Proseguiamo con le recensioni della Giuria dei Giovani
dei film in concorso al Sudestival. In questo articolo La fuga di Sandra Vannucchi e La partita di Francesco Carnesecchi.
La fuga – l’opinione di Alessandra
La fuga, primo lungometraggio di Sandra Vannucchi, racconta la storia di Silvia (Lisa Ruth Andreozzi), una bambina di 11 anni, che quotidianamente deve scontrarsi con la debilitante depressione di sua madre (Donatella Finocchiaro) e con la difficoltà di comunicare con suo padre (Filippo Nigro). Il sogno di Silvia è quello di visitare Roma con la famiglia, ma le condizioni della mamma le impediscono di realizzarlo. E, dunque, intrepida e senza paura, decide di partire da sola e sale su un treno verso i suoi sogni. Durante il viaggio conosce una ragazza Rom, Emina, che la porterà a conoscere Roma e il suo mondo, completamente diverso da quello in cui Silvia ha vissuto finora: un mondo racchiuso in un campo Rom, fatto di elemosine, di vita nelle roulotte, ma anche di grandi feste familiari…
Ispirato, in parte, alla storia vera della regista (la cui fuga finì, però, a Roma Termini), il film porta lo spettatore alla scoperta delle diversità attraverso lo sguardo senza pregiudizi della piccola Silvia: la diversità dei nomadi e la loro difficoltà di integrazione, che la sana e sincera amicizia tra le due ragazze sembra poter superare, la diversità della malattia che porta la mamma di Silvia a isolarsi rispetto alla sua stessa famiglia e a sua figlia con cui non riesce più a comunicare. Il viaggio di Silvia (“non sono fuggita, sono solo andata a Roma”, afferma la protagonista) sarà un viaggio di formazione/trasformazione e crescita: sia per Silvia sia per Emina.
Sarà, per entrambe, un “volo” verso il futuro (che per Emina è anche nella possibilità di andare a scuola e studiare!), verso l’indipendenza e la felicità: “Girls in flight”, il titolo inglese scelto per il film, è quasi un commento alla storia, in cui molti adolescenti hanno potuto rivedere se stessi e il proprio desiderio di “volare” verso l’autonomia e la realizzazione dei propri desideri.
Alessandra Lozupone, 4B Liceo Classico “Simone – Morea”, Conversano
La partita – L’opinione di Chiara
Un dramma inaspettato che parte da una semplice e probabilmente sottovalutata partita di calcio tra ragazzi che, nel corso della narrazione, si dimostrerà essere più importante di ciò che sembra. Legato all’esito della partita, infatti, non è soltanto il destino del campionato, ma il destino di ogni personaggio all’interno del film: da Antonio, capitano della squadra, al mister Claudio Bulla, tanto bramoso di una vittoria in campionato sempre e solo sfiorata in 30 anni di Sportica FC, per concludere con la figura debole e vulnerabile del presidente Italo che non ha nulla da perdere se non i risparmi di una vita scommessi proprio su quel risultato.
Ognuno si ritrova inghiottito da un grande buco nero – che è quello del calcio scommesse – che mette a tu per tu con la necessità di dover compiere delle scelte anche a costo di rischiare di tradire i propri valori e ideali.
Il giovane Carnesecchi, al suo primo lungometraggio, rappresenta con grande discrezione e in maniera mai banale una pagina nera dello sport, all’interno di quei piccoli stadi di periferia i cui spalti non pullulano di tifosi.
Inserisce in un contesto moderno e realistico una situazione ben poco favolistica o immaginaria in cui i personaggi sembrano essere assorti in un unico gioco, lasciando il mondo reale fuori dal campo.
Si tratta di una forte ricostruzione dei meccanismi nascosti e spesso cruenti del mondo delle scommesse e dell’influenza che quest’ultime hanno su chi resta vittima innocente, su chi rischia tutto per un brivido o per disperazione.
Un film scorrevole e ben riuscito grazie soprattutto alle grandi capacità attoriali di un cast di nomi importanti come quelli di Francesco Pannofino (Claudio Bulla), Alberto Di Stasio (Italo) e Giorgio Colangeli, già conosciuti da grande e piccolo pubblico e dei giovani e talentuosi Giulia Schiavo e Gabriele Fiore (Antonio). Si spera, dunque, in questi nuovi talenti e di vedere anche molto altro dallo stesso Carnesecchi.
Chiara Torre, V A Liceo Linguistico Polo liceale “Galileo-Curie”, Monopoli