Bent - polizia criminale

Bent – Polizia criminale, il thriller del premio Oscar Robert Moresco, con Karl Urban e Sofia Vergara

Bent – Polizia criminale, il crime-thriller scritto e diretto da Robert Moresco (premio Oscar per la sceneggiatura di Crash) arriva al cinema in Italia il 25 luglio. Protagonista assoluto il dottor Leonard McCoy del reboot di Star Trek, un quasi irriconoscibile Karl Urban, nel ruolo del tenebroso solo contro tutti. Al suo fianco, in qualità di femme fatale d’accompagnamento, Sofia Vergara, la spumeggiante star di Modern Family e l’inevitabile Andy Garcia versione poliziotto “buono” ad un passo dalla pensione. Basato sul libro Deadly Codes, di JP O’ Donnell, è stato girato per 5 settimane a Roma e dintorni, impiegando in buona parte maestranze locali.

Bent - polizia criminale

Bent – Polizia criminale – locandina

Bent – Polizia criminale

Danny Gallagher (Karl Urban) è un poliziotto della Narcotici sotto copertura insieme con il compagno Charlie (Vincent Spano). Nel corso di un’operazione, qualcosa va storto: vengono scoperti come infiltrati e il suo partner viene ucciso dalla stessa persona che stavano cercando di incriminare, il boss della droga Driscoll (John Finn). Per di più, nella lotta viene fatto fuori inavvertitamente un poliziotto e Danny, che riesce miracolosamente a salvarsi, viene accusato di corruzione e di avergli sparato.

Dopo qualche anno in carcere, esce con in testa un solo obiettivo: vendicarsi di chi l’ha incastrato e ha ucciso il suo amico. Compito non facile, poiché i suoi ex-colleghi poliziotti sono convinti della sua colpevolezza, e gli riservano tutto il disprezzo che nutrono per i “Bent”, coloro che si sono piegati e fatti corrompere dai criminali. Danny non può contare praticamente su nessuno: la sua ragazza, Helen (Tonya Cornelisse) sta cercando di voltare pagina; il suo mentore, Jimmy Murtha (Andy Garcia), amico del defunto padre, sembra essere trattenuto dalla moglie, che non vuole in nessun modo che lo incontri; il suo distintivo è ormai inservibile e tutti non aspettano che una sua mossa falsa per rispedirlo in prigione e gettare la chiave.

Ma la vendetta è una forte motivazione a superare gli ostacoli, e Danny persiste nella sua indagine in solitaria per smascherare colui che lo ha incastrato e – possibilmente – farlo fuori quando, a giorni, uscirà dal carcere dove era finito per poco tempo (grazie ai poliziotti veramente corrotti, che lo avevano aiutato ad ottenere una condanna minore).

Riesce, grazie all’aiuto dell’unica impiegata della polizia che ancora gli rivolge la parola (forse perché donna e lui pare alquanto uno sciupafemmine), a fare qualche progresso e a risalire all’uccisione della moglie di un agente governativo, che pare in qualche modo legata al suo caso. Scopre che l’agente potrebbe essere corrotto e che è indagato a sua volta da una seducente e totalmente improponibile agente della CIA, Rebecca (Sofia Vergara). Qua il clima si fa torrido e il nostro tenebroso, pur innamorato della bella Helen e fuori di prigione da solo qualche giorno, si concede qualche digressione sul tema abbandonandosi prima agli abbracci di una spogliarellista e poi della fascinosa 007 in gonnella.

Si susseguono una serie di colpi di scena più o meno prevedibili e una conclusione buonista che, francamente, toglie smalto alla narrazione precedente.

Una detective story di altri tempi calata nel mondo contemporaneo

Bent – Polizia criminale ha tutti gli elementi per essere un poliziesco dell’età d’oro, con, per protagonista, un detective macho, duro, tenebroso, ma con un cuore di panna nascosto dagli spessi strati della sua corazza – alla Bogart, per intendersi. Karl Urban ha anche quella fronte perennemente corrucciata di chi pare guardarti sempre di sbieco, col mento chino, dal basso in su, che chissà per quale motivo è diventato un segno distintivo dell’investigatore privato (o giù di lì) un po’ misterioso un po’ trasandato, con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così pur senza mai aver visto Genova – parafrasando Paolo Conte.

