Il buono il matto il cattivo _ Western Coreano

Il buono il matto il cattivo è un film western del 2008, uscito in Italia nel 2011, diretto da Kim Ji Woon e interpretato da Song Kang Ho, Jung Woo Sung e Lee Byung Hun. Al 29° Blue Dragon Film Awards del 2008 vince ben 4 premi, miglior film, miglior fotografia e scenografia e film più popolare, rivelandosi così, tra i migliori film coreani.

Il buono, il matto, il cattivo
Il poster del film Il buono, il matto, il cattivo

Il buono il matto il cattivo

Nella Manciuria degli anni 30′, un killer di nome Park Chang Yi (il cattivo) viene assoldato da un uomo ricco per rubare una mappa di proprietà di un banchiere giapponese. La mappa si trova su un treno in corsa, e il killer dovrà fare i conti con Yoon Tae Gu (il matto), un ladro “rocambolesco” e Park Do Won (il buono), un abile cacciatore di taglie. Tra i tre sarà una
lotta senza esclusione di colpi, tra cavalcate westerniane e combattimenti alla Jackie Chan

Un omaggio al grande Sergio Leone

Ovviamente leggendo il titolo, la prima cosa a cui pensiamo è l’opera del maestro Sergio Leone. Kim Ji Woon sà che fare un remake è impossibile, così crea un’opera diversa, omaggiandone lo stile e la struttura. Costato 17 milioni di dollari, Il buono il matto il cattivo, viene considerato il film più costoso mai realizzato.

Il genere western viene coreanizzato e unito al genere asiatico per antonomasia, le arti marziali. Difatti la differenza principale sta nella “spettacolarità” delle scene d’azione, riprese egregiamente e che schizza l’occhio al mondo hollywodiano.

È un film godibile e ben diretto, ricco di inseguimenti, sparatorie e combattimenti corpo a corpo, un western coreano ricco di citazioni e omaggi al cinema italiano e non, con la pretesa di essere un film diverso e non “una brutta copia di“.

Una scena del film
I protagonisti in una scena del film

La regia di Kim Ji Woon

Il regista lo conoscono quasi tutti per l’horror Two Sisters, o per l’action movie The Last Stand con Arnold Schwarzenegger. Due generi diversi ma con una costante in comune, ovvero una messa in scena atta a stupire. In Il buono il matto il cattivo, la prima scena in cui si nota la sua voglia di ammaliare lo spettatore è indubbiamente quella della rapina in treno.

Il primo incontro tra i tre protagonisti è qualcosa di visivamente spettacolare, dove al centro di tutto c’è solo azione, pura e genuina. Primi piani che mettono in risalto le caratteristiche dei personaggi, tra cui quella di Song Kang Ho nel ruolo del matto, ove le sue mimiche facciali sono di altissimo livello.

Questo perché non è solo la regia esterna a funzionare, ma persino il trucco dei personaggi, tanto da risultare a tratti “allucinanti“, come quella di Lee Byung Hun che interpreta il cattivo. Kim Ji Woon ci regala una regia sublime, un western orientale coinvolgente che omaggia grandi opere del passato, costruendo un nuovo capitolo nella storia del cinema coreano.

Kim Ji Woon
Il regista Kim Ji Woon

Il buono il matto il cattivo è un omaggio dedicato a noi

Quando guardiamo un film, dentro cui vi sono diverse citazioni ad altri film, lo notiamo subito e ci sentiamo anche “realizzati” per averne colto il senso. Spesso noi spettatori restiamo a bocca aperta, specie se le citazioni in questione si riferiscono al cinema di Sergio Leone.

Quello che il film fa è proprio questo, ci delizia facendoci riappassionare a un genere ormai dimenticato. Anch’io da piccolo era innamorato del genere western, passione che mi aveva trasmesso mio padre, con i film di Sergio Leone passando poi a commedie più leggere come Lo chiamavano Trinità.

