Ritroviamo oggi un regista amico di cinemio: Edo Tagliavini con il quale avevamo già chiacchierato in occasione dell’uscita del suo film Bloodline. Oggi parliamo con lui del cortometraggio del 2008 Alchimia del gusto, con Alessandro Preziosi, prodotto da Pasta Garofalo e Fox Crime.
Edo Tagliavini, classe 1971, si definisce viaggiatore professionista ed è stato anche campione nazionale di skateboard nel 1990. Ha diretto numerosi spot, video clip musicali e cortometraggi ed ha all’attivo anche un lungometraggio, Bloodline di cui abbiamo già parlato su cinemio. Alchimia del gusto è un cortometraggio del 2008 prodotto da Pasta Garofalo e Fox Channel Italy.
Del rapporto del noto pastificio Garofalo con il cinema abbiamo già parlato qui su cinemio: The Wholly Family di Terry Gilliam è infatti il quarto cortometraggio finanziato e prodotto dall’azienda. Il primo, del 2008 è stato proprio Alchimia del gusto, diretto da Edo Tagliavini, seguito da Questione di gusti di Pappi Corsicato, di cui presto pubblicheremo l’intervista, e Armandino e il madre di Valeria Golino.
Alchimia del gusto
Giovanni (Alessandro Preziosi) si risveglia in una stanza non ricordandosi nulla. Non sa chi è, non sa che fa, non riconosce neanche il suo volto. Poi pian piano tutto riaffiora: il suo lavoro di chef, un invito a pranzo, un gruppo di persone ed una misteriosa donna giapponese…
In un’ambientazione noir e totalmente onirica, Tagliavini muove il bravissimo Alessandro Preziosi in questo viaggio alla riscoperta di se stesso e del lavoro che ama fare e condividere. Interessante l’aria di mistero che si respira dall’inizio alla fine di questo corto breve (dura solo 7 minuti) ma efficace.
Il finale resta aperto ma non guasta, quasi a sottolineare allo spettatore che in fondo potrebbe trattarsi di un sogno ed i sogni, si sa, non spiegano mai tutto.
Le domande al regista
La storia del corto ruota intorno al tema della cucina in quanto finanziata da Pasta Garofalo. Quanto c’è di personale nella sceneggiatura e quanto ti è stato suggerito dal contesto?
I “paletti” di partenza per la storia che richiedeva Fox Crime (produttore assieme a Pasta Garofalo), erano chiari: doveva trattarsi di un corto noir con un finale aperto, che potesse portare a realizzare un seguito. Da parte mia non volevo far entrare il prodotto forzatamente, e per fortuna queste non era neanche la volontà di Pasta Garofalo, quindi assieme a Michele Malfetta (produttore esecutivo) abbiamo inizialmente buttato giù una serie di idee che ruotassero attorno al concetto di cucina.
Ricordo una delle storie, la mia preferita, parlava di un uomo che aveva nascosto un segreto dentro un maccherone Garofalo e se lo era mangiato, inseguito poi da spie per cercar di venir in possesso del messaggio… ovviamente abbiamo cercato di fare qualcosa di più sobrio e meno James Bond, così l’idea del cuoco smemorato e del segreto del piatto perfetto ha preso forma, e assieme a Daniela Ceselle abbiamo scritto Alchimia del Gusto così come lo si può vedere.
Il problema vero è stato in fase di montaggio: nei tre giorni di set, girati interamente all’interno di un Teatro con le tre pareti blu, il materiale chiuso era tanto, specialmente la scena della cucina, ma lo spazio per la programmazione su Fox non poteva concedere nulla oltre i sei minuti. E il primo montaggio di minuti ne durava dodici… siamo riusciti assieme a Francesco Renda a scendere a sette, strappando un minuto in più a Fox Crime.
Quindi, tornando alla domanda, il corto è un giusto compromesso fra una m