Registi emergenti: ‘Un amato funerale’ di Luca Murri – seconda parte

Continuiamo l’intervista al regista Luca Murri che ci ha presentato il suo secondo cortometraggio dal titolo Un amato funerale con gli attori Giorgio Colangeli e Milena Vukotic e come direttore della fotografia il regista Daniele Ciprì.

un amato funerale Milena Vukotic

L’attrice Milena Vukotic

Intervista a Luca Murri

Luca, parliamo del cast tecnico, molto ricco: direttore della fotografia è infatti il regista Daniele Ciprì. Com’è andata con lui? Ci sono aneddoti che puoi raccontarci?

Daniele Cipri’ è sicuramente un vero, autentico e geniale cane sciolto del cinema italiano. Ha un talento mostruoso ed è capace di ragionare per istinto, di avere sempre quel gradino di sensibilità in più che insieme alla sua totale conoscenza dell’elemento fotografico e di quello cinematografico lo rende un maestro. E’ una persona generosissima, che ti dà l’anima e si spende per tutti senza problemi.

Sicuramente è un talento cosi grande che è difficile stare sulla sua lunghezza d’onda. Io mi sono trovato benissimo con lui umanamente e artisticamente durante le riprese di Un amato funerale ma ho anche avuto delle difficoltà all’inizio perché per me era un vero mito. Ero cresciuto guardando cinico tv e tutto il suo cinema e avevo amato immensamente ‘E’ stato il figlio‘. Quindi mi sono avvicinato quasi da fan e questo credo non abbia giovato tantissimo perché avevo una sorta di soggezione nei suoi confronti.

Tolto questo però, ti ripeto lui ha dato molto su questo lavoro. Un giorno abbiamo girato in notturna fino alle 4 in una piazza che nonostante fosse maggio, essendo in alta montagna, era ghiacciata, e lui si era alzato prestissimo per un incontro che aveva in una scuola mi pare a Catania. Nonostante la stanchezza evidente e la scena difficile (avevamo più di 100 comparse) lui è riuscito a sostenere tutto il lavoro da direttore della fotografia e operatore senza mai mostrare un secondo di disattenzione e aiutando me e soprattutto l’aiuto regista a coordinare tutto.

E’ stato un cyborg. Ha un energia rarissima e preziosa e sembra prendere forza dal set, come se lo nutrisse.

un amato funerale corto

Un’immagine del corto

Del corto non sei solo regista ma anche protagonista. Come hai gestito questo doppio ruolo? Hai avuto difficoltà?

Io ero affascinato dalla possibilità di far cortocircuitare alla maniera di Pasolini una recitazione più naturalistica e meno tecnica come la mia, con una vera e propria maschera come Milena (cercando quell’effetto straniante e pieno di contraddizione e verità che mi ha sempre colpito in Ninetto e Toto’).

E’ stato molto difficile dirigere e interpretare Un amato funerale e credo che se non avessi avuto persone come la mia aiuto regia Miriam Rizzo o come la direttrice di produzione Ilaria Braghese, non so’ come avrei fatto. Ho ancora troppa poca esperienza per saper gestire bene entrambi i ruoli e questo mi ha creato enormi difficoltà e tanti errori.

Certo è stato un set difficile e pieno di problematiche di ogni sorta. Eravamo nel centro Sicilia, con persone poco abituate al cinema e alle sue modalità pragmatiche ed è stato complicato riuscire a far andare le cose nel verso giusto. Ma ce l’abbiamo messa tutta e la bravura di chi mi era intorno è stata determinante.

un amato funerale trailer

Luca Murri in ‘Un amato funerale’

E per concludere uno sguardo al futuro. Dove potremo vedre Un amato funerale? E C’è già un nuovo progetto nel cassetto?

Un Amato funerale sarà fra qualche mese online. Stiamo ultimando il giro ”festivaliero” prima di metterlo in rete. Credo per maggio sarà disponibile su youtube.

Progetti in vista? Diversi ma tutti ancora in una stato embrionale. Come si sa, non si sta mai veramente fermi in questo lavoro come è vero che di 100 cose che si iniziano a progettare e già tanto se se ne riesce a portare una a compimento. Certo non ti nascondo che ho scritto due soggetti per due film e che l’ipotesi di riuscire a realizzare un lungometraggio nei prossimi anni è sicuramente l’aspirazione principale.

Ma il cinema come la vita sono imprevedibili e il cinema è anche molto difficile e costoso, quindi posso solo dirvi che io ce la metterò tutta e che sicuramente porterò avanti il mio lavoro nella sua direzione: quella di fare solo e sempre le cose in cui credo e che penso possano ambire a portare l’attenzione su qualcosa di importante. Oggi c’è una tendenza a fare lavori creativi ed artistici sottraendosi al proprio impegno verso quel qualcosa che pensiamo possa servire, che pensiamo possa migliorare lo stato delle cose.

un amato funerale

Una scena del corto

Il postmodernismo e il suo vuoto di valori ha ridotto tutto allo stato di ironia e menefreghismo e chi ha ambizioni di essere utile, politico, sociale o impegnato viene addirittura visto male. Questo è paradossale se ci pensi, visto che l’unico strumento che un artista ha è quello che fa. E quindi su di esso ha sempre la responsabilità anche politica delle proprie scelte.

E’ usare la creatività come parafulmine dell’attenzione alle difficoltà sociali, dire che tanto quello che si fa non cambia il mondo e quindi tanto vale cazzeggiare e magari farsi una giornata alla Caritas se proprio si vuole fare qualcosa di utile, è un modo vigliacco di sfruttare il proprio talento. Perché è li che si misura quello che puoi fare per gli altri. Perché come ho sentito dire una volta a Nanni MorettiMa se neanche le ambizioni sono alte…dove vogliamo andare?”. Ecco, credo sia una domanda molto sensata la sua.

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Il regista Luca Murri

Termina qui la seconda parte dell’intervista al regista Luca Murri. Appuntamento alla prossima settimana per una nuova interessante intervista.

 

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