Grande protagonista del BIF&ST 2014 è stato il musicista Luis Bacalov, autore di molte colonne sonore tra cui per esempio quella de Il postino con il quale ha vinto un Oscar. In questa prima parte ascoltiamo e leggiamo dei suoi esordi.
Luis Bacalov, di origini argentine è un compositore eclettico, di solida formazione accademica, profondo conoscitore del jazz, del tango e delle tradizioni sudamericane. E’ anche arrangiatore, direttore d’orchestra, straordinario pianista ed autore di tantissime colonne sonore, per l’esattezza più di 150. La sua collaborazione con tanti grandi registi è stata coronata dall’Oscar vinto per la colonna sonora de Il postino (macchiata però da un’accusa di plagio fatta da Sergio Endrigo, con il quale, tra l’altro, il musicista ha collaborato).
Gli esordi di Luis Bacalov
Qual è stata la prima occasione di comporre musica da film per Luis Bacalov e per quale regista?
Luis Bacalov: Il mio primo lavoro in Italia è stato quello di fare l’arrangiatore per una casa discografica romana, la RCA, che ora non esiste più. Era un momento nel quale la RCA sicuramente era una casa discografica di punta, avevano investito molto sui cantautori grazie anche al direttore artistico Nanni Ricordi (della famiglia Ricordi) che aveva capito che il tempo della musica leggera stava cambiando ed è stato molto attento al fenomeno dei cantautori (tra cui Tenco, Endrigo, per un po’ anche Modugno), facendo di tutto per contrattarli con la sua casa discografica e farli diventare famosi.
Nel video che segue il musicista continua a parlare dei suoi esordi e del suo primo lavoro al cinema, La noia di Damiano Damiani per il quale inizialmente fu chiamato per una sola canzone ma riuscì a scrivere tutta la colonna sonora:
Il rapporto con i registi
Quali rapporti si instaurano tra il regista ed il compositore? Da cosa si parte quando si comincia a discutere della colonna sonora? Quali sono le richieste dei vari registi? Qui la risposta del regista che parla anche di qualche aneddoto:
Luis Bacalov: Nei primi tempi, quando ho iniziato negli anni ’60 ’70 il musicista veniva chiamato addirittura quando c’era già il primo montaggio del film che dopo veniva ulteriormente messo a posto, tagliato, cambiato. Si andava negli stabilimenti cinematografici in quelle stanze dove c’erano le moviole, cose ormai archeologiche ora che c’è la digitalizzazione e si lavora diversamente. Successivamente, dagli anni ’80 in poi il musicista ha avuto in qualche modo un aiuto in più per il suo lavoro e cioè quello di poter leggere la sceneggiatura prima di essere chiamato dal regista per scrivere la musica del film. Dato che ho lavorato in parecchi film e qualche volta anche continuativamente con qualche regista posso dire sinteticamente che ogni film è un’avventura a se soprattutto dal punto di vista del rapporto con il regista.
In questi due video Luis Bacalov continua a parlare dei rapporti con i registi con cui ha lavorato (tra cui i più frequenti con Emidio Greco e Franco Giraldi) con i quali ha avuto esperienze molto diverse:
Luis Bacalov: Il musicista deve rendere più interessante il film anche dal punto di vista semantico perché la musica ha anche questa possibilità in un modo, che è suo proprio ed è diverso da quello del linguaggio verbale, di veicolare delle idee che possono essere trasmesse, dal punto di vista linguistico, attraverso le emozioni. Questo è stato il mio lavoro per il cinema che continuo a fare anche se ora molto meno per tante ragioni. Una è sicuramente che i giovani giustamente vogliono lavorare con i giovani perché si sentono più a loro agio. Con un giovane compositore è più facile per loro, discutere, dire no. Dire di no a Morricone non è facile per un giovane regista, anche perchè Morricone lo guarderebbe dall’alto in basso dicendo ‘Chi è questo qua? Che cosa ha fatto per dirmi quello che devo fare?‘. Anch’io un po’ sono così, ad una certa età uno è in un certo modo e non è facile cambiare.
L’altra ragione, di tipo produttivo, è che si fanno pochissimi film. Quando io ho cominciato a lavorare nel cinema italiano si facevano 300 film all’anno, adesso se ne fanno 40,50 e questa è la ragione per cui quelli della mia generazione nel cinema lavorano poco. Io curiosamente lavoro di più negli Stati Uniti che in Italia e mi sta benissimo nel senso che non rimpiango niente, ho fatto quello che ho potuto e credo anche di essere stato fortunato ad essermi trovato molte volte al momento giusto nel posto giusto cosa che alcuni miei colleghi non hanno avuto. C’è qualcuno con talento che però non ha fatto carriera solo perché, scusate la mia poca prudenza nel linguaggio, è stato un po’ sfigato (ride).
Il rapporto con Federico Fellini
A proposito del rapporto con i registi, una delle collaborazioni più importanti è stata sicuramente quella con Federico Fellini che l’ha chiamato alla morte di Nino Rota, suo collaboratore storico. Com’è stato il rapporto con questo regista? Nei video la risposta del musicista:
Termina qui la prima parte della lezione di cinema di Luis Bacalov. Continua a leggere la seconda parte.