#Venezia74: Fonte di mille dibattiti quella di inserire o meno le serie tv all’interno del panorama dei Festival. Dopo le forti divisioni all’ultimo Festival di Cannes lo scorso Maggio con addirittura la giura divisa, anche Venezia non si fa mancare l’occasione di far parlare di sé portando uno dei progetti di punta del Festival: le prime due puntate della prima serie Netflix italiana, co-prodotta con Rai Fiction e Cattleya, Suburra – La Serie, ispirata ovviamente al film di Stefano Sollima omonimo.
Suburra – La serie
La voglia di fare le cose per bene c’è e si vede, l’idea di ‘sfruttare’ la forza del film di Stefano Sollima uscito in sala lo scorso Ottobre 2015 e con un buon riscontro di pubblico e critica ha portato inevitabilmente a riflettere sulla possibilità di andare oltre i limiti di una pellicola: la forza di Roma (specie in questa particolare epoca storica di forte instabilità sotto ogni punto di vista), dei personaggi e del racconto del regista hanno portato a questa opportunità e chi, se non Cattleya che viene da Romanzo Criminale (film e serie) poteva credere in questo progetto?
La novità certo è l’incursione di Netflix che apre le porte a nuovi orizzonti produttivi futuri. In tre hanno deciso di prendere in mano questa sfida dopo il lascito di Sollima: alla regia troviamo Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi per i 10 episodi della prima stagione che saranno sulla piattaforma Netflix il prossimo 6 Ottobre.
Ritroviamo molti dei personaggi visti nel film e tanti nuovi in quello che è confermato come prequel della pellicola cinematografica. E il caso vuole (Star Wars insegna) che il progetto subisca un altro fascino quando il pubblico è già conscio della ‘fine’ verso cui i protagonisti andranno. L’impianto cromatico rimane abbastanza illeso dal lavoro precedente mentre quella che ovviamente cambia è la struttura narrativa diluita all’intero dei 10 episodi e che lascia a questi primi due il fascino delle briciole lasciate da raccogliere certamente in seguito.
Interessante il ritorno del carismatico Alessandro Borghi nei panni di Numero 8 come quello di Manfredi interpretato dal grande Adamo Dionisi e ancora quello del figlio Spadino interpretato da Giacomo Ferrara. Buone anche le new entry, già immesse in questi due episodi su una pista che forse è possibile prevedere ma i colpi di scena non aspettano a palesarsi e la confezione ci dà modo di farci subire il fascino dell’insieme.
Tra i nuovi arrivi c’è quello della Sara Monaschi di Claudia Gerini, donna che lavora all’interno del Vaticano e che dovrà affrontare scelte più grandi di sé. Interessante anche l’Amedeo Cinaglia di Filippo Nigro, perfetta maschera che rappresenta l’uomo del popolo con una scelta tra ciò che è giusto e ciò che è ‘facile’. Sorpresa anche la presenza di Francesco Acquaroli che sostituisce Claudio Amendola nel ruolo del Samurai, il vero ‘padrone’ di Roma. Una Roma sporca, in questa Suburra dove passi per scelta e da dove probabilmente non uscirai mai o nello stesso modo in cui si ci è entrati. L’attesa ormai sta per finire e la curiosità di certo è alta. Staremo a vedere cosa accadrà.