“Il Cigno Nero”, di Darren Aronofsky

Di “Black Swan” (o “Il cigno nero“, come uscirà venerdì 18 febbraio nelle sale italiane) si è già parlato moltissimo per diversi motivi. Il film intanto aveva aperto l’ultima edizione del Festival di Venezia, il primo settembre dell’anno scorso, ricevendo ovazioni in sala ma per la verità anche più di una critica. Da allora ha comunque preso il largo, ed ora ce lo ritroviamo con un bel po’ di candidature all’Oscar.

Natalie Portman, tanto per cominciare, è in lizza come migliore attrice protagonista: di certo, il suo ruolo è impegnativo fino ai limiti del possibile. C’è quindi Darren Aronofsky come regista – già trionfatore a Venezia nel 2008 con The Wrestler (un’opera che per la verità non mi è mai sembrata così memorabile), e tra gli altri premi, Black Swan ha pure la nomination per il migliore film: che però non vincerà, credo, avendo dei concorrenti decisamente più forti.

Al di là di premi ed incassi, per i quali Aronofsky non può che essere soddisfatto, in effetti questo film sembra calcare fin troppo la mano sul versante delle emozioni torbide. Fin dal titolo: come è noto, “Il Lago dei Cigni” è un balletto classico di Čajkovski, uno dei grandi compositori russi dell’Ottocento. Ebbene in questo caso il cigno-regina, ovvero la prima ballerina, dovrà interpretare sia l’innocente cigno bianco che il sensuale cigno nero. Il tutto sotto la guida del coreografo: un Vincent Cassel più bastardo ed insopportabile che mai. Sarà lui a scegliere la personalità più adatta, che diventerà anche la nuova diva del balletto.

La scelta cade appunto su Natalie Portman, una delle aspiranti, che però di “nero” non sembra avere nulla: è sì bravissima, ma fin troppo timida, carina, aggraziata. Per essere convincente dovrà tirare fuori il suo lato oscuro, ed infatti nel corso del film la vediamo vadere in una sorta di spirale maledettistica che ce la fa vedere masturbarsi, ubriacarsi, rispondere male alla madre (inaudito!) e darsi all’amore saffico con la sua collega-rivale. Insomma, la piccola ballerina si confronta con quello che è il Male per la morale comune.

Mah, devo dire che tutta questa vicenda pruriginosa mi appassiona poco, anche perché c’è paradossalmente fin troppo moralismo nella rappresentazione di questo lato oscuro della mente. L’aspetto di maggiore interesse, a mio avviso, è l’ambientazione nel mondo del balletto e della musica classica: dove vengono proiettati certi stereotipi di trasgressione che altrove (nel mondo dello star system ad esempio, o del Rock) sarebbero ancor più banali. Vedere il Male che avanza sulle note soavi dei cigni che danzano, in effetti, è più potente.

14 Comments

  1. Ottorino Fanciulli
  2. Andrea
  3. Ottorino Fanciulli
  4. Andrea
  5. Andrea
  6. onlypippo
  7. Andrea
  8. Ottorino Fanciulli
  9. Andrea

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