Selma – La strada per la libertà: sognando il diritto al voto

Dal 12 Febbraio arriva anche nelle sale italiane un aspetto poco narrato sul grande schermo di una figura che, al contrario, è stata trasposta molte volte: Martin Luther King e l’ottenimento del diritto al voto per la gente di colore americana nel pieno degli anni sessanta. Nominato all’Oscar come Miglior Film, arriva nelle sale Selma – La strada per la libertà.

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Selma – La strada per la libertà

Nella Primavera del 1965 un gruppo di manifestanti guidati da Martin Luther King (David Oyelowo; Interstellar, A most violent year) approdarono nella cittadina di Selma in Alabama per manifestare pacificamente per il diritto al voto a favore dei cittadini americani di colore, sino ad allora vietato in numero maggiore negli stati del Sud degli Stati Uniti d’America, allora sotto la presidenza Johnson (Tom Wilkinson; Gran Budapest Hotel, The Lone Ranger).

Trailer del film:

(Dis)umanità

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Ava DuVernay, afroamericana regista qui alla sua prima prova in un lungometraggio ad alto budget, riesce a restituirci in Selma – La strada per la libertà un documento importante della conquista del diritto al voto da parte degli americani di coloro negli anni sessanta negli Stati Uniti d’America ma soprattutto uno dei ritratti più intimi e fragili del Martin Luther King uomo: un uomo combattuto, pieno di dubbi ed incertezze, con grossi problemi nel suo equilibrio di coppia con la moglie. Il film lavoro tra silenzi e lunghi e diluiti dialoghi che spesso cercando di enfatizzare una situazione o uno stato d’animo (il che porta all’eccessiva durata di oltre due ore quando avrebbe potuto avere, specie in alcuni momenti, un ritmo più lavorato ed efficace).

Oscar mancato

King compie delle scelte durante il suo percorso alla conquista di un sacro santo diritto e queste sono per il bene comune, avviando pratiche per una negoziazione politica come strumento per questo suo bene ultimo. Le discussioni con il presidente Johnson, i discorsi per invogliare e sostenere i suoi “fratelli neri”, tutta l’imponenza della sua figura è riversata sulle spalle di David Oyelowo, attore di grande spessore che qui riesce a restituire una figura prima di uomo e poi di attivo uomo di fede e, inevitabilmente, abile retore per accrescere la volontà nelle masse.

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Tutto ciò confezionato al meglio grazie ad una regia attenta e vicina ai temi narrati, che riesce a fondere uno stile documentaristico ad una narrazione di finzione che unisce il tema del diritto al voto alla negazione dell’umanità da parte di burocrazia e potere sui più deboli del paese e fino all’intimo del protagonista, amalgamando il tutto in una corposa composizione ben girata e montata, che riesce a narrare con il giusto distacco emotivo eppure riuscendo ad affabulare ed attirare lo spettatore dentro immagini stilisticamente composite, funzionale, elaborate per spingerlo emotivamente dentro le vicende per far si che non le dimentichi più, anche una volta lasciata la sala.

Tra gli altri interpreti di Selma – La strada per la libertà si segnalano le brillanti e profonde interpretazioni di Cuba Gooding Jr. (The Butler), Carmen Ejogo (Anarchia: la notte del giudizio) e Oprah Winfrey (The Butler). Spento rispetto al solito, invece, Tim Roth (Grace Di Monaco), nei panni del governatore George Wallace.

Clip dal film

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