Dopo la positiva esperienza della presentazione del libro della nostra Chiara Ricci su Anna Magnani, oggi proponiamo ai lettori di cinemio l’intervista a Pier Luigi Manieri, già nostro ospite lo scorso anno in occasione della rassegna “Il cinema italiano al tempo della Dolce Vita“, autore del libro La regia di frontiera di John Carpenter.
Pier Luigi Manieri, romano, 43 anni, è esperto di sottoculture giovanili, saggista cinematografico e curatore di grandi eventi sul cinema e sulle culture collaterali. Oltre a Il Cinema Italiano al Tempo della Dolce Vita (2010), ha curato Urania stregati dalla Luna nella città delle storie disabitate (2009), il convegno internazionale L’uomo che inventava il futuro dedicato a John W. Campbell in collaborazione con la casa editrice Elara (2010) e il convegno Roma al cinema.
Tra il 2002 e il 2006, ha curato, con il fratello Roberto, sette edizioni del Premio Etruria Cinema, e altre importanti rassegne.
Ha collaborato a Primissima.it e Lo Spettatore, e attualmente scrive per Acchiappafilm e Nova Sf*.
Tra le sue interviste d’eccezione possiamo citare quelle a John Buscemi, Oliviero Toscani, Mogol, Vincenzo Cerami, Marco Manetti, Pupi Avati, Marco Bellocchio e Ian Watson.
Attualmente lavora come addetto alla comunicazione e all’artistico presso il Centro Culturale Elsa Morante ed insegna teoria e tecnica degli eventi culturali nel Master Linguaggi del Turismo e Comunicazione Interculturale Università di Roma 3.
Il libro
La regia di frontiera di John Carpenter è una monografia dedicata al maestro del cinema fantastico statunitense, autore di:
- Distretto 13,
- La cosa,
- Starman,
- Halloween,
- La notte delle streghe,
- e l’indimenticabile Fuga da New York, nella quale Manieri ripercorre la carriera del regista mettendo in discussione alcune certezze ormai acquisite e proponendo una chiave di lettura affascinante e convincente che può essere compresa ed apprezzata non solo dagli appassionati di cinema e dagli amanti del genere.
Presentato lo scorso 23 giugno a Roma presso il Centro culturale Elsa Morante, il volume è consigliato da Studio Universal e disponibile in libreria (o tramite il sito Elara Libri) a partire dalla seconda metà di giugno.
Per l’occasione abbiamo chiesto direttamente all’autore di parlarci della sua monografia.
Le domande all’autore
Ciao Pier Luigi, grazie di aver accettato di rispondere alle nostre domande.
Vuoi spiegarci la scelta di John Carpenter per il tuo libro?
C’è qualche motivo che ti lega particolarmente a questo regista?
Dunque, sul piano personale, i film di questo eccezionale cineasta mi hanno da sempre conquistato come pochi altri. La forza immaginifica di Carpenter, delle sue storie e dei suoi personaggi è divenuta per me una sorta di termine di paragone nei generi cinematografici che amo di più.
E se di quei generi lui è un autentico maestro, direi che la sua estetica cinematografica è andata oltre il genere per divenire cinema universale. Ho pensato quindi ad un volume che coniugasse la forza dell’appassionato all’analisi rigorosa del saggista.
Ho completato il volume con un apparato documentaristico composto da schede degli interpreti più rappresentativi e da alcune interviste sul tema a Michelangelo La Neve, Alan D. Altieri, Marco Manetti, Marco Spagnoli e Roberto Genovesi ed alcune splendide illustrazioni della pittrice pop Ilaria Piacenti.
La prefazione che considero un onore è invece a cura di Ugo Malaguti, una leggenda vivente della letteratura fantastica italiana ed internazionale.
Come hai impostato la monografia?
Hai puntato su qualche aspetto in particolare del regista?
Ho pensato a Carpenter perchè avevo l’impressione che sotto molti aspetti ci fossero numerosi elementi da rimettere in discussione. Alcune certezze date ormai per acquisite ma che non mi hanno mai convinto. Ed insieme ho focalizzato alcune chiavi di lettura che ne rilanciano il profilo, chiavi che fortunatamente hanno trovato conferma tanto nelle sue dichiarazioni quanto nei suoi stessi film.
