Italiano medio nasce come trailer comico parodia del film Limitless del 2011 di Neil Burger, andato in onda prima su La7, poi diventato fenomeno virale del web. Il produttore Marco Belardi e la Medusa distribuzione hanno creduto che le potenzialità di questa storia raccontata in poco più di due minuti potessero esser tali da permettere di realizzare un film che è diventato il primo lungomentraggio di Maccio Capatonda (Marcello Macchia) di oltre 100′.
Italiano medio di Maccio Capatonda
di Matteo Martinelli @Percorsi Up Arte
Giulio Verme (Marcello Macchia) è un ambientalista, vegano, fermo oppositore della cultura televisiva, a causa dei genitori dipendenti dal piccolo schermo. Alla soglia dei quarant’anni vive in una casa arredata con materiali riciclati, decide di non contribuire alla parabola condominiale, e lavora in un centro di smistamento rifiuti a Milano. Depresso e frustrato litiga addirittura con la compagna di una vita Franca (Lavinia Longhi) per via delle sue ossessioni.
La sua vita cambia totalmente quando un giorno l’amico d’infanzia Alfonzo (Luigi Luciano) bussa casualmente alla sua porta e ha con sé una pillola miracolosa che permette di usare solo il 2% del proprio cervello anziché il 20%. Giulio decide di provarla e subito supera la depressione, non pensa più all’ambiente o ai problemi sociali ma solo a sé stesso, alle donne e ai vizi, arrivando addirittura a diventare il Vip più famoso d’Italia.
Da quel momento le due personalità del protagonista lotteranno fino a che non riusciranno a trovare un compromesso…
Dalla TV al cinema
La commedia Italiano medio è permeata da una sorta di “Poetica del porco”, di cui si sa, non si butta via niente. E così i fans di Maccio Capatonda ritroveranno sketch, tormentoni, e personaggi già conosciuti e apprezzati negli anni passati in tv o sul web.
Riproporre personaggi come “l’uomo che usciva la gente” piuttosto che tormentoni come “Mobbasta” che passa da essere il titolo di un trailer comico di qualche anno fa, alla campagna di sensibilizzazione di una associazione ambientalista protagonista del film, può far presa su un pubblico di affezionati, ma non avere la stessa vis comica, per i nuovi spettatori, che non conoscendo il contesto originale non possono apprezzare a pieno tutte le citazioni.
Il tipo di comicità portata sul grande schermo è di certo un linguaggio nuovo per la commedia italiana e più affine sicuramente alla cultura anglo-sassone. Lo stesso regista dichiara di rifarsi oltre che “alla commedia italiana e a personaggi portati sullo schermo da Verdone, Troisi e Benigni” alla comicità dei cartoon americani tipo i Simpson o i Griffin.
“Avevo molta voglia di fare un film che non fosse un insieme di sketch – asserisce Marcello Macchia – ma che recuperasse la tradizione del cinema a personaggi”. Il risultato però non è totalmente raggiunto: la comicità surreale e demenziale, così dirompente in brevi video di massimo 5 minuti, risulta noiosa a tratti in un film di più di un ora e mezza.
Non manca la capacità di creare una trama che regga più o meno tutto il film; capacità, quella di creare una storia vera e propria, che si era già notata nella serie tv “Mario”, andata in onda su MTV. Manca però l’abilità nel dare ritmo alla storia, troppi i punti morti.
Vi è un leggero uso di effetti speciali utilizzati per accentuare il tenore grottesco, ma la realizzazione è piuttosto grezza. L’uso dei non attori anche nel film, divertente per il pubblico televisivo e del web, ripropone troppe volte gli stessi modelli comici, finendo a noia.
La satira comunque funziona, vengono attaccati tutti i tipi sociali dagli estremisti dell’impegno civile, ai menefreghisti gretti e ignoranti, all’italiano furbo che pensa che il compromesso sia una virtù, i personaggi televisivi, sportivi, politici e tutta la società che ci circonda. Nel complesso Italiano medio di Maccio Capatonda ottiene un risultato già in qualche maniera anticipato dal titolo.