Il regista di oggi, Lorenzo Sepalone, è poco più che ventenne ma ha già all’attivo tre cortometraggi per i quali ha ricevuto numerosi premi. Oggi parliamo con lui di L’altra parte, il suo ultimo cortometraggio.
Nato a Foggia nel 1989, Lorenzo Sepalone sin da giovanissimo mostra una grande passione per il cinema. Intrapresa inizialmente la carriera dell’attore, capisce però che il suo posto è dietro la macchina da presa piuttosto che davanti. A 16 anni realizza il suo primo corto Arrivederci a questa sera con il quale riceve la Menzione Speciale al Sottodiciotto Film Festival di Torino.
L’altra Parte è il suo terzo cortometraggio, con il quale ha già ricevuto il Premio Regione Lombardia, il Premio Fedic e una Segnalazione di Merito al Premio Perini di Milano.
L’altra Parte
Alex (Pietro Manigrasso, già protagonista di Amor Taciuto), è uno scrittore che cerca in tutti i modi di pubblicare il suo libro ma riceve sempre risposte negative dagli editori che lo trovano troppo impegnativo. Nonostante l’invito a scrivere in modo più commerciale e il desiderio della madre di vederlo ‘sistemato’, Alex, supportato anche da Luna (Eleonora Siro), sua musa ispiratrice, continua ad inseguire i suoi sogni finchè…
Un viaggio tra aspirazioni e cruda realtà di un giovane scrittore: così potremmo definire, in poche parole questo cortometraggio di Lorenzo Sepalone. Ma in realtà c’è molto di più: grazie ad una sceneggiatura impeccabile, la bellissima fotografia dei paesaggi della provincia foggiana e la giusta musica, L’altra parte trasporta lo spettatore nel mondo del protagonista, facendone sperimerimentare i sentimenti e gli umori.
Alternando immagini reali a scene oniriche, Sepalone fa comprendere appieno le paure del protagonista che cerca di fuggire dall’omologazione e inseguire i suoi sogni. Bravissimi i protagonisti (tra i quali troviamo, in un piccolo cameo anche il regista) in particolar modo Pietro Manigrasso che ci regala una nuova impeccabile interpretazione.
Le domande al regista
Lorenzo, con L’altra parte racconti la caparbietà nell’inseguire i propri sogni senza scendere a compromessi. Come sei arrivato a questa idea?
L’idea risale al 2008. Avevo 18 anni e desideravo raccontare la storia di un giovane artista descrivendo le sue paure, il suo disagio, il sistema e la società in cui vive, il rapporto con la sua musa.
Sei attore, regista e sceneggiatore. In quale ruolo ti senti più a tuo agio? Com’è stato interpretare tutti e tre i ruoli in L’altra parte?
Scrivo e dirigo per sognare e per vedere i miei sogni animarsi davanti alla macchina da presa. Recito solo quando ho voglia di giocare. Durante l’adolescenza ambivo a diventare un attore cinematografico. Per questo motivo iniziai a fare il cabarettista nelle piazze e nei teatri di Foggia. Poi mi resi conto che la mia vera aspirazione era quella di raccontare le mie storie e così decisi di fare il regista e lo sceneggiatore.
Nel cortometraggio L’Altra Parte mi sono ritagliato un piccolissimo ruolo e credo lo farò anche per i prossimi lavori (sempre se avrò voglia di giocare).
Hai avuto particolari difficoltà durante e dopo la lavorazione?
Le difficoltà sono dipese dal budget ristretto con cui abbiamo girato. Un cortometraggio può essere realizzato con pochi soldi però è inevitabile che il regista sia costretto a fare delle rinunce. Per L’Altra Parte ho lavorato in assoluta libertà ma alcune mie idee registiche si sono necessariamente basate sul budget e sui mezzi a disposizione.
Fortunatamente ho trovato validi professionisti disposti a lavorare con minimi compensi o addirittura gratuitamente e, nonostante le difficoltà incontrate, siamo riusciti a produrre un piccolo film che ha ricevuto un ottimo successo di pubblico ed un buon riscontro nei festival.
C’è un aneddoto particolare che ti va di raccontare?
Sempre per il budget, le riprese del cortometraggio (dalla durata di 19 minuti) sono state effettuate in soli tre giorni. A causa del mio vizio di fare tantissimi ciak non siamo riusciti a restringere i tempi ed abbiamo lavorato per molte ore consecutive.
L’ultima scena che abbiamo girato vede il protagonista, Alex, nella sua stanza mentre rilegge i suoi scritti dopo una giornata faticosa. La scena in questione è stata girata realmente di notte dopo 18 ore di lavoro. Eravamo tutti stremati ma dovevamo assolutamente terminare le riprese.
Mentre stavamo per girare, l’attore Pietro Manigrasso mi disse: “Lorenzo, io non ce la faccio. Gli occhi si chiudono, la voce è stanca”. Ed io, con aria persuasiva, risposi: “Meglio! Il protagonista a questo punto della storia è consapevole di vivere un disagio, un malessere, una stanchezza interiore. Dai giriamo, sarà tutto più naturale!”.
Un giovane regista, senza una produzione forte alle spalle, deve assolutamente avere uno spirito coinvolgente ed inoltre il desiderio ossessivo di fare cinema supera qualsiasi stanchezza fisica. L’aneddoto che ho raccontato testimonia proprio questo.
La musica ha un ruolo importante in questo corto: come hai collaborato con l’autore per ottenere questo risultato?
Le musiche sono state composte da Stefano Capasso, pianista foggiano alla prima esperienza cinematografica. Abbiamo trascorso alcuni mesi insieme per trovare le melodie giuste. Già in fase di scrittura avevo pensato ad alcuni brani dotati di un’essenza nostalgica, malinconica ma allo stesso tempo onirica e surreale. Stefano ha compreso perfettamente le mie intenzioni.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Il mio nuovo cortometraggio, intitolato La Luna è sveglia, è in pre-produzione. È una storia notturna che racconta l’incontro di due vite solitarie. Al progetto lavoreranno noti professionisti del cinema. Vorrei girare ancora in Puglia ed approfitto di questa intervista per dire agli enti, alle aziende e a tutte le persone interessate a contribuire alla realizzazione del corto di contattarmi all’indirizzo lorenzosepalone@gmail.com.
E dopo aver pubblicato l’invito del regista Lorenzo Sepalone, chiudo questa interessante intervista in attesa di avere novità sul suo nuovo progetto.