Il concetto stesso di frontiera lo investe totalmente, sia cinamtograficamente che come identità di uomo. Un personaggio di confine a tutto tondo nel bene quanto nel male. Ho sviluppato un percorso orizzontale, scomponendo i suoi titoli e rimontandoli attraverso percorsi associativi. Ne risulta una visione omogenea ed insieme caleidoscopica del suo cinema.
Con che modalità hai effettuato la ricerca sull’autore?
Mah, tra i punti di partenza che volevo esplorare c’era quello di contestualizzare il suo lavoro. Ovvero di ripercorrerne il processo creativo per arrivare a definire da un lato l’origine del suo stile e dall’altro l’influenza e gli effetti che il suo stile hanno avuto sul cinema successivo.
Pertanto ho esaminato una quantità ragguardevole di fonti per poterne ricostruire tutti i collegamenti. Fili che collegano il cinema ad eventi privati, alla letteratura, a certi programmi televisivi, al fumetto e poi ancora alla musica, ai videogiochi…
C’è qualche aneddoto particolare o divertente che ti è capitato durante la stesura del libro?
Come no! Ad esempio le infinite ed accesissime chiacchierate notturne su Carpenter col mio editore Armando Corridore – che colgo l’occasione di ringraziare, non solo per la pubblicazione ma sopratutto perchè ha rispettato dalla prima all’ultima riga la stesura e le mie idee – il quale aveva un’opinione non proprio esaltante sul suo cinema e che invece oggi con la forza delle mie idee,come ama ripetere lui, ha completamente rivisto la sua opinione.
Diciamo allora, che un obiettivo La regia di frontiera di John Carpenter l’ha già raggiunto! Ah!Ah!Ah!
Ringrazio ancora Pier Luigi Manieri per la disponibilità e invito i lettori di cinemio a non farsi sfuggire questa interessante monografia.
Vorrei sapere come fa uno che fino a un paio di settimane fa non conosceva neanche il significato della parola sottoculture giovanili, e chiedeva smarrito cosa fossero, a diventare in qualche giorno addirittura un esperto in materia… Non è che per caso gli è piaciuto e c’è lo ha schiaffato per riempire un vuoto, probabilmente incolmabile?
Io stamattina mi sono alzato e ho pensato di essere il direttore artistico della biennale, anzi quasi, quasi lo dichiaro in una intervista. Hai visto mai.
Roger Mc Vicar from high subculture area
Caro Roger
credo che il contenuto dell’intervista non c’entri con il tuo intervento dal tono, tra l’altro, abbastanza accusatorio.
In ogni caso sarebbe corretto che ti rispondesse l’interessato stesso.
Antonella
Caro Roger, siccome seguo da anni i lavori in campo artistico e culturali di Manieri, potrei
dirti che si occupa di videomakers indipendenti (sottoculture) si occupa di gruppi musicali
emergenti (sottoculture) e svariate altre cose come fumetti e tendenze alternative, ma non
te lo dirò perchè non ve vale la pena…. . Ma ti dirò invece, che sei un “sottoculturato”… il ce
che intendevi te è un pronome e si scrive senza accento e senza apostrofo sulla e…..
Difficile che ti faranno direttore della Biennale….
Il libro è già sul mio comodino! John Carpenter per me è il più grande regista vivente!!!
cara Antonella, non conoscevo cinemio.it, grazie al post sull’intervista a Pier Luigi Manieri ho avuto la possibilità di approfondire la vs. lettura. Devo farvi i complimenti per l’approfondimento e l’impegno, è veramente un blog molto interessante, tuttavia mi corre l’obbligo di porvi una critica:voi per primi come redazione non dovreste permettere la pubblcazione di commenti che di commento non hanno nulla inquanto sono solo sfoghi sgradevoli e gratuiti. La critica può essere anche velenosa ma deve avere in sè una valenza, in quel post invece ci sono solo insulti alla professionalità di una persona ,questo mi dà lo spunto per fare un ragionamento su come siano oggi questi blog dove si può scrivere veramente di tutto! Non lo trovo corretto,ci vuole da parte vostra maggiore tutela. Mi rendo conto che parlandone si fà il suo gioco che è quello di appagare una malattia di protagonismo(Tra l’altro il nome sembra spudoratamente finto, quindi il tipo è pure un vigliacco)ma ritenevo necessario focalizzare questo aspetto. A parte questo, bella intervista,complimenti. Domande indovinatissime che ho apprezzato molto perchè proprio adesso sto leggendo il libro di Manieri che è interessantissimo. Frequento i suoi eventi così fortemente “sottoculturali”….l
ciao Jessica
ti ringrazio per i complimenti! in cinemio c’è davvero tantissimo impegno per dare ai lettori contenuti di qualità e quando questo viene apprezzato ci fa davvero piacere.
quanto al problema dei commenti, innanzitutto ti assicuro che questi vengono tenuti sotto controllo e quando ci rendiamo conto che sono davvero offensivi li cancelliamo puntualmente.
in questo caso le risposte all’intervento davvero inopportuno di quel tale roger sono state talmente tante e precise che ho ritenuto di non cancellare nulla per dimostrare la stupidità del suo intervento.
