BIF&ST: Diario dal festival #2

Secondo appuntamento con il diario del BIF&ST – Bari International Film & TV Festival. Protagonisti di questo articolo, Carlo Verdone e Fabrizio Gifuni, vincitori del Premio Fellini 8 ½ per l’eccellenza artistica, rispettivamente della terza e quarta giornata del festival e che hanno tenuto due interessanti lezioni di cinema.

Lunedì 24 gennaio: Carlo Verdone

Bellissima lezione di cinema, quella del regista Carlo Verdone. Due ore piene (e sinceramente non sentite) dove Verdone, dopo aver risposto alle domande dell’intervistatore ha voluto lasciare molto spazio (più di un’ora) alle domande del pubblico. La lezione ha spaziato dai suoi film al suo modo di essere e di vedere il mestiere del regista.

Si è parlato della musica di cui lui è molto amante e che purtroppo, dato il genere di commedia dei suoi film, non può utilizzare. Il regista ha poi parlato dei comici attuali, della loro efficacia o delle loro mancanze, prima fra tutti l’eccesso di satira che porta il pubblico quasi all’assuefazione.

Al termine, Verdone ha voluto ringraziare sua madre e dare un consiglio al pubblico, soprattutto a chi, fra loro, aspira ad un ruolo nel cinema: non perdere mai la propria dignità.

Il regista Carlo Verdone

In conferenza stampa, invece, Ascanio Celestini ha parlato del suo film La pecora Nera, mentre Doriana Leondeff, de La Passione, di cui è sceneggiatrice.

Molti interessanti gli interventi di Aureliano Amadei e Vinicio Marchioni, rispettivamente regista e protagonista di 20 sigarette

Amadei: E’ stato un processo delicato, da un punto di vista psicologico perchè scegliere qualcuno che faccia te è una sfida. Vinicio si è preso questo ruolo con le unghie e con i denti: al primo provino prese un ruolo da tre scene. Poi l’anno successivo abbiamo rifatto i provini e rivedendolo lo abbiamo promosso ad una parte più importante. Quando poi abbiamo cercato il protagonista, lo abbiamo rivisto e ci sembrava perfetto.

Marchioni: abbiamo passato un mese insieme prima delle riprese. Mi ha colpito molto sia della storia che del suo personaggio il fatto che a vederlo poi sarebbero stati i parenti delle vittime che avevano vissuto quell’evento e questo mi dava un senso di responsabilità enorme. All’inizio il mio personaggio non è simpatico proprio perchè volevamo dividere la storia in un ‘pre’ ed un ‘post’: è la storia della fine di un adolescente.

Ascanio Celestini, Aureliano Amadei e Vinicio Marchioni

Nel pomeriggio sono stati proiettati i lungometraggi La prima cosa bella di Paolo Virzì, La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo ed Happy family di Gabriele Salvatores. Mentre per le opere prime Due vite per caso di Alessandro Aronadio e Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio di Isotta Toso.

In serata invece le anteprime al Petruzzelli: Kolorádó Kid di András B. Vágvölgyi e La Rafle (Vento di primavera) di Roselyne Bosch con Jean Reno e Mélanie Laurent.

Martedì 25 gennaio: Fabrizio Gifuni

Con l’attore Fabrizio Gifuni, il più giovane personaggio che riceve il Premio Fellini 8 ½ per l’eccellenza artistica, si è parlato molto del mestiere dell’attore: in una sala piena di giovani, la maggior parte dei quali aspira a fare un lavoro nel campo del cinema, Gifuni ha parlato dell’importanza dello studio, dell’influenza dell’esperienza teatrale su quella cinematografica e dei rapporti con i registi. Ha poi concluso suggerendo al pubblico di avere sempre la consapevolezza di ciò che si fa, di come e perchè.

L'attore Fabrizio Gifuni

Presenti invece alla conferenza stampa il regista di Due vite per caso Alessandro Aronadio insieme ai protagonisti Lorenzo Balducci e Sarah Felberbaum. Queste alcune delle loro parole:

Aronadio: Per il film non avevo in mente due attori ben precisi. Per Lorenzo ho visto suoi lavori, mi è piaciuto e quando l’ho incontrato ho visto Matteo, il protagonista. Quando scrivi per mesi pensando ad un personaggio, questo cammina con te, sei sempre a pensare a cosa farebbe in quel momento. Vedere poi ad un certo punto che dalle pagine esce un film reale è una vera soddisfazione.

Balducci: Molti dei personaggi che ho interpretato hanno dei tratti simili ma ogni esperienza è diversa. Il punto è che io mi appassiono a quello che ho davanti. Quando Alessandro mi ha chiesto di lavorare con lui sono rimasto molto colpito dal suo lavoro. Ho lavorato con registi che hanno lunga esperienza e altri alla loro opera prima: da entrambi impari molto, La differenza è che nelle opere prime hai più spazio mentale e temporale per lavorare con gli altri, mentre spesso nelle grandi produzioni ti ritrovi a lavorare con gli altri direttamente sul set.

Felberbaum: Nel caso di Alessandro, l’ho incontrato in un bar e abbiamo fatto una lunga chiacchierata nella quale lui mi ha chiesto di partecipare al suo film. Tra un pò esce invece Il Gioiellino, il film sul crack della Parmalat. Ricordo ancora il momento in cui ho visto Toni (Servillo n.d.r) ed ho praticamente smesso di respirare. Poi ti accorgi di avere di fronte un professionista e una persona molto generosa.

Lorenzo Balducci, Alessandro Aronadio e Sarah Felberbaum

Nel pomeriggio invece per i lungometraggi in concorso sono stati proiettati Cosa voglio di più di Silvio Soldini e Mine vaganti di Ferzan Ozpetek e La donna della mia vita di Luca Lucini. Per le opere prime: Il primo incarico di Giorgia Cecere e L’Erede di Michael Zampino.

Due le anteprime previste al Petruzzelli: Voice Over di Svetoslav Ovtcharov e l’anteprima mondiale Father di Pasquale Squitieri con Franco Nero, Andrea Fachinetti, Claudia Cardinale.

La fotogallery

Ho lavorato con registi che hanno lunga esperienza e altri alla loro opera prima

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