Crowdfunding: ‘A mio padre piaceva Rivera’ di Federico Di Cicilia

Il regista di oggi, Federico Di Cicilia, ha inventato un simpatico spot per invitare il pubblico a finanziare il suo film grazie ad un progetto in Crowdfunding. Il corto si chiama Cinema in bolletta mentre il film è A mio padre piaceva Rivera. Leggi tutti i dettagli nell’articolo.

Federico Di Cicilia, classe 1973, è nato ad Avellino e vive in Irpinia, terra a cui è fortemente legato. Ha girato numerosi documentari: La grande occasione, vincitore al Salerno Film Festival, C’era una volta la valigia di cartone, vincitore del Festival dell’Alta Marca Anconetana, Stefania senza cognome, vincitore del Premio della Critica al Festival dell’Alta Marca Anconetana e proiettato al Festival della cultura italiana di Madrid, La vita è fatta così! e IL TALEBANO docu-fiction sulla guerra in Afghanistan.

Diplomato alla NUCT ed alla scuola di Fiction Mediaset, diretta da Maurizio Costanzo, è stato assistente alla regia nel film Teatro di guerra di Mario Martone e La cena di Ettore Scola. Nel 2001 scrive, dirige e interpreta  Un altr’anno e poi cresco, un lungometraggio con Paola Cortellesi e Novello Novelli, in concorso  ai Festival  di Annecy, Villerupt e Montecarlo, vincitore del Premio Giovane Pubblico a Parigi.

A mio padre piaceva Rivera è la sua opera seconda.

Cinema in bolletta

Con questo cortometraggio-spot di poco più di 3 minuti, creato per pubblicizzare il finanziamento del suo film A mio padre piaceva Rivera, Federico Di Cicilia ironizza sulle difficoltà che oggi i registi hanno di realizzare i propri sogni. Per sorridere e riflettere…

Le domande al regista

‘Cinema in bolletta’ nasce per finanziare il progetto, più importante, che è quello del tuo film. Com’è nata l’idea del corto?

Cinema in bolletta nasce dalla necessità di realizzare un piccolo spot per promuovere l’iniziativa in crowdfunding per il mio prossimo film A mio padre piaceva Rivera. Non volevamo certo essere patetici, apparire presuntuosi o disadattati, rivolgendoci esplicitamente alla gente chiedendo soldi.

Ma non volevamo, più che altro non potevamo, mettere in scena un pezzo del film vero e proprio, non potendo ancora disporre degli attori. Allora è venuta fuori quest’idea, presa un pò dalle pubblicità progresso, tipo ministeriali. Partendo da un paradosso molto forte, la storia dei suicidi che è chiramente inventata, ma che però ha un fondo di verità.

Pensando un pò alla situazione reale mia e dei miei colleghi, al Valle, ai vari scioperi, alla crisi generale del cinema e dell’economia italiana… è venuto fuori questo scherzo in due atti, più un piccolo corto che uno spot vero e proprio…attraverso l’autoironia…

E ora parliamo del tuo film ‘A mio padre piaceva Rivera’. Tua è anche la sceneggiatura. Come sei arrivato al soggetto del film?

Il soggetto del film A mio padre piaceva Rivera nasce dalla mia terra, l’Irpinia. Dal mio vissuto, dal vissuto dei miei amici d’infanzia, dal vissuto del mio paese. I ricordi di quando si giocava in piazza e si sudava e si litigava per una partita che non contava niente. Non veniva trasmessa in televisione, nè si potevano fare scommesse sul risultato.

In questo modo quel periodo “magico“, nel racconto diventa il periodo del tutto è possibile. E’ una situazione ancora valida nei nostri piccoli paesi, per i ragazzini. Periodo che però si scontra bruscamente con il risveglio dell’adolescenza e dell’età adulta, quando le limitazioni dello spazio dove hai trascorso i tuoi anni migliori, emergono e ti schiacciano sotto il loro peso.

