Successi in patria: ALMANYA – La mia famiglia va in Germania

Esce oggi al cinema, distribuito da Teodora Film ALMANYA – La mia famiglia va in Germania, film presentato con successo all’ultimo Festival di Berlino e campione d’incassi in patria (il film è diretto da Yasemin Samdereli e girato in Germania). Ecco l’opinione di Davide Cinfrignini sul film.

ALMANYA – La mia famiglia va in Germania

di Davide Cinfrignini

Negli anni 60′ la famiglia Yilmaz si trasferisce in toto dalla Turchia alla Germania per approfittare delle ricche offerte di lavoro. Ormai arrivato ad ottenere la cittadinanza tedesca nel 2011, il patriarca della famiglia, Husein decide di tornare per un viaggio in patria, dove ha comprato un’abitazione che vorrebbe ristrutturare. Decide di portare con sè l’intera famiglia, arrivata ormai alla terza generazione.

Dubbio il successo in Italia…

Sia Road Movie che  commedia dell’integrazione sociale e generazionale, Almanya (che significa Germania in Turco) è  una pellicola che si iscrive nel filone delle commedie sull’emigrazione e sull’incontro tra due culture diverse, lontane ma costrette per necessità a confrontarsi tra loro (quella turca-islamica e quella tedesca).

Diviso in almeno tre moduli distinti, la pellicola fallisce il suo intento in almeno due di questi: nei lunghi flash-back- racconto ambientati negli anni 60′ e nella prima parte ambientata in Germania, che si sviluppa nei giorni nostri. Il lavoro di Yasemin e Nesrin Samdereli sembra che si affidi agli stereotipi per esorcizzarli ma finendo per farli diventare parte integrante del racconto che si condisce di grottesco e irrealtà quando vuole essere irriverente e ironico.

Paradossalmente è quando le Samdereli (le due sorelle cosceneggiatrici tedesche di origine turca) passano al terzo modulo, quello del Road Movie alla Little Miss Sunshine, con la famiglia di ritorno nella Turchia odierna, che riescono a fare meglio. Raccontando ambientazioni che conoscono poco ma che idealizzano, riescono a rendere affascinanti e impregnati dei loro ricordi d’infanzia i luoghi della regione dell’Anatolia.

La pellicola comunque continua a soffrire di una povertà di scrittura che tocca inesorabilmente tutti i personaggi, che fanno miseramente “la fine” che ci saremmo aspettati  dall’inizio della pellicola. La famiglia multietnica turca trapiantata in maniera ormai definitiva in Germania, alla ricerca obbligatoria delle proprie origine, in particolar modo quando ormai le terze generazioni non conoscono neanche più la lingua materna dei propri nonni, si risolve in un esplosione di conflitti privati che sono solamente il preludio a retoriche riappacificazioni.

Lavorando più sull’effetto e sull’accumulo superficiale di emozioni piuttosto che su una solidità narrativa che punta a dotare la pellicola di una sostanza psicologica, le Samderelli “steccano” qualitativamente la loro opera prima rendendola un “bocconcino appetitoso” leggero e facile da digerirsi (e dimenticarsi).

Grandissimo successo in patria con 11 milioni di euro guadagnati al Box Office, Almanya faticherà a trovare in Italia un seguito solo lontanamente paragonabile a quello tedesco.

Voto: 5

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