Registi emergenti: intervista a Edo Tagliavini regista di Bloodline

Per la mia rubrica sui registi emergenti oggi lascio la parola a Pasquale Mesiano che è andato a vedere il film horror Bloodline ed ha avuto l’opportunità di intervistare il suo regista Edo Tagliavini. Nell’articolo tutti i dettagli.

Bloodline

Sandra (Francesca Faiella) e il suo collega Marco (Marco Benvenuti) vengono mandati a realizzare un backstage sul set di un film hard: tutto sarebbe normale routine giornalistica, se il luogo delle riprese non fosse quello dove, quindici anni prima, venne uccisa la sorella di Sandra da un serial killer chiamato “Il Chirurgo”.

Riluttante sulle prime, Sandra decide di affrontare i suoi fantasmi accettando l’incarico, trovandosi suo malgrado coinvolta in una serie di omicidi: chi sta imitando il noto serial killer? Ma soprattutto: perche le sue vittime tornano in vita pronte ad uccidere a loro volta?

La locandina del film

La recensione di Pasquale

Le luci si spengono…buio in sala…colpi di tosse…inizia il film…

Una bella famiglia felice: padre e madre innamorati con due gemelle dolcissime per figlie, una mattina di sole fatta apposta per cogliere funghi nel terreno vicino casa, le bambine che giocano a nascondino…un serial killer in maschera con grembiule in lattice che si aggira nei boschi alla ricerca della sua preda; un perfetto incipit…per un horror.

L'attrice Francesca Faiella

Nella sceneggiatura si scorge tutta la sintassi tipica del genere horror-splatter, quello alla Sam Raimi o Lamberto Bava per intenderci: assassino seriale dalle spiccate doti sadiche; una location lontana da tutti e tutto per evitare intrusioni sgradite; un pugno di personaggi sgradevoli a cui non saranno risparmiate le peggiori atrocità; ed infine l’eroe (in questo caso eroina, l’affascinante Francesca Faiella nel ruolo della reporter d’assalto Sandra).

Edo Tagliavini vi metterà prima a vostro agio in una situazione di normalità, per poi farvi scivolare in un crescendo rossiniano nell’orrore più cupo, nel delirio, nella follia che solo una mente umana può partorire, per poi lasciarvi in sospeso. Un finale aperto del tipo: “il film è finito…ma l’orrore continua”.

Una scena del film

L’ambientazione in una lontana casa di campagna come set per un film hard è un ottimo espediente per dare campo libero al nostro “chirurgo”. I personaggi sono ben costruiti, ognuno con una propria personalità, per lo più non simpaticissima se non addirittura folle, come è il caso di Klaus Kinki (nel film il regista del film hard, il cui nome è un evidente storpiatura del celebre attore) interpretato da Paolo Ricci.

Se poi consideriamo che le musiche sono state composte da un certo Claudio Simonetti (chi non sa chi è meglio che non si presenti in sala) e con gli effetti speciali realizzati da Sergio Stivaletti (il maestro Italiano degli effetti speciali), il risultato non poteva che essere ottimo. Una produzione che farà presto a diventare un cult per gli appassionati del genere.

Le domande al regista

Alla fine della proiezione il regista Edo Tagliavini si è poi prestato a qualche domanda per noi di cinemio.it.

Ciao Edo, anzitutto complimenti per il film…gli appassionati del genere ne rimarranno colpiti. Durante la proiezione ho visto parecchi rimandi ai classici dell’horror; da “Non aprite quella porta” (nella figura del sadico assassino con grembiule) al più recente “Turistas” (vedi operazioni chirurgiche a cuore aperto con paziente vigile), ma anche “The ring” (il fantasma della bambina) ecc…questo però non ha minimamente intaccare l’originalità della sceneggiatura.

Esatto. Il genere horror è quello fra tutti che si presta di più alla citazione dei maestri del passato o anche di pellicole più recenti; lo trovo interessante…ma più di tutti mi sembra di rivederci Sam Raimi e i suoi Zombies…ma appunto rimangono citazioni. La sceneggiatura è frutto di una mia rielaborazione dell’idea originale su cui mi è stato chiesto di lavorare. Il risultato è stato quello di un film in crescendo, con una prima parte più soft e una seconda più cattiva.

Avete parlato dell’intenzione di postprudurre il film in formato 3D nel prossimo futuro

Si. Il film è stato realizzato in digitale con tecnologia Canon 7D. Realizzare un lungometraggio con questa fotocamera non è stato semplice per i problemi di “rimbalzo” che ha il suo sensore, problema cui abbiamo ovviato con una scelta stilistica precisa, cioè telecamera a mano in molte inquadrature, per aumentare il realismo delle scene e limitando così i difetti della macchina. Di necessità virtù. Poi sulla qualità finale dell’immagine non si discute. Con una semplice fotocamera DSLR, con un costo relativamente basso, abbiamo ottenuto immagini nitidissime, paragonabili alla pellicola.

Per chi lavora con budget limitati sicuramente un’ottima notizia

Certo bisogna dire che lavorare con il digitale ci ha tolto alcuni problemi della pellicola, ma ne propone di nuovi. Comunque fra poco saremo il primo film in 3D girato integralmente in Italia usando la stessa tecnica che usò a suo tempo Tim Burton per “Alice in wonderland”. Comunque una soddisfazione.

Grazie Edo. Al prossimo Film

Ciao.

Il regista Edo Tagliavini

Saluto anch’io il regista Edo Tagliavini e faccio, a nome di tutta la redazione, un in bocca al lupo per Bloodline e per i suoi prossimi progetti. Rimando invece i lettori di cinemio all’articolo in cui il regista parla di un altro suo cortometraggio, Alchimia del gusto, finanziato e prodotto da Pasta Garofalo.

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