Nuovo appuntamento con i film in concorso al Sudestival 2017. Oggi parliamo di Babylon Sisters di Gigi Roccati, che per l’occasione ci ha concesso un’intervista. Immancabile anche la recensione dei ragazzi della Giuria dei Giovani.
Babylon Sisters
Trieste e una palazzina piena di immigrati. La vicenda si snoda intorno allo sfratto che colpisce le famiglie straniere e la conseguente unione che nasce tra le quattro donne protagoniste, che, ognuna con la propria personalità, sarà di supporto all’altra (nonostante i vari scontri dovuti a culture e abitudini diverse). Nav Ghotra dà vita al personaggio di Shanti, giovane mamma indiana, sposata con un uomo burbero e austero, fortemente legato alle sue radici. Il loro obiettivo è soprattutto quello di regalare un futuro migliore a loro figlia, la piccola Kamla, bambina sensibile e intelligente. Cuore del film è l’amicizia che nasce proprio tra Kamla e il professor Leone, inizialmente diffidente nei confronti della popolazione straniera che pullula nel quartiere, ma che riuscirà a vedere nella piccola così tanta purezza da aprirsi a lei e al suo mondo, appassionandola alla letteratura e segnando così la sua vita per sempre. Nel frattempo l’amicizia tra le sorelle straniere diventerà sempre più forte: con l’aiuto di un’assistente sociale, con forza d’animo e occhi pieni di speranza, riusciranno a realizzare il sogno di aprire una scuola di danza, che sembra essere la porta verso un futuro migliore.
Un tema delicato e quantomai attuale, quello dell’immigrazione, trattato da Gigi Roccati in maniera frizzante e abbastanza realistica. L’interpretazione migliore è senza dubbio quella di Renato Carpentieri (il professor Leone). Discrete le protagoniste femminili. In definitiva un buon prodotto, con alcune falle nella fotografia quanto nel montaggio e che risente forse della mancanza di almeno una scena realmente struggente, tale da donare al film quel quid in più che avrebbe fatto la differenza. Il nostro augurio in ultimo è quello che Babylon Sisters, opera prima di Roccati, possa essere l’inizio di una brillante carriera e che la bora di Trieste spazzi via qualsiasi forma di discriminazione nei confronti del diverso.
Giovanni ROTOLO, V A Classico Polo Liceale “Galileo Galilei”
Intervista a Gigi Roccati
Ciao Gigi, benvenuto su cinemio. Babylon Sisters è la tua opera prima e del film sei anche sceneggiatore. Puoi raccontarci com’è nato il soggetto e com’è andata la fase di stesura della sceneggiatura?
Il film è liberamente ispirato al romanzo Amiche per la pelle della scrittrice indiana Laila Wadia, che da trent’anni vive a Trieste. Quando ho incontrato i produttori di Tico Film, Gino e Sarah Pennacchi avevano già sviluppato il soggetto e stavano cercando un regista sceneggiatore. Dopo aver letto il libro ho accettato con entusiasmo a patto di ricominciare d’accapo insieme a loro, e così è nato Babylon Sisters, il cui titolo è ispirato proprio dalla sorellanza di un gruppo di donne che si uniscono nella lotta per la casa e finiscono per aprire una scuola di balli in una periferia degradata, diventando una rock band di quartiere. Mi affascinava esplorare un’idea di bellezza senza stereotipi.
Nell’adattamento molte cose sono cambiate perché è necessario tradire un testo letterario per dare vita ad un racconto puramente cinematografico. E mentre scrivevo cercavamo i luoghi del film nel quartiere di Ponziana, dove abbiamo incontrato i personaggi che lo popolano, diventandone artefici già in scrittura proprio come il paesaggio suburbano e portuale, contenitore di destini e desideri delle persone che lo abitano. Nella stesura della sceneggiatura ho collaborato con Giulia Steigerwalt, che insieme a Laila, alle produttrici Ines e Sarah ed alle attrici, ha contribuito a creare un universo puramente femminile.
Hai fatto ricerche particolari per raccontare il mondo di donne di nazionalità diverse?
