Il capitale umano: il valore di ognuno di noi

Esce il 9 gennaio nelle nostre sale il nuovo film di Paolo Virzì Il capitale umano con Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni e Luigi Lo Cascio. Ecco la nostra recensione in anteprima.

Il capitale umano : la scalata al successo picconando su avidità, speculazione e sfrenata competitività

Sapevate che ognuno di noi ha un valore economico e perfettamente quantificabile? Le assicurazioni sulla vita, all’atto di stipulare un contratto con il cliente, calcolano quanto possa valere quella vita umana nel caso dovessero trovarsi a risarcire i suoi eredi. Questa quotazione è tecnicamente chiamata “capitale umano”. Ecco svelato il significato del titolo per l’ultima opera di Paolo Virzì.

A due anni da Tutti i santi giorni, il regista toscano torna in sala con un nuovo brillante lavoro. E riesce ancora a sorprendere, questa volta per originalità di struttura narrativa. Perché in Italia non si fanno solo commedie dalla leggerezza di una piuma e pretenziose di rinverdire i fasti di quel filone cinematografico nostrano che tanto bene fece tra gli anni sessanta e settanta.

Un ciclista in piena notte viene travolto da un fuoristrada con annessa omissione di soccorso. Dopo queste prime scene iniziali, si ritorna temporalmente indietro con l’intento di spiegare cosa è successo. La storia è divisa in più capitoli, ognuno caratterizzato da un punto di vista differente. Quindi vedremo la stessa giornata tramite gli occhi dei vari protagonisti. Plot point, questo, già utilizzato diverse volte in ambito cinematografico (ad esempio in Prospettive di un delitto e in Rashomon) ed anche seriale (I Simpson, E.R. e diversi altri).

Un buon giallo dalle sfumature noir

Ci sono varie figure sociali, fortemente tipizzate. Abbiamo Dino (Fabrizio Bentivoglio), titolare di un’agenzia immobiliare, benestante ma con l’ambizione di puntare sempre più in alto, ad ogni costo. E’ una persona scaltra e viscida, disposto a tutto pur di ottenere un riscontro economico. Ha una splendida moglie, Roberta (Valeria Golino), e una figlia adolescente, con tutti i relativi problemi della sua età. Poi c’è una seconda famiglia, che vive nel lusso più sfrenato, grazie a loschi giochi finanziari effettuati da Giovanni (Fabrizio Gifuni). La moglie Carla (Valeria Bruni Tedeschi) è una donna che ha tutto dalla vita ma come spesso capita in questi casi, dietro un’apparente felicità si nascondono desideri repressi di una esistenza diversa. Appoggia sempre e incondizionatamente le scelte del marito, anche quelle più torbide, pur di non rovinare quel loro ritratto famigliare di un luccichio così artificiale. Intorno a queste due famiglie, accomunate dalla relazione tra i due figli, si tesse una tela molto fitta di imbrogli, segreti e avidità.

Un buon giallo, dalle sfumature noir. L’ambientazione così fredda e distaccata della brianza lombarda ben si adatta a questa trama così impenetrabile. Sembra quasi di trovarsi in quella provincia americana, accuratamente descritta da Stephen Amidon, autore del libro “Il capitale umano”, da cui è stato adattato il film. E la curiosità di scoprire cosa effettivamente è successo quella notte dell’incidente, svelare chi guidava quel mezzo, ci trasforma tutti in detective. Sono diversi i momenti in cui ci si illude di aver trovato il bandolo della matassa. Ma appunto è solo un illusione. Perché la storia continua a serbarci sempre più particolari durante la narrazione.

Una foto della conferenza stampa

Ponendo davanti ad uno specchio i protagonisti, potremmo rivedere quelle persone che, negli ultimi tempi, hanno flagellato la nostra nazione. Uomini vili, disposti a porre sull’altare sacrificale anche la famiglia, pur di omaggiare il dio danaro. Avvoltoi che “hanno scommesso sulla rovina di questo paese e hanno vinto”, citando Bruni Tedeschi durante una scena conclusiva.

Una piccola parte anche per Luigi Lo Cascio, nei panni di un colto professore. Sarà coinvolto in una piccola liaison con la Tedeschi, che sfocerà in un curioso siparietto erotico.
Non fatevi ingannare dal trailer, alquanto fuorviante. Senza dubbio creato ad hoc per soddisfare il palato medio del pubblico cinematografico. Da quelle immagini (e musica di sottofondo) ci si aspetterebbe di entrare in sala per vedere una commedia generazionale, il classico scontro tra genitori e figli. Ma questo è solo un lato di una figura geometrica ben più complessa. Si sorride grazie ad un humor nero. Ci si appassiona a questa storia che avanzando svela quell’iniziale costume da commedia per rivelarne il dramma sottostante.

Una foto della conferenza stampa

Il capitale umano è il primo film in Italia prodotto secondo il protocollo Edison Green Movie. Si tratta di alcune linee guida per ottimizzare i consumi energetici e di materiali, ad esempio sostituendo le bottigliette d’acqua con i boccioni in vetro o ancora usando le posate riutilizzabili al posto di quelle in plastica.

Prima di concludere segnaliamo un’intervista al regista Paolo Virzì in occasione dell’uscita del film.

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