In fondo il resto dei commenti non fanno che dimostrare il lavoro di qualità di Pier Luigi Manieri quindi ora mi vengono solo in mente le parole di Dante:
non ti curar di loro ma guarda e passa 🙂
solo un’ultima cosa: la decisione di non cancellare il commento è stata presa di comune accordo con Pier Luigi, oggetto della critica e la prima persona che ho interpellato
spero di aver risposto ai tuoi dubbi e spero di ritrovarti tra i nostri fedeli lettori
Ho letto le prime 30 pagine… Ottima la prefazione di Ugo Malaguti e molto piacevole la lettura fino ad ora. Un unico appunto: a pag. 22, elencando i film del Maestro, Pierl Luigi afferma che IL SIGNORE DEL MALE è un film “obiettivamente deludente”! Ora per carità, i gusti sono gusti e ognuno ha i propri (ci mancherebbe altro) ma agli occhi di noi fan un affermazione come questa è da ritenere quasi blasfema (tanto per rimanere in tema con la trama del film)…Altro che deludente, IL SIGNORE DEL MALE è senza ombra di dubbio uno dei capolavori indiscussi di John Carpenter (per molti addirittura il capolavoro in assoluto)!
Grazie.
Un abbraccio.
scusatemi, possiamo parlare del libro? A parte che dopo aver assistito alla sua presentazione mi sono fatto un overdose carpenteriana:Halloween, Fog, Il signore del male, Il seme della follia e ho chiuso in bellezza con 1997:fuga da New York e Fuga da Los Angeles,ho trovato innovativi i parallelismi con Scott, Cameron e Verhoeven per non parlare di quello con Spielberg.Posso dirlo? Un libro di grandi idee…Vittorio ho l’impressione che lui intenda dire per “esperienza obiettivamente deludente” una valutazione globale di film che forse reputa minore rispetto agli altr di carpenteri. la critica è una cosa più asettica della passione.Per farti un es. e non intendo prendere le sue parti(tra l’altro anche io amo molto il signore del male) in conferenza stampa parlando dei film più discussi è stato citato fantasmi da Marte e lui ha appunto detto che la valutazione va contestualizzata, rispetto a carpenter è forse uno dei meno riusciti ma per molti altri registi probabilmente è una vetta inarrivabile. Ha concluso dicendo..vorrei farlo io un film così…..io credo che lui intenda questo, rispetto chessò ad il seme della follia, lo considera minore…lo dico perchè sono andato a verificare nel capitolo dedicato all’horror…
No Cinzia, mi spiace ma non sono d’accordo. Stiamo parlando del 2° film della trilogia carpenteriana sull’apocalisse, ma a differenza di LA COSA e IL SEME DELLA FOLLIA qui il budget a disposizione era davvero ridicolo, attori poco noti ma comunque perfetti, storia incredibile e geniale. C’è di tutto… Godard, Lovecraft, Dick e la fisica quantistica! Musiche maestosamente inquietanti per tutta la durata del film, un lavoraccio enorme quello di Capenter dove la potenza sonora accompagna in simbiosi l’immagine.
La struttura-montaggio dei titoli di testa è incredibile, quasi 10 minuti d’atmosfera dove ti trascina da subito in un limbo infernale come pochi film hanno fatto. Finale maestoso! Trovo strano che un carpenteriano “doc” come Pierluigi lo ritenga un film deludente (o come dici tu, minore) alla stessa stregua di CHRISTINE (ma anche qui avrei qualcosa da ridire) e VILLAGGIO DEI DANNATI (deludentissimo anche per me). Sul saggio invece nulla da eccepire, è bellissimo.
