Ritorniamo all’interessante Progetto Memoria finanziato da Apulia Film Commission per parlare di un documentario sul famoso cantante pugliese Domenico Modugno. Il documentario si intitola Mimmo Mimino & Mimì, ossia Domenico Modugno: girato dai giovani Antonella Sibilia e Michele Roppo, ne abbiamo parlato con la prima.
Michele Roppo ha 36 anni ed è specializzato nella comunicazione audiovisiva e multimediale. Nel 2002 ha costituito la MickArt Video Multimedia che si occupa di produzione e postproduzione cinematografica e multimediale. Realizza cortometraggi, videoclip musicali, backstage ed interviste per realtà pubbliche e private.
Antonella Sibilia ha 30 anni e studia alla Facoltà di Beni Culturali di Lecce. Ha collaborato come assistente in diverse produzioni realizzate in Puglia e si occupa di cultura per una testata giornalistica locale. Questo documentario è il suo primo lavoro da regista.
Questo lo showreel del Progetto Memoria
Mimmo Mimino & Mimì, ossia Domenico Modugno
Come mai Domenico Modugno all’inizio della sua carriera si è spacciato per siciliano, rinnegando le sue origini pugliesi ed inimicandosi i suoi conterranei? A questa domanda cerca di rispondere Mimmo Mimino & Mimì, ossia Domenico Modugno.
In 45 minuti riviviamo la vita del Mimmo Nazionale attraverso i ricordi di chi lo ha conosciuto bambino, adolescente e poi famoso cantante. Tra allegre ballate che tutti conosciamo, dischi in vinile o articoli di giornale conservati come fossero reliquie ed immagini di repertorio, veniamo talmente trasportati nel mondo del cantante da non volerne quasi uscire ai titoli di coda.
Il documentario affronta la ricerca con professionalità e meticolosità ma nel contempo sembra assorbire e trasmettere la simpatia e la prorompente gioiosità di Modugno grazie anche ad intermezzi d’animazione nel quale il volto di foto in bianco e nero del cantante volteggiano su corpi animati (molto divertente per esempio un Modugno in versione pupo siciliano).
Le domande ad Antonella Sibilia
Ciao Antonella, grazie per aver accettato di rispondere alle mie domande. In quanto facente parte del Progetto Memoria il corto doveva ispirarsi alla biografia di Domenico Modugno. Tra l’altro il vostro, rispetto agli altri è un vero e proprio documentario. Come siete arrivati alla sceneggiatura, curata da Gianni Torres?
Ciao Antonella, ti rispondo subito spiegandoti una cosa importante e doverosa da parte mia. Il nostro documentario nasce dall’idea e dalla penna di Gianni Torres. Lui lavora su Domenico Modugno da quando è ragazzo. All’età di 26 anni realizzò un evento gigantesco (quello di cui si parla in “Mimmo, Mimino & Mimì”) “Modugno torna a casa“, l’ultimo grande concerto del cantautore pugliese.
Era il 1993, io avevo solo 12 anni e per me, come per gli altri ragazzi della troupe, Modugno era solo un ritornello sulle labbra degli adulti. Un uomo odiato dalla sua gente (ma davvero!!!) perché aveva rinnegato le sue origini spacciandosi per siciliano (poi nel film si capisce perché).
Nel documentario c’è una cosa che, credo, caratterizzi il lavoro: la ricerca meticolosa delle fonti. Gianni Torres ha curato molti eventi negli anni dedicati al grande cantautore e ha raccolto contatti e aneddoti sulla vita di Modugno.
Il nostro intento è stato quello di indagare su come la territorialità e l’appartenenza ad un luogo possano incidere nella vita artistica e professionale di questi grandi personaggi (parlo al plurale perchè a Polignano è nato un’altro grande artista di poco più piccolo di Modugno: Pino Pascali). Ci siamo chiesti cosa spingesse, in quegli anni, un ragazzo pugliese talentuoso a voler emergere a tutti i costi.
E come mai un giovanissimo Domenico Modugno abbia giocato sulle tante personalità e provenienze da tirare fuori un personaggio così poliedrico e al tempo stesso completo da risultare sorprendente, geniale. Del resto è diventato il Mimmo nazionale e il Modugno internazionale. Non nascondo la mia commozione durante l’ascolto dei brani meno famosi, quella nota peculiarità di intuizioni nelle quali riconosci il genio.
Modugno aveva addirittura anticipato il fenomeno della taranta scrivendo nella fine degli anni ’40 un pezzo di pizzica!! Era un anticipatore, uno che ci vedeva bene e, condito da una forte dose di determinazione, è diventato quello che conosciamo oggi.
Dalla vita di personaggi così grandi c’è solo da imparare e per ragazzi della nostra età (la troupe era tutta sotto i 30 anni!!!) è un esempio da seguire costantemente. Oggi si dice “bisogna andare a bussare ad ogni porta se si vuole diventare qualcuno” e Modugno l’ha fatto davvero: alla tenera età di 18 anni andò proprio a casa di Vittorio De Sica per “avere una buona parola“. Fantastico.
Termina qui la prima parte dell’intervista ad Antonella Sibilia sul suo documentario Mimmo Mimino & Mimì, ossia Domenico Modugno girato insieme a Michele Roppo. Leggi la seconda ed ultima parte.