Viaggiando per documentari dalla Cina all’Afghanistan, dalla Turchia al Libano, mi sono sempre sentito a casa, incontrando l’accoglienza, la dignità e l’ospitalità anche degli umili, condivisa in cambio di niente, come se il ricordo di un caffè con della frutta, potesse contribuire ad abbattere un altro stereotipo. Babylon Sisters è una storia di donne immigrate che celebrano il valore dell’accoglienza, la forza della multiculturalità e la sfida di una possibile integrazione. E in qualche modo le donne protagoniste del film le avevo già incontrate nei miei viaggi.
Protagonisti del film sono attori anche stranieri: come li hai scelti e come hai lavorato con loro per la costruzione dei personaggi?
Il cast è stato un territorio di scoperta, portando in scena attori e persone della realtà che, interpretando loro stesse, tentano di rimediare a una ingiustizia. Lavorando insieme a loro ho adattato la sceneggiatura, e con Peppe Voltarelli abbiamo immaginato una colonna sonora ricca di collaborazioni. Emblematica per una storia in cui tutti cambiano nell’affrontare un futuro incerto, che vuole essere un “sanacore”, dal ritmo incalzante grazie alla determinazione dei protagonisti ed alle risorse vitali cui sanno attingere. Kamla è interpretata dalla piccola Amber Dutta, che abbiamo visto finalista di Italian’s Got Talent ballare Bollywood e Micheal Jackson, e ci ha fatto innamorare tanto da prenderla come protagonista, insieme al suo vero padre (nella vita e nel film) Rahul Dutta, un indiano tutto tatuato che lavora come security a Milano, frustrato da un lavoro che lo tiene lontano dalle figlie.
Cercando Shanti, la madre di Kamla nel film, abbiamo conosciuto Nav Ghotra, studentessa indiana di biologia cresciuta in una comunità Sikh del nord-Italia, scappata di casa per studiare a Firenze e mantenersi lavorando, mentre coltiva il sogno di fare l’attrice. Attraverso il lavoro sul film, Nav ha imparato a danzare Bollywood insieme a Kamla, provando per settimane le coreografie dei musical e ha anche cantato la hit Mama Shanti registrata con Peppe Voltarelli. In scena insieme ad un grande Renato Carpentieri nella parte del professore, alla cantante Yasemin Sannino nel ruolo della turca Lule, alla croata Nives Ivankovic che interpreta Marinka, al “padrone fuorilegge” Lorenzo Acquaviva e a Lucia Mascino, il cui personaggio di assistente sociale è ispirato a Monica Ghiretti, responsabile della microarea di quartiere che ha portato nel film gli abitanti di Ponziana. Le donne che ogni domenica ballano nei cortili, i vecchi della nostalgica “Associazione Rena Vecia”, i ragazzi e le ragazze del centro sociale “Casa delle Culture”, e un’inedita coppia di cinesi: Bocciolo di Rosa, nota ristoratrice a Trieste e il Signor Fong, unico disoccupato di una comunità notoriamente laboriosa.
Com’è andata la fase delle riprese? Ci sono aneddoti che ti va di raccontare?
In questo tempo di migrazioni drammatiche abbiamo voluto raccontare una storia diversa, che parla di nuove cittadinanze e di persone che si uniscono per difendere i propri diritti e riscoprono la solidarietà e l’amicizia, proprio nella condivisione della sorte, con l’ironia e la gioia del vivere. Di questa creazione collettiva, con diciassette nazionalità presenti sul set ed un cast di attori al lavoro insieme a persone comuni, posso dire che la finzione è diventata realtà e l’esperienza del film uno stile di vita, che ci ha ricordato quanto abbiamo in comune, trasformando le nostre differenze nella ricchezza del mondo, in un’avventura urgente nel presente.
Babylon Sisters finisce con un musical, come hai pensato la colonna sonora?
Le musiche originali sono composte da Peppe Voltarelli, che proprio nel 2016 ha vinto il premio Tenco come Miglior Interprete per il suo disco “ Voltarelli canta Profazio”. Per questo film ho sfidato Peppe e la sua natura di cantautore per restituire lo spirito di melting pot della palazzina di Via Ungaretti con una colonna sonora ricca di collaborazioni. Oltre al tema del film, Voltarelli si è visto arrangiatore di due pezzi inediti scritti dalla cantante turca Yasemin Sannino, già interprete delle canzoni nelle colonne sonore dei film di Ferzan Ozpetek. Nel film Peppe e Yasemin interpretano Besim e Lule, una coppia e un duo musicale migrato dalla Turchia all’Italia in cerca di una fortuna che non è mai arrivata. Nerde e Ollmasme sono due brani del loro repertorio prodotti per questa collaborazione.