Mi interessava raccontare questo stato d’animo che è molto comune tra i giovani della nostra terra. Ma il racconto si sviluppa intorno al rapporto tra un padre che vorrebbe vedere suo figlio migliorare la sua condizione attuale e un figlio che vorrebbe solo essere amato da lui, senza niente in cambio. Il tutto però, raccontato con toni leggeri, da commedia all’italiana.

L'attore Massimiliano Gallo

Vuoi parlarci del progetto di crowdfunding? Le riprese inizieranno ad aprile, avete trovato sostenitori?

Il progetto in Crowdfunding nasce dall’idea di coinvolgere gli abitanti e il territorio stesso dell’ambientazione del film. L’Irpinia. Così come ho visto fare nelle occasioni delle feste patronali o in altre situazioni del genere, mi sono immaginato che l’intera provincia potesse sostenere questo progetto con la sua generosità, la sua presenza e la sua operosità.

Contrariamente a ciò che si dice o si crede la nostra terra è una terra molto ricca. Ricca di idee, voglia di fare, dove il crowdfunding è sempre esistito magari però chiamato in dialetto. Da questi presupposti immaginari è nato il progetto. Chiaramente sono molto ottimista, anche se  le cose non si stanno sviluppando in maniera diretta e veloce per il raggiungimento concreto dell’obiettivo che abbiamo stabilito: 200.000 euro.

Cifra minima per poter girare un film. Ma i sostenitori aumentano giorno per giorno, così come le persone che decidono di mettere a disposizione il proprio tempo per questo progetto. Non credo però riusciremo a cominciare le riprese ad Aprile, sia per motivi legati al budget, sia per motivi legati alla disponibilità delgli attori. Fine maggio inizio giugno, per quel periodo credo saremo pronti.

L'attore Nello Mascia

Parliamo un pò del cast. Tra i protagonisti troviamo Nello Mascia e Massimiliano Gallo. Quali sono stati i tuoi criteri di scelta?

Nello Mascia è un maestro ed è perfetto per il ruolo dell’allenatore che ha dedicato la vita alla sua passione. Sono onorato della disponibilità accordata a questo progetto. Con lui abbiamo salito il primo scalino. Ho avuto il piacere di conoscere Nello Mascia sul set di Ettore Scola del film La cena e l’ho voluto nel mio primo film. Abbiamo recitato insieme in scene del film e c’è stata simpatia tra di noi.

Siamo rimasti amici, anche se non ci vediamo spesso. Massimiliano Gallo, non lo conosco personalmente. Ho avuto modo di apprezzarlo nei suoi piccoli ruoli interpretati magistralmente nei vari film di Risi, Ozpetek ecc. ed ho subito pensato che fosse perfetto per interpretare la figura del padre. Caratteristiche fisiche, interpretazione e carattere. Era lui. Fortunatamente la sceneggiatura gli è piaciuta e così ha deciso di accettare il ruolo.

Molti registi, come accade in altri campi, scelgono di andare a lavorare all’estero. Pensi anche tu, viste anche le difficoltà che stai affrontando, che l’Italia non sia il luogo ideale per un regista emergente?

Io credo che le difficoltà ci sono in ogni paese e in ogni settore d’attività. Stiamo vivendo tempi difficili a livello mondiale e non credo che la soluzione sia la fuga, almeno per me. Forse per un ventenne può essere giusto provare l’esperienza dell’estero, anche solo per arricchire il suo bagaglio culturale. Restare e combattere è invece il mio motto.

Il sapore che può avere riuscire a realizzare il mio film, nella mia terra, in questo modo e in questi tempi sarà sicuramente più dolce di una sirena di un altro paese. Almeno per ora. Andare a girare in America come Muccino o Sorrentino è un discorso, ma andare là con la valigia di cartone è un’altra cosa.

Il regista Federico Di Cicilia

Ringrazio Federico Di Cicilia per la disponibilità ed invito chi volesse aiutarlo a portare a termine il suo progetto a leggere tutti i dettagli sul sito del film.

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