su Gesù sono chiaramente incentrati su di Lui e a seconda della religiosità, del rapporto che ogni regista ha con la Sua figura, si è voluto privilegiare l’aspetto divino, quello umano, la sua attività di predicazione. Per Rossellini, che come Pasolini sceglie di dare un tono  poetico al suo film, Gesù ne Il Messia vive tra la gente, tra i poveri e si avvale della forza della Parola per trasmettere il Suo messaggio in modo né aggressivo né distaccato.

Umano è il Cristo di Scorsese, con le sue debolezze ed incertezze persino sulla croce, un esempio è il gesto di ripulsa davanti al sepolcro dell’amico Lazzaro ormai defunto da tre giorni e quindi in stato di decomposizione. Gesù di Scorsese è un uomo del nostro tempo nevrotico e complessato come del nostro tempo è l’intero film concepito quasi come un videoclip.

Distaccato è invece il Gesù de Il figlio dell’uomo, ma anche quello di Zeffirelli, sempre assorto nei suoi pensieri e pienamente consapevole della sua divinità. Pur muovendosi e predicando tra le genti, la sua “diversità” spicca nei suoi atteggiamenti, nel modo di porgersi.

Altro fattore da considerare è il simbolismo. Gibson  e Jewison ne fanno largo uso soprattutto per liberarsi del didatticismo e per aiutare lo spettatore a comprendere il messaggio in maniera più adulta senza la mediazione dell’allegoria destinata a un pubblico meno consapevole.

Classificazione dei film cristologici

Claudio Sorgi, distingue nel cinema religioso quattro stili principali:

  • stile della trascendenza  proprio di quei film che si occupano in maniera diretta dei personaggi biblici senza contrapporvi dei filtri
  • stile dell’incarnazione che privilegia il Dio fatto uomo che si muove nella storia per gli uomini e tra gli uomini
  • stile della riflessione che si occupa di problemi teologici quale il Bene, il Male, il Dolore
  • stile dell’allegoria che affronta le stesse tematiche ma in chiave allegorica o attraverso l’uso di simbolismi.

Dietro quest’analisi non ci sono solo i film prettamente cristologici, ma anche altre pellicole che in maniera più o meno diretta hanno trattato tematiche religiose nel corso della storia del cinema.

Conclusioni

Come già detto nella premessa, questo speciale è volutamente incompleto, perché molto altro si sarebbe potuto dire su questo genere di film. Si è voluto soprattutto sottolineare come la figura di Cristo sia stata presente sin dagli albori del cinema e abbia accompagnato nel corso degli anni la sua evoluzione tecnica e contenutistica partendo da rappresentazioni semistatiche o documentaristiche, introducendo via via  effetti speciali e nuovi significati al racconto evangelico.

Cristo conquista con il suo messaggio anche il cinema contemporaneo continuando a suscitare dibattiti e suggestioni.

BIBLIOGRAFIA:

www.jesus.it

Dante Albanesi, La Passione di Cristo

Convegno internazionale di studi: Cristo nel cinema, un canone cinematografico, Pontificia Università Urbaniana

Andrea Deaglio, Gesù Cristo: un’immagine cinematografica

Ernesto G. Laura, Gesù nel cinema: le tre fasi di un delicato rapporto

Ernesto G. Laura, Gesu’ sullo schermo

Attilio Mina, La “Passione” didattica

Morandini, Dizionario dei film

Roberto Nepoti, L’ecologia pacifista di Gesù adolescente

Massimiliano Valente, Pier Paolo Pasolini- Parole corsare

Dario E. Viganò ,Gesù e la macchina da presa

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