Bande a part, gioiello occultato della Nouvelle vague, torna al cinema!

Torna in versione restaurata Bande a part, film del 1964 diretto da Jean-Luc Godard, uno dei padri nobili della Nouvelle vague, corrente che conobbe la sua massima notorietà tra la metà degli anni Cinquanta e la metà del decennio successivo.

Bande a part

Bande a part

Bande a part

Spesso scorrettamente tradotto come Magnetico separato dall’equivoco linguistico che il titolo in lingua originale offre, il film è ispirato a un romanzo poliziesco pubblicato sulla Série Noire della casa editrice Gallimard.

La Gallimard era solita offrire spazio a giallisti minori e così la pellicola vuole essere a sua volta una versione alla francese dei thriller di serie B prodotti da Hollywood nel decennio da poco conclusosi e che sia Godard che il sodale e regista François Truffaut, amavano.

Caratterizzato da una voce narrante fuori campo che accompagna e spiega la storia, Bande a part è girato in bianco e nero, per sottolineare l’insistenza sul parallelismo con una determinata cinematografia d’oltre oceano, ma anche per evidenziare meglio i vari personaggi.

I titoli di testa si accompagnano alle immagini degli interpreti che si susseguono incessanti e abbaglianti come un neon di un locale notturno in un richiamo lontano al realismo del pittore Hopper. I tre protagonisti principali, Anna Karina, Samy Frey e Claude Brasseur sono tenacemente collegati alla cinematografia d’oltralpe.

L’interprete femminile è stata moglie del regista anche se all’epoca i due erano a un passo dal divorzio, Samy Frey era il compagno dell’epoca di Brigitte Bardot, già protagonista di una pellicola di successo di Godard ( Il disprezzo) mentre Brasseur era destinato a diventare uno dei volti più noti del mondo del cinema francese e ottenne nei primi anni Ottanta una popolarità quasi internazionale come padre di Vic (Sophie Marceau) nella pellicola cult Il tempo delle mele ( La boum).

La vicenda, ambientata in una Parigi grigia e nebbiosa ruota intorno a due balordi che vorrebbero fare il colpo della vita con la poco convinta complicità di Odile, compagna di un corso di inglese per adulti.
Recitazione caratterizzata da frasi brevi quasi ad esprimere il senso di vuoto e disorientamento dei vari personaggi che si focalizzano nell’atteggiamento apparentemente passivo e apatico di Odile.

Come curiosità a corollario il regista ha voluto dare alla mite Odile nome e cognome della propria madre mentre uno dei due malviventi interpretato da Brasseur risponde al nome di Arthur Rimbaud, omonimo del celebre poeta maledetto del tardo Ottocento.

La versione restaurata al cinema per pochi giorni

Due sono le sequenze che sono rimaste nella storia della cinematografia mondiale: la prima  ambientata in un cafè vede i tre protagonisti ballare all’unisono una Madison dance mentre un’altra scena, del tutto slegata dalla contestualità della trama e aggiunta solo per dare una maggiore lunghezza alla vicenda , vede i tre correre follemente all’interno del Louvre con lo scopo di visitarlo in nove minuti e 45 secondi.

La medesima scena è ripresa da Bertolucci nel suo The dreamers per omaggiare uno dei padri della cinematografia europea.

Probabilmente lento per chi è abituato ai ritmi serrati delle pellicole contemporanee, Bande a part contiene l’essenza della nouvelle vague, ruotando intorno a giovani tutto sommato puri pur nella loro apatica e incessante corsa verso la trasgressione e per questo rousseauianamente rappresenta un omaggio alla vita ingenua e incontaminata del passato a fronte alla corruzione dell’epoca contemporanea.

Una piccola perla che cinefili e non devono assolutamente vedere.

Bande a part sarà al cinema in versione restaurata solo il 12, 13 e 14 febbraio.

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