Noi e la Giulia: la maturità di Edoardo Leo

Arriva nelle sale italiane in circa 380 copie Noi e la Giulia, terzo film di Edoardo Leo dopo il buon riscontro di Buongiorno Papà nel 2012. Con un cast di eccezione ed una Basilicata da cartolina sullo sfondo, arriva al cinema dal prossimo 19 Febbraio Noi e la Giulia, prodotto da Federico e Federica Lucisano in collaborazione con la Warner Bros Italia e tratto dal romanzo di Fabio Bartolomei Giulia 1300 e altri miracoli.

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Noi e la Giulia

Diego (Luca Argentero; Fratelli Unici, Cha Cha Cha), un impiegato frustato a cui è appena morto il padre, Fausto (Edoardo Leo; Smetto quando voglio, Ti ricordi di me?), uno showman pieno di debiti, Claudio (Stefano Fresi; Smetto quando voglio, La mossa del pinguino), un imprenditore fallito, si ritrovano a quarant’anni a condividere un casale di campagna acquistato insieme e da ristrutturare per farne un agriturismo.

A loro si aggiungerà Sergio (Claudio Amendola; Cha Cha Cha, Bar Sport), convinto comunista fuori dal tempo e con un conto in sospeso con Fausto e Elisa (Anna Foglietta; Tutta colpa di Freud, Mai Stati Uniti), una donna incinta con un profondo crollo psicologico.

Quando il loro sogno di aprirà l’attività verrà messo in serio pericolo dall’arrivo dal camorrista Vito (Carlo Buccirosso; …e fuori nevica!; Song’è Napule), il gruppo dovrà prendere un’importante decisione che cambierà le loro vite.

Trailer del film

La terza buona

È la storia di tre falliti. Anzi quattro. Piuttosto cinque. Questo è alla base del nuovo film di Edoardo Leo, Noi e la Giulia, un po’ come della precedente pellicola seppur qui con un respiro ben più ampio, obbiettivi più coesi e una composizione d’insieme molto più matura.

Da Ettore Scola a Sidney Sibilia il passo è breve per Leo che, partendo assolutamente dalla caratterizzazione dei suoi protagonisti (visiva e caratteriale) e donando al film un impianto quasi teatrale (non solo per aver girato in sequenza e in un unico luogo), riesce a tratteggiare con delicatezza dalla sua prospettiva personalissima il ritratto di un’Italia dove i pregiudizi, la corruzione, i soprusi hanno la meglio e le generazioni di trentenni falliti e frustati di oggi sembrano ormai essersi lasciati andare ad un sistema che li ha inglobati, devitalizzati e resi marionette di regole e meccanismi sbagliati sin dal principio.

Ecco allora la scelta di differenziarsi, di reagire, di andare contro a tutto ciò. Come? Innanzitutto allontanandosi dalla città, dalla società, da quel sistema capitalistico e ripartendo da zero, dalla terra, da una morale che arriva semplice, diretta, ma ben costruita e proposta al pubblico senza facili dialoghi e con uno stile di regia e montaggio molto all’avanguardia e al passo con i tempi, che facilmente strizza l’occhio al made in Usa.

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…e poi c’è la Giulia.

La Giulia 1300 del titolo Noi e la Giulia, reduce di tanto cinema di genere degli anni settanta, qui è centro nevralgico di tutto ciò che ruota attorno ai personaggi e al casale protagonista tanto quanto loro.

In una tragicomica serie di eventi, ben elaborati dal regista e dagli sceneggiatori e con delle musiche funzionali e volutamente antitetiche spesso per creare un contrasto immagine/colonna sonora che tanto ama Tarantino e co., Noi e la Giulia è una commedia italiana brillante in piena linea a tutti quei registi della generazione trenta/quaranta che ama raccontare partendo dai personaggi, dagli individui, senza ammiccare particolarmente ad un discorso politico, storico, sociale eppure senza sradicare tali aspetti dal racconto, poiché quasi naturalmente (ed inevitabilmente) entrano a farne parte restituendoci, tra un sorriso ed una riflessione, due ore spensierate senza dover spegnere il cervello.

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Clip e featurette dal film

 

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