Bent - Polizia criminale Karl Urban

Bent – Polizia criminale: Karl Urban

Anche la fotografia ricorda i noir anni ’40-’50, con le frequenti inquadrature notturne, i posti malfamati come il locale equivoco dove Danny incontra la spogliarellista/lap dancer, il porto, la stessa casa del protagonista, disordinata come da copione del genere. Per non parlare del personaggio principale, che attira femmine come il miele attira le mosche, che è rinnegato ma innocente, che è circondato da falsi amici cui comunque rimane leale, che si spezza ma non si piega e non ha paura di niente e di nessuno.

Karl Urban è talmente carismatico di suo, da riuscire a rendere credibile un ruolo in sé piuttosto stereotipato, che probabilmente senza la sua presenza scenica si sarebbe ridotto a ben poca cosa.

Bent - Polizia criminale - Sofia Vergara

Bent – Polizia criminale – Sofia Vergara

Altrettanto scontata la parte assegnata a Sofia Vergara, quella della pupa del gangster versione moderna, quindi più autonoma: pupa sì, ma di se stessa. A differenza di Urban, però, la star di Modern Family non convince, un po’ per limiti suoi (non basta l’espressione “bambola imbronciata” a fare automaticamente donna fatale e misteriosa), un po’ per limiti del copione o della regia. Ad esempio, vederla traballare su quegli improbabili tacchi a spillo 12, in tailleur fasciato stile seconda pelle e poi affermare con attitudine da vera dura che è un’agente dell’“Agenzia” fa sinceramente scappar da ridere. Ma non scherza anche il momento in cui il nostro eroe si sta facendo una doccia e lei, con passo felpato, pum, gli compare a fianco perché non poteva aspettare un attimo a dargli una soffiata e finisce per – ovviamente – denudarsi con una velocità da far invidia a Brachetti e infilarsi nella doccia con lui. Il tutto pur se in precedenza aveva avuto una storia con la donna uccisa, la moglie dell’agente governativo: perché, si sa, una femme fatale è un po’ così, “‘ndo coje coje”, come si dice a Roma (che l’hanno girato lì a fare, il film, se no?).

Bent - polizia criminale Andy Garcia

Bent – Polizia criminale – Andy Garcia

Anche Andy Garcia sinceramente poteva dare di più: al di là dell’essere ormai totalmente ingabbiato, peggio di Al Pacino, nella dicotomia mafioso con anima/poliziotto corrotto (con le differenti variazioni sul tema), in Bent – Polizia criminale è anche insolitamente facile alla lacrima e, se c’è una cosa che ben trasmette, è il peso degli anni. La sua battuta migliore è quando, nel corso di un discorso struggente in cui gli viene fatto notare, in modalità lievemente passivo-aggressiva, che “lui era ciò che di più prossimo aveva alla figura di un padre”, lui risponde, come farebbe in quel momento ogni spettatore, “Ah, F**K!”. Ma lo dice con un’enfasi tale che in effetti vien da essere d’accordo con lui, lo si immagina proprio pensare “evvabbè. ‘mo buttamela giù dura così, per farmi sentire in colpa!”. Qui il film avrebbe potuto diventare geniale, con una svolta nera e maggiormente realistica. Ma non l’ha fatto.

Bilancio finale di Bent – Polizia criminale

Una crime-story come potrebbe essere raccontata in un buon telefilm poliziesco, con qualche rivolgimento non proprio sconvolgente, ruoli un po’ scontati, niente di non già visto più di una volta e forse anche in versioni migliori. Karl Urban resta una presenza solida e massiccia, in attesa di una vera buona parte per brillare come il suo talento merita faccia; la Vergara è un po’ troppo confinata dal suo fisico prorompente alla versione latinoamericana della “bellona” di turno, che allora le riesce meglio quando può esasperarla in versione ridicola come fa nella serie televisiva che l’ha resa celebre; Andy Garcia è sprecato come poliziotto in pantofole con rimorsi e voglia di “fare-la-cosa-giusta”, troppo banale per le sue possibilità.

Peccato perché l’idea della produzione (AMBI Media Group), di creare un link tra Hollywood e l’Italia realizzando produzioni con cast straniero e maestranze e location locali, avrebbe potuto portare ad un risultato maggiormente degno di nota.

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