Dopo aver presentato la vincitrice della sezione Cortometraggi in concorso al BIF&ST 2013 oggi chiacchieriamo con il vincitore della Menzione Speciale: Alessandro Porzio che al festival ha presentato il suo Rumore Bianco.
Alessandro Porzio è stato già ospite della rubrica dei registi emergenti. Con lui oggi parliamo del suo ultimo lavoro: Rumore Bianco.
Rumore Bianco
Una stanza, prima buia, poi, illuminata, di un bianco acceso, quello classico degli ospedali. Un uomo è a letto bloccato dalle macchine che lo fanno respirare e lo tengono in vita. La sua donna è andata a trovarlo, gli parla, lo ama, questo si vede, ma soffre. La sua vita si a spegnendo insieme a quella di lui, l’uomo con il quale ha condiviso parte della sua vita, e ha maturato una decisione difficile, dolorosa, ma forse inevitabile…
In un unico intenso piano sequenza, Alessandro Porzio racconta una storia d’amore, vera, sofferta, senza pietismi o finzioni. Bravissima la protagonista Claudia Vismara che trasmette con tutto il suo corpo, oltre che con le parole, il tormentato processo che l’ha portata ad una decisione davvero difficile da prendere ma forse molto più vera di quelle che si raccontano di solito al cinema. Sullo sfondo il rumore (bianco?) delle macchine, il cuore pulsante di lui (un intenso Matteo Pianezzi) che parla al suo posto, che urla un dolore che lei ormai non ascolta più. Rumore bianco è un cortometraggio che entra nella pelle dello spettatore, lo scuote e lo stravolge in una manciata di minuti. Assolutamente da non perdere.
Le domande al regista
Ciao Alessandro. Bentornato su cinemio. Del corto sei regista e sceneggiatore. vuoi raccontarci il processo creativo di ‘Rumore bianco’? E quello produttivo?
Avevo un desiderio assurdo di voler raccontare una storia d’amore. Dovevo necessariamente far leva su alcuni elementi fondamentali. Passione e abbandono. Erano le uniche cose che mi ero imposto come limiti o punti d’arrivo. Poi come detto nell’occasione del premio al BIF&ST, dovevo rendere questa storia quanto più veritiera possibile ed allora ho bagnato la mia idea sporcandola quanto più potevo. Passiamo la nostra vita a ricordare delle felicità vissute, ritengo che la tristezza e il senso di vuoto siano il vero filo conduttore che ci porta a cambiare ad essere più noi stessi.
La vita è fatta anche di cose brutte. Perchè non raccontarle, o meglio perchè non farlo fino in fondo. Rumore bianco è un pò questo. Poi la tematica. Così profonda quanto maledettamente leggera. Dimenticata. Basta poco per cadere nella fossa comune del moralismo, quando l’amore è condizionato dalle proprie scelte di vita. E’ una realtà, forse questo mi bastava.
Il processo produttivo devo ammettere è stato piuttosto lento. Siamo partiti solo quando ogni componente della troupe era pronto. Quando ci erano chiari tutti i punti che desideravamo toccare. Diero ha fatto un grandissimo lavoro nel rendere un set così difficile un favoloso momento di condivisione e arte.
Fulcro centrale del corto è il monologo, intenso e girato in un unico piano sequenza, della bravissima Claudia Vismara. Come hai scelto la tua attrice e come hai lavorato con lei per la costruzione del personaggio?
Premetto che ho scritto il monologo di Rumore bianco tutto d’un fiato. Quando l’ho riletto, in seguito è come se mi soffocasse ogni volta, ad ogni parola, ad ogni pausa. Claudia mi e’ stata proposta dalla mia casa di produzione Diero. C’erano altri nomi, altre facce, altre voci. Al provino eravamo già tutti d’accordo che il personaggio di Alice sarebbe stato suo e così è stato senza molti dubbi. Il lavoro è stato costante. Dovevamo sfiorare la perfezione. Claudia doveva essere dentro Alice e viceversa. Dovevamo convincere chi ci guardava.
Abbiamo lavorato al testo anche insieme al bravissimo Matteo Pianezzi che chiaramente doveva subire quelle parole e di conseguenza cercare le giuste motivazioni per rispondere a suo modo ad Alice. Claudia doveva convivere con Matteo prima di potergli dire quello che c’è in Rumore bianco ed allora abbiamo messo su altre giornate simili a quella che c’è nel film con lei che gli parlava di altro. Doveva maturare quella sua decisione. E’ stato molto bello poter lavorare con due attori straordinari come loro.
Il tuo corto ha vinto la menzione speciale al BIF&ST. Quali sono le tue impressioni a riguardo? E qual è il prossimo passo di Rumore Bianco?
Devo dire che fino all’ultimo ho temuto che che l’intero teatro potesse cadermi addosso. Non ho particolari impressioni a riguardo. Ne sono felice. Per il tema, per quello che affronta. Per tutto quello che c’è dietro anche sotto l’aspetto produttivo. Insomma questo premio vorrei regalarlo a tutta quella gente che combatte, mostra i denti, soffre, vorrebbe urlare e non può, e che necessita di amore ma nello stesso tempo non è in grado di dimostrarlo. Il prossimo passo è quello di continuare una distribuzione mirata in Italia e all’estero. Speriamo bene.
La giuria del BIF&ST ha molto apprezzato la fotografia di Dario Di Mella, tuo amico e collaboratore da anni. Che puoi dirci del suo straordinario lavoro?
Dario e’ da sempre stato la parte buona di ogni mio lavoro. Collego il suo viso a questo. Ad un senso di sicurezza, di amore verso quello che lo rende felice. Dario puoi leggerlo dentro. E’ trasparente. Sono diversi anni che collaboriamo e sono contento che ogni volta colgo una crescita costante e importante. Sa quello che mi piace e quello che non mi piace ed io so quello che lui farà ancor prima che lui possa solo pensarlo. Il disegno luci di Rumore Bianco non era semplice. Un piano sequenza con circa quattro punti/battute, non può che nascondere dietro un grandissimo studio che lui ha reso così tremendamente semplice ed efficace. Devo molto a lui.
Del cast tecnico fa anche parte il maestro Stefano Ottomano, le cui musiche abbiamo potuto apprezzare in molti altri lavori presentati in questa rubrica. Come si è svolto il lavoro con lui?
Credo seriamente che con lui io non debba piu’ parlare. Anticipa le mie mosse. Ha una sensibilitaà artistica ed umana che supera ogni cosa, ogni sforzo, ogni tentativo di lettura. Delle volte mi limito a raccontargli del progetto per pochi minuti e riesce a scrivere assecondato dal mio entusiasmo. Poi studia i ritmi, le battute, i sensi, i movimenti macchina. Ha un talento pazzesco ed un assoluta attenzione verso quello che fa.
Mi hai anticipato che stai già lavorando ad un nuovo progetto. Puoi svelarci qualcosa?
Questa volta fortunatamente in Puglia. Ho colto al volo le possibilità che mi si sono presentate. Ci sto lavorando da novembre e se potessi metterei su il set domani mattina per l’entusiasmo e la gioia che mi sta regalando la sua preparazione. E’ davvero un’esperienza che mi sta insegnando molto. Poi capirai.
Ringrazio Alessandro per la sua disponibilità e lo aspetto ancora una volta in questa rubrica per parlarci del suo prossimo progetto.