Arriva oggi in sala il nuovo film di Davide Marengo, intitolato Un Fidanzato per mia Moglie, remake dell’originale film argentino Un novio para mi mujer di Juan Taratuto, una commedia sentimentale condita da toni fortemente malinconici.
di Edoardo Marco Aversa
Un Fidanzato per mia Moglie
Simone (Paolo Kessisoglu, Immaturi), venditore d’auto d’epoca, è sposato da due anni con Camilla (Geppi Cucciari, Una donna per amica, L’arbitro), disoccupata e dal carattere difficile. La coppia vive un momento di crisi: Simone non ne può più delle intemperanze di Camilla e vuole lasciarla. Decide di chiedere aiuto al suo collega Carlo (Dino Abbrescia, Cado dalle nubi, Il peggior natale della mia vita), che a sua volta lo indirizza da Il Falco (Luca Bizzari, Immaturi, E se domani), ex playboy un tempo noto per esser stato il promesso sposo della figlia di Pelè. Il compito de Il Falco è quello di sedurre Camilla per farla divorziare con Simone: le cose però non sembrano andare secondo i piani…
Trailer del film
Ménage à trois
Negli ultimi anni in Italia, vuoi per carenza di idee o per semplice spirito di emulazione, molti registi si sono ritrovati a girare remake di commedie europee di grande successo. I risultati sono stati spesso altalenanti, con ad esempio buone prove come Benvenuti al Sud o invece vere e proprie ciofeche come Fuga di Cervelli. Davide Marengo, al suo quinto lungometraggio, prova a dire la sua in questo ambito attraverso un film più sofisticato di quanto la propria patinata copertina lasci immaginare.
Un Fidanzato per mia Moglie infatti si presenta nel peggiore dei modi, soprattutto a causa di un cast televisivo da cui non ci si può aspettare nient’altro che la solita becera comicità all’italiana. In realtà il film di Marengo non è fatto di sole risate (che, a dire la verità, sono poche), bensì racconta una situazione di coppia particolarmente drammatica e soprattutto realistica. Le situazioni che affrontano i personaggi sono infatti più che plausibili e ci vengono mostrate con toni all’apparenza leggeri ma in verità malinconici. E’ soprattutto la figura di Camilla a esplicitare il pessimismo di fondo che permea tutto il film: attraverso i suoi sfoghi, ella ci racconta un’Italia superficiale e incapace di reagire alla perdita dei valori, denunciando i vizi e i capricci dell’uomo medio.
Nonostante qualche difetto nella sceneggiatura (non tutto infatti ci è spiegato a dovere),il ménage à trois tra i protagonisti è ben narrato e interpretato, e di sicuro lascerà di stucco più di uno spettatore per la sua drammaticità. Bravi in questo senso Luca e Paolo, finalmente “divisi” e capaci di ergersi a figure individuali, abbandonando per una volta il luogo comune della coppia comica (cosa che non accade invece nei camei di Ale e Franz). In definitiva, una commedia diversa dal solito. Da vedere.
Voto 3/5