Questo film in uscita nelle sale oggi venerdì 9 maggio, è una commedia sul precariato e sull’arte tutta italiana di arrangiarsi.
Ecco la recensione di questo lavoro di Giovanni Albanese.
“Senza arte ne parte”: Questa è la recensione del Film
a cura di Daniele Meloni
Il Premiato Pastificio Tammaro chiude la vecchia fabbrica con l’ idea di aprirne subito una nuova più moderna, completamente meccanizzata che possa andare incontro alle necessità di un mondo lavorativo in piena crisi e per questo fatto tutti gli operai addetti allo stoccaggio manuale si ritrovano disoccupati.
Tra questi troviamo Enzo (Vincenzo Salemme) sposato con Aurora (Donatella Finocchiaro), Carmine (Giuseppe Battiston) che vive con la mamma malata e lo scapestrato fratello Marcellino (Giulio Beranek) e Bandula (Hassani Shapi) un immigrato indiano.
Proprio nel momento di maggior scoramento e rassegnazione scatterà nella loro testa un pazza idea: copiare le opere di arte contemporanea acquistate dal loro ex datore di lavoro Alfonso Tammaro e rivenderle spacciandole per vere.
Una truffa in piena regola…cosa accadrà?
Il trailer del Film
Un film originale
Questa è l’idea di base di un film già di per se originale; partiamo dalla base infatti visto che Giovanni Albanese regista e artista è anche titolare della Cattedra di decorazione all’accademia di Belle Arti a Roma e questo risalta ancora di più l’umorismo che nel film abbina uomini “di strada” con il mondo snob degli artisti.
Film con tematiche nuove, che se da una parte ribatte sul problema della crisi e della precarietà italiana, dall’altra ci fà entrare in un mondo sempre poco conosciuto come quello dell’arte contemporanea.
Il tema degli opposti è proprio quello meglio riuscito, il punto d’unione tra questi due mondi sono proprio gli operai-amici che grazie a quelle mani che prima usavano per caricare pacchi ora trovano il modo di ricreare veri capolavori, facendo capire che forse la distanza tra mondi in apparenza così diversi può ed essere molto minore.
Il cast merita tutto una nota di merito visto che sia Salemme che Battiston disegnano alla perfezione la faccia di un Italia in difficoltà che trova la forza di cambiare il proprio destino cadendo anche nell’illegalità.
Una fotografia molto naturale ed un umorismo per niente volgare riportano il film sulle linee di quella commedia sociale italiana degli anni ’70 che mai come in questi ultimi tempi viene presa come spunto da quasi tutti i registi italiani.
Quello che ne esce in questo caso è un prodotto gradevole ma un pò leggero che meriterebbe ancora di più l’approfondimento di alcuni personaggi secondari interessanti ma che sicuramente farà trascorrere a chi lo vedrà due ore rilassanti.
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