I costumi, i dialoghi e le ambientazioni, mi rapivano e credo che da bambino ho sognato più volte di voler diventare un “fuorilegge” o uno sceriffo. Questo film mi riporta proprio a quei tempi, il me bambino che si emozionava con le musiche di Ennio Morricone, e rideva alle battute di Bud Spencer e ai ceffoni che volavano.

Fare un remake a volte può rivelarsi un disastro, per questo motivo trovo che il “rendere omaggio” sia più lodevole. Non è semplice, perché tutti fanno il paragone con altre opere, specie se tratta un genere che ad oggi, forse è il più riconosciuto al mondo. Quindi grazie Kim Ji Woon, per averci regalato un’opera immensa, che omaggia i miti del passato senza aver avuto la presunzione di imitarli…

Una scena del film Il buono il matto il cattivo
Una scena del film Il buono il matto il cattivo

Quando l’Oriente incontra l’Occidente

Il cinema asiatico lo si riconosce principalmente per la violenza e le scene d’azione. Passando dalla Cina con i film di Bruce Lee o Jackie Chan, alla Corea coi i vari Action movie. La violenza sta alla base di tutto, una violenza piacevole però, perché coreografata sempre magistralmente.

Gli scontri corpo a corpo, le sparatorie, sono realistiche la maggior parte della volte, tanto che alcune volte possono sembrare semplici da eseguire. Ma dietro c’è un lavoro immenso, curato e dettagliato che crea nella nostra mente una bellissima illusione. “Ma quel calcio rotante è davvero così potente? Lo ha davvero colpito in faccia?“.

Quando ci poniamo queste domande, vuol dire che il film è fatto davvero bene. Il buono il matto il cattivo, fonde le caratteristiche tipiche del cinema orientale con quello occidentale. Vengono applicate conoscenze e costumi tipiche di film occidentali, come l’uso delle armi o inseguimenti senza limiti.

Ciò che ne fuoriesce da questa fusione è un film più “teatrale” e meno “impressionistico“. Un processo che negli ultimi tempi si sta evolvendo sempre più, tanto da far avvicinare i coreani a diversi generi mai affrontati prima. Dipenderà da questo la corrente asiatica che sta colpendo il mondo intero? Non lo so, ma io sono felice come un bimbo di 5 anni a cui viene regalata la prima bicicletta…

Una scena del film Drunken Master
Scena tratta dal film Drunken Master

Corea & Cina Vs Giappone

Dopo l’aver visto il film, risulta evidente la coalizione tra Corea e Cina contro il Giappone. Infatti nel film è presente un durissimo attacco verso i giapponesi, considerati dei veri e propri oppressori e invasori spietati. Non hanno alcun rimorso o pietà, anzi, utilizzano il loro potere per opprimere i più deboli.

Che tra Corea e Giappone non scorra buon sangue, lo sanno tutti, però mai come in questo film, la denuncia nazionalistica era stata così evidente. Nel genere western di solito seguiamo una storia di “vendette“, e qui è la stessa, portata alla luce senza mezzi termini. Giapponesi cattivi, coreani simpatici, quello che in sostanza il regista vorrebbe esprimere.

Non assistiamo soltanto all’evoluzione dei personaggi, ma quella di un’intera nazione, che vuole vendicarsi usando la cinepresa. Una vendetta insolita ma fortemente voluta, che al tempo stesso dichiara il suo amore verso il cinema internazionale.

Una scena del film il buono il matto il cattivo
Una scena del film

Giudizio personale su Il buono il matto il cattivo

Io da amante del genere western quale sono, sono rimasto estasiato da questo film. Diverse scene rimarranno impresse nella mia memoria, come quelle degli inseguimenti, o quelle dei combattimenti. Per un nostalgico come me, è un’opera che non deve mancare nella propria cineteca. Il regista ci regala un film omaggioso, ricco di citazioni e ambientazioni tipiche di
quel genere, discostandosi per l’originalità delle scene d’azione e dalla diversa struttura narrativa. Film scorrevole, simpatico e godibile per passare due ore in compagnia dei nostri ricordi…

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