Il leit-motiv della danza del film, Mama Shanti è una finta hit dal sapore bollywoodiano, cantata in hindi dalla stessa Shanti, composta da Voltarelli insieme al suo arrangiatore Paolo Baglioni. Non ultimo un pezzo metal cantato in croato, dedicato da Peppe all’attrice Nives Ivankovic. In un sound-track che vede anche brani di repertorio, è importante sottolineare la collaborazione con il cantante Viktor Kwality, già frontman degli LNRipley, con il brano Gajamukta tratto dal suo album solista Koan Master prodotto da Sugar Records. A Viktor è piaciuto il film e la sua musica è diventata quella di Kamla, il tema finale di Babylon Sisters.
Il film ha partecipato a numerosi festival. Com’è stato il riscontro di critica e pubblico? C’è un complimento o un’osservazione che ti è rimasta più nel cuore?
Dopo il successo dell’anteprima alla Festa del Cinema di Roma, nella rassegna Alice nella Città Kino Panorama, l’abbiamo presentato a Pune, in India, a Parigi, nel festival De Rome A Paris e al Trieste Film Festival, dove abbiamo avuto una proiezione eccezionale con mille persone di pubblico e un flash-mob di cinquanta donne della periferia che hanno danzato sul palco. Ed ora siamo in questa bellissima Monopoli a celebrare insieme al pubblico del Sudestival. Le più bella sorpresa mi è accaduta però a Parigi dove Silvia Pandiani-Lacombe, che è stata per molti anni Direttrice della Comunicazione del CNC – Cinema du Monde Francese, dopo aver visto il film ha scritto sul suo blog: “Superbe projection du magnifique film de Gigi Roccati. Viva il cinema!” E devo ammettere che per tutto l’amore e le incertezze che stanno dietro a un primo film, non c’è complimento più bello.
Forse è ancora presto ma, visto il riscontro della tua opera prima, stai già pensando alla tua opera seconda? Puoi darci qualche anticipazione?
Il mio secondo film è Potere Lucano, che giriamo questa tarda primavera in Basilicata, tra il Monte Pollino e le alture del Vulture, fino al mare di Metaponto, con un cast eccezionale ed una bella squadra, in una co-produzione con Francia e Bulgaria, per la quale abbiamo ottenuto il patrocinio di Slow Food e di Matera Capitale della Cultura, oltre al sostegno del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Basilicata e della Lucana Film Commission.
E’ una storia poderosa, radicata nella natura delle terre alte che racconta l’eterna lotta di un uomo che difende la propria terra dalla mano distruttiva di chi la inquina. Nasce da un bisogno antico per affrontarne uno contemporaneo: il valore universale della preservazione del pianeta. Un film drammatico che ha una speranza, incarnata da una giovane muta di nome Lucia che riacquista la voce, per affermare che la bellezza sta in quel futuro dove batte un cuore antico.
Babylon Sisters non ha ancora una data di uscita. Quando potremo vederlo al cinema?
Abbiamo atteso i riscontri dei festival prima di scegliere quale distribuzione ci seguirà in Italia e devo dire che è un buon momento, dove c’è molta attesa per l’uscita del film. Intanto continuiamo con le anteprime nei Festival a Nantes, Torino, Milano e in California poi si vedrà!
Per concludere, Babylon Sisters è stato proiettato lo scorso venerdì al Sudestival. Vuoi raccontarci le impressioni che hai avuto?
Mi ha colpito molto la preparazione degli studenti, con le loro domande puntuali e profonde, ed il calore di un pubblico di veri cinefili, attenti e appassionati. L’atmosfera del Sudestival è ideale per raccontare l’esperienza di un film e, attraverso le quattro proiezioni di una giornata cominciata con gli studenti dei licei di Conversano e conclusa con un bicchiere di vino insieme alla giuria del pubblico di Monopoli, non sono mancate grandi emozioni e colpi di scena. Indimenticabile, una professoressa di letteratura del liceo classico che nel suo bellissimo intervento ha paragonato il film ad un racconto di Calvino. Evviva il Sudestival!
E noi ringraziamo di cuore Gigi Roccati per la sua disponibilità.