Io darò un occhiata al libro anche se non ne sono molto convinto…prefirerei legere un libro scritto da John Carpenter stesso con tutti i suoi veri punti di vista. Per me è il più grande regista di tutti i tempi e alcune sue opere sono (almeno per me) paragonabili a quelle di Hitchcock o Kubrick ed è colui che mi ha dato il sogno di diventare regista. “La Cosa” per me è il suo capolavoro più grande ed è un peccato che in Italia sia semi-sconosciuto.
Ciao,
in questi giorni di vacanza ho terminato di leggerlo. Oggi mi sono fatto un giretto su internet per vedere recensioni e commenti e allora, eccomi qua! Cosa dire? Una nuova “frontiera”nella saggistica! Ce ne vorrebbero di più di libri scritti così!
Sul Signore del male, condivido il giudizio di Manieri, tutto considerato è un film minore rispetto alla grandezza di altri titoli come per es:Il Seme della follia. Capisco tutto:il cast sconosciuto, i pochi soldi da investire ma alla fine, è un film che m’ha colpito molto meno di molti altri. Comunque stiamo sempre parlando di un genio! Tornando al libro, sul sito della casa editrice hanno scritto che è un testo di saggistica che si legge come un romanzo. Sono d’accordo al 100×100, è avvincente e ricco d’idee come un romanzo!Bellissime anche le interviste e le schede, insomma un libro che da carpenteriano vero, consiglio a tutti di leggere!
Alfredo, ti ringrazio molto per aver offerto la tua personale recensione su questo libro.
Sei stato molto preciso nell’offrire ciò che pensi sul libro, e i lettori di cinemio di sicuro apprezzeranno la testimonianza di appassionato di cinema come te.
Puoi dirmi come hai trovato questo blog?
Quali sono le frasi che hai cercato su google per arrivare a questo post?
grazie ancora per l’aiuto.
Ho digitato il titolo del libro su google e dopo alcune pagine ho trovato l’intervista.
Complimenti per il blog,molto ben fatto.
Alfredo. grazie per avermi segnalato come ci hai scovato in rete.
Hai dei suggerimenti su come migliorare questo blog?
Ti piacerebbe ricevere una newsletter?
Segnalaci qual’è la tua esigenza più impellente, correlata al cinema, magari noi possiamo aiutarti nell’offrirti la risposta giusta.
Grazie per l’aiuto, i feedback dei nostri lettori sono fondamentali.
Letto e riletto (2 volte quindi).
Il giudizio complessivo è: BEN FATTO!
Si può non essere d’accordo su alcune considerazioni o su questo o quel film ma tutto sommato il saggio mi è piaciuto, nonostante alcune clamorose inesattezze e omissioni.
LE INESATTEZZE:
– pag. 227;
Letto e riletto (2 volte quindi).
Il giudizio complessivo è: BEN FATTO!
Si può non essere d’accordo su alcune considerazioni o su questo o quel film ma tutto sommato il saggio mi è piaciuto, nonostante alcune clamorose inesattezze e omissioni.
LE INESATTEZZE
– pag. 227: THE WARD (no sceneggiatura e soggetto);
– pag. 228: VAMPIRES (no sceneggiatura e soggetto);
– pag. 228: FUGA DA LOS ANGELES (musiche con Shirley Walker);
– pag. 228: VILLAGGIO DEI DANNATI (titolo senza IL; no sceneggiatura e soggetto);
– pag. 229: AVVENTURE DI UN UOMO INVISIBILE (titolo senza LE; no musiche con Alan Howarth);
– pag. 229: STARMAN (attore, pilota di elicottero – non menzionato);
– pag. 229: CHRISTINE (no musiche di George Thorogood, solo autore della canzone Bad to the Bone;
– pag 229: LA COSA (no attore norvegese);
– pag 230: 1997 FUGA DA NEW YORK: (no montaggio);
– pag. 230: DISTRETTO 13 (no fotografia).
LE OMISSIONI
Nel capitolo 25 non sono stati citati i nomi di attori fondamentali nella filmografia carpenteriana quali: Peter Jason (presente in ben 7 film); George Buck Flower (presente in ben 5 film); Roddy Piper (protagonista di Essi Vivono); Robert Carradine (presente in 3 film).
Inoltre non capisco per quale motivo i 2 film della serie Master of Horror (Cigarette Burns e Pro-Life) siano stati menzionati 2 volte a pag. 228e 229, una volta con il titolo originale e l’altra con il titolo italiano.
Beh che dire Vittorio sei un carpenteriano decisamente preciso! Grazie per la lista delle inesattezze. Vediamo cosa ne pensano gli altri lettori 🙂