Il giovane Daigo Kobayashi sapeva cosa voleva dalla vita, e al momento di sposarsi lo aveva promesso alla moglie: “Le città di tutto il mondo saranno la nostra casa. La nostra vita insieme sarà in tournée”. Una vita ricca di viaggi, insomma, in cui lui avrebbe suonato il violoncello in tour con la sua orchestra, e lei l’avrebbe seguito lavorando come webdesigner.
All’inizio di “Departures”, l’opera del giapponese Yojiro Takita premiata l’anno scorso con l’oscar come miglior film straniero, la carriera sognata dal protagonista va a rotoli.
L’orchestra di cui fa parte si scioglie, al termine di una scalcagnata Nona di Beethoven eseguita davanti a quattro gatti, e Daigo si ritrova disoccupato. E ciò che è peggio, si rende finalmente conto di non avere abbastanza talento per una seria carriera di musicista (ritrovandosi per giunta con il costoso strumento ancora da pagare): il ragazzo sente tutto il peso della sconfitta personale, e si ritrova a dover ripartire dal nulla per costruirsi un futuro.
Assieme alla moglie decidono allora di tornare nel suo paesino di origine, lontano dalla città, dove iniziare la ricerca di un nuovo lavoro (mettendo definitivamente da parte l’illusione di diventare un grande artista, e dunque una persona speciale). Un giorno si imbatte in un annuncio allettante pubblicato sul giornale: “Agenzia NK – Qualsiasi età, ottimo stipendio, poche ore di lavoro effettivo, regolare assunzione. Non è richiesta esperienza. Assistiamo coloro che partono per dei viaggi”.
Ma come scoprirà presto, non si tratta di “viaggi” nel senso comune del termine: piuttosto, è IL viaggio, come sintetizza il capo al termine del colloquio (o come spiega l’altra collega con una battuta geniale: “il nostro è un mercato di nicchia”). Non dirò altro perché ho spoilerato già abbastanza, ma siamo solo all’inizio del grande cambiamento della vita di Kobayashi. Non solo perché inizia a guadagnare (pur nascondendo a tutti, moglie compresa, la natura vera della sua nuova imbarazzante professione); ma soprattutto, perché a confronto con l’anziano maestro / datore di lavoro e con i suoi – diciamo così – clienti, scoprirà un significato più pieno e profondo dell’esistenza: ed alla fine realizzerà davvero il suo sogno di essere un artista, anche se in modi del tutto diversi da quelli immaginati un tempo. Departures è una bella storia di crescita personale attraverso il confronto con la morte, raccontata con leggerezza, humor nipponico, e momenti di toccante (se forse un po’ esagerato) melodramma.
La pellicola risale al 2008, ha vinto l’Oscar nel 2009 come migliore film straniero, e finalmente esce in Italia nel 2010: per la precisione, questo venerdì.
Per approfondire
- La recensione di Departures su mymovies;
- Un’intervista a Yojiro Takita (in inglese) su cinemawithoutborders.com;
- La scheda di Departures su Wikipedia (in inglese)
avevo sentito parlare molto bene di questo film e tu me ne hai dato conferma.
spero solo sia distribuito a dovere…