Cinemio incontra i registi emergenti: intervista ad Andrea Lodovichetti – Seconda Parte

Continuiamo la nostra intervista ad Andrea Lodovichetti. Oggi ci parla dei premi ricevuti (di cui uno persino da Spike Lee), dei suoi progetti e di tanto altro.

Andrea, in Sotto il mio giardino hai lavorato con due bambini (Stefano Bottone e Alessandra Pellegrino): com’è andata?

Lavorare con i ragazzini è stata un’esperienza straordinaria, che onestamente non vedo l’ora di ripetere. All’inizio ero leggermente preoccupato, ma assolutamente certo di voler affrontare una sfida del genere.  Alla fine, le mie (poche) paranoie si son rivelate del tutto infondate: abbiamo stabilito un rapporto alla pari fin dai tempi della pre-produzione, la nostra relazione è stata davvero sorprendente. Tutto è filato liscio.

Andrea Lodovichetti con i piccoli

Andrea Lodovichetti con i piccoli Stefano ed Alessandra

Una cosa che ho sempre ripetuto sia a Stefano che ad Alessandra è che loro erano nelle mie mani e io ero nelle loro!  Un aneddoto che mi porterò dentro per tutta la vita, è successo a fine set, quando ho scoperto le carte con lo stesso Stefano. Gli ho confidato che per raggiungere un certo feeling con lui avevo rinunciato a parlare difficile, ai congiuntivi… il tutto per tentare di essere un bambino come lui. Allora mi ha guardato ragionevolmente annoiato e mi ha detto, tra il distratto e lo scocciato:

si, ok, bravo, ma non era necessario…!!!

Quali sono i riconoscimenti più importanti ricevuti per tuoi corti?

Dal 2001 ad oggi ho ricevuto parecchi premi e menzioni per i miei lavori, riconoscimenti che ogni volta non posso che condividere con tutti coloro che hanno reso possbile la realizzazione di ogni singolo cortometraggio. Di sicuramente i più prestigiosi sono stati il Golden Globe 2009 e il premio Looking for a Genius asssegnatomi da Spike Lee a Cannes nel 2008. Ma anche il premio miglior astro nascente al Rhode Island Film Festival a Providence (uno dei festival cosiddetti Oscar Booster).

Lodovichetti premiato da Spike Lee

Lodovichetti premiato da Spike Lee

E poi i premi al Beijing Int. Student Film Festival, al Buffalo Niagara Int. Film Festival, l’Emerging European Film Maker patrocinato dall’attore olandese Rutger Hauer e tanti altri. Anche la semplice selezione è motivo di orgoglio, soprattutto quando avviene in festival internazionali importanti. Sono stato invitato/selezionato in circa 200 festivals e girare il mondo è una sorta di riconoscimento esso stesso!  Sono stato in United States, Morocco, Greece, Kenya, Estony, Uk, Ireland, Scotland, Spain France, Argentina, Canada, Serbia, Bulgary, Hungary, Russia, Czech Republic, Australia, Germany, Portugal, China, Japan, India, Macedonia, Poland.

Qualche considerazione generale sul tuo lavoro?

Mi capita spesso di chiedere a me stesso chi o che cosa mi spinga ad andare avanti, nonostante le mille difficoltà che fanno parte di questo lavoro, soprattutto in un Paese in cui il fronte culturale non ha mai raggiunto livelli cosi bassi e dinamiche così scoraggianti.  Credo che, al di la di una sorta di masochismo insito in tutti quelli che fanno questo lavoro (ove i tormenti sono spesso superiori alle gioie) la chiave sia la passione, e il volere, il dovere riuscire a ricambiare le aspettative che le persone hanno su di te.

Le difficoltà sono tante, davvero. Gestibili a 25 anni; meno a 35.  Cito sempre un bell’aforisma di Kubrick, che è uno dei cardini della mia esistenza:

cosa ci insegna la storia di Icaro? Non ci insegna a rinunciare a volare, ma a costruire ali più solide,

Lodovichetti con il Golden Globe

Lodovichetti con il Golden Globe

Questo è, questo deve essere. Non si mangia con i sogni, lo sappiamo bene tutti, ma chi vuol fare questo lavoro non deve essere attaccato dal morbo di chi non sa o non vuole sognare. Hemingway diceva che avere un cuore da bambino non è una vergogna. E’ un onore. E che si deve combattere, preferibilmente e saggiamente, con le probabilità a nostro favore, ma in caso di necessità si deve combattere anche contro qualunque probabilità e senza preoccuparsi dell’esito.

E soprattutto non si deve dire (al sognatore) come un rimprovero che ha conservato un cuore da bambino, un’onestà da bambino, una freschezza e una nobiltà da bambino.

Progetti per il futuro?

Sono appena tornato dagli USA dove conto di tornare da Marzo 2011, dopo un breve soggiorno in Asutralia per un altro lavoro. Ho tre progetti, in collaborazione con altre persone, che spero di mettere in cantiere l’anno nuovo, in formula di coproduzione tra gli USA e l’Europa. Progetti molto diversi tra loro per tipologia, budget. Non sarà semplice. Niente lo è. Ma, come dico sempre

almeno nei sogni, non intendo badare a spese.

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Ringrazio Andrea per la disponibilità e auguro anche a lui come a tutti gli altri registi emergenti da me intervistati, un futuro di successi e soddisfazioni.

One Response

  1. Emanuela Franchini

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