La Buca di Daniele Cipri’. Un piccolo film che rappresenta bene l’universalità del mondo.

Il film si apre con un  primo piano di un cane, che sarà un mero testimone dei fatti.  L’ambientazione del film rimanda a  strade londinesi o francesi, ricostruite  a Cinecittà, e si alternano a luoghi della periferia romana. Il regista Daniele Ciprì ci ha gia abituato a questi luoghi non definiti, come nel suo precedente film “E’ stato il figlio“, e anche l’epoca in cui si svolge non è esplicitamente detta.

LA BUCA VERTICALE_POSTER

La buca

L’idea parte dal finale del suo precedente film, dove un ragazzo finisce in prigione, qui inizia con l’uscita dal carcere dopo 27 anni di pena di Armando (Rocco Papaleo) e si trova davanti questo cane che lo sceglie come padrone. L’altro protagonista è Oscar (Sergio Castellitto che è un uomo pieno di manie, molto particolare, che vive di truffe, anche se è un avvocato. Un personaggio molto simbolico sotto vari aspetti. Le loro vite si intrecciano e danno vita ad una serie di gag, che ricordano le grandi  coppie del passato come Jack Lemmon e Walter Mattahu o Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Come li definisce Valeria Bruni Tedeschi, due clown. Lei nel film è Carmen, la classica donna contesa dai due protagonisti.

Rocco Papaleo e Sergio Castellitto

Rocco Papaleo e Sergio Castellitto

Ciprì parla degli autori che lo hanno ispirato e a cui  piace fare degli omaggi, da Kubrik a Fellini. Si può raccontare la realtà anche facendo sorridere, questo è il suo punto di vista da cui poi nascono le sue storie. Il suo mondo visionario  appartiene un po’ alla corrente nata alla fine degli anni 70  chiamata realismo magico, di cui ne fanno parte Giuseppe Bertolucci, Leone Pompucci e Davide Ferrario.  A lui piace camminare per strada, guardarsi intorno e osservare le persone, per disegnarle e creare dei personaggi. Non a caso Ciprì oltre che regista è anche direttore della fotografia. Cita un verso di Zavattini che scrisse “Il cinema ha smesso di vivere da quando i registi hanno smesso di prendere il tram“. Il paradosso è che la realtà è un po’ falsata, che questo non luogo è il pretesto per far uscire fuori pregi e difetti e diventa un simbolo di come viene gestita la società. Proprio come la buca in questa strada che è lì sotto gli occhi di tutti e le persone e lo stato sanno che qualcuno potrebbe farsi male, ma nessuno fa niente finché non succede qualcosa di grave.

il regista Daniele Ciprì con Segio Castellitto

il regista Daniele Ciprì con Segio Castellitto

Molto ben curata l’ambientazione che si avvale dello  scenografo Marco Dentici, uno dei più bravi in Italia, che lavora qui con il figlio Gianluca Dentici, che cura gli effetti speciali visivi del film. I costumi sono stati realizzati da Grazia Colombini, che aveva già collaborato con Ciprì nel film precedente ottenendo una candidatura ai Nastri d’Argento e David di Donatello. Anche la produzione è la stessa del precedente film Malià di Alessandra Acciai in collaborazione con Rai Cinema e Imago FIlm.

 Trailer, clip e backstage del film

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