Paolo Licata

Speciale Sudestival 2020: Picciridda di Paolo Licata

Penultimo film in concorso al Sudestival 2020 è Picciridda di Paolo Licata. Nell’articolo l’intervista al regista.

Picciridda
Picciridda

Picciridda, un affresco al femminile

di Francesca Barile

Presentato al Sudestival di Monopoli dopo l’anteprima nazionale al festival di Taormina, Picciridda diretto da Paolo Licata è tratto dal romanzo omonimo di Catena Fiorello pubblicato nel 2006. Ambientato nei primi anni Sessanta in un borgo marinaro di una Sicilia che risente ancora di un retaggio arcaico, il film ruota intorno alla Generala, magistralmente interpretato da Lucia Sardo, sguardo fiero, impettita, la donna, al secolo Maria Amoroso, è al tempo stesso la Mater matuta di ancestrale memoria e la roccia che non si sbriciola e su cui tutto si poggia.

Vox narrandi e coprotagonista è Lucia, la Picciridda del titolo, minuta e fragile malgrado i suoi undici anni, la piccola è stata affidata a sua nonna dopo la partenza per la Francia dei genitori e del fratello minore. Lucia osserva e assimila quanto accade attorno a lei, ma malgrado la nonna con il suo atteggiamento a volte scostante e incomprensibilmente ostile abbia cercato disperatamente di proteggerla, cade vittima di una tragica circostanza che brutalmente pone fine alla sua infanzia.

Le donne sono le figure tragiche della storia: forti o rassegnate, anticonformiste o prigioniere del convenzionalismo più oscurantista, al contrario gli uomini sono figure sbiadite incapaci di sfuggire alle proprie pulsioni anche se basse e meschine sfuggendo alle responsabilità.

Ottima ricostruzione di un’epoca tutt’altro che felice, Picciridda racconta storie forti sottintese e non mostrate nella loro crudezza. Anche se non fedelissimo al romanzo originale tuttavia il film ne mantiene l’essenza esaltata dalla fotografia e dai colori forti e luminosi per evidenziare l’anima cupa e passionale della Sicilia.

Paolo Licata
Paolo Licata al Sudestival
photo credits: sudestival.org

Intervista a Paolo Licata

Come sei arrivato a Picciridda, primo romanzo di Catena Fiorello e come mai hai deciso di usare questo soggetto per la tua opera prima?

Circa cinque anni fa, mentre ero in cerca di una buona storia da cui poter trarre ispirazione per la mia opera prima, ho letto per caso il libro Picciridda e trovato in esso tutto ciò che conoscevo della mia Sicilia. Catena descrive accuratamente e dettagliatamente situazioni, colori, sapori, in cui subito mi sono ritrovato e riconosciuto. Mentre leggevo, è stato automatico e spontaneo il percorso di trasposizione dalle parole alle immagini. Pertanto mi sono messo in contatto con lei e abbiamo iniziato questa avventura.

Paolo Licata

Il film pur mantenendo una certa continuità narrativa con il romanzo, ha comunque delle differenze sostanziali, come ad esempio la meta della famiglia di Lucia che nel libro è la Germania e nel film è al contrario la Francia. Perché hai scelto di apportare queste modifiche non essenziali ma comunque notate da chi ha letto il testo originale?

Nella trasposizione della storia dal romanzo al film, è inevitabile apportare delle modifiche che in qualche modo si adattino meglio al linguaggio cinematografico rispetto a quello letterario. Gran parte di questi cambiamenti sono relativi al ritmo, all’accorpamento di alcuni personaggi o situazioni. A differenza di tutto ciò, invece, la scelta della Francia rispetto alla Germania è stata legata solo ed esclusivamente a ragioni di produzione.

Paolo Licata
Paolo Licata
Picciridda di Paolo Licata

Il cast è quasi tutto al femminile, aspetto poco frequente nel cinema soprattutto italiano. Come hai scelto le tue attrici e come hai lavorato con loro per la costruzione del personaggio?

Il casting del film è stato molto lungo ed impegnativo. Lucia Sardo era legata al progetto già da tempo, ma abbiamo comunque lavorato molto sul suo personaggio per avvicinare l’interprete ad alcune idee che erano maturate nel tempo. La ricerca della bambina protagonista è stata portata avanti nell’arco di un paio d’anni, e si è estesa non solo nel tempo ma anche nello spazio, avendo provinato tante bambine in tutta la regione. Infine la scelta è caduta su Marta perché lei rispecchiava in toto la mia idea della Picciridda, ma abbiamo dovuto lavorare molto sul suo accento e sul suo dialetto.

In questo, la coach Simona Taormina ha fatto un grande lavoro. In generale nella scelta di tutto il cast, ho cercato di essere molto rigoroso e pignolo. Volevo attori che non si limitassero a far bene il proprio lavoro ma che interpretassero il ruolo fino a farci dimenticare che si tratta di un film. L’idea è sempre stata quella di andare in una direzione di un film verista (come da insegnamento del mio mentore Pasquale Scimeca di cui sono stato assistente) e non scendere a compromessi.

Nella scelta degli attori, in cui ho avuto un provvidenziale sostegno da parte del mio aiuto regia Maurizio Quagliana, ho sempre dato priorità assoluta al personaggio e non al volto noto. Tutti i miei attori, in prevalenza volti non da copertina, sono tutti grandi interpreti e hanno fatto in modo che lo spettatore vedesse in loro il personaggio e non l’attore. Solo così può a parer mio arrivare ancora più forte la storia. Almeno questo è stato il mio obiettivo, e spero sia riuscito.

Paolo Licata
Paolo Licata
Picciridda di Paolo Licata

Quanto è rimasto di quella Sicilia nel secondo millennio?

La mia Sicilia credo sia cambiata molto negli ultimi anni, ritengo in meglio. Non sono del tutto scomparse realtà come quella dipinta nel film, ritroviamo ancora molte di quelle situazioni in piccoli centri della Sicilia dell’entroterra. Ma in realtà, la Sicilia che si vede nel mio film, è solo uno scenario in cui si muovono personaggi e si verificano situazioni potenzialmente universali.

La storia di Picciridda non è strettamente legata al territorio. Potrebbe essere raccontata, con piccolissime variazioni, ubicandola dovunque nel mondo. I due temi principali che vengono trattati, quello dell’emigrazione passiva (cioè vista dalla prospettiva di chi resta) e quello della violenza sono temi estremamente attuali e non legati ad un territorio.

Paolo Licata
Paolo Licata
Picciridda di Paolo Licata

Come già avvenuto nella serie L’amica geniale di Saverio Costanzo, il film offre diversi registri linguistici che passano da un dialetto stretto a un italiano che rappresenta la lingua ponte con chi appartiene alla piccola borghesia o alla intellighencjia (un esempio è la professoressa). Perché hai voluto portare avanti questa scelta?

E’ stata una scelta legata inscindibilmente alla scelta del periodo e del luogo in cui ambientare il film. Dato il tempo e il luogo, sarebbe stato tematicamente e storicamente errato usare un registro linguistico diverso da quello che si sente nel film. Il mio obiettivo primario è sempre stato quello di conferire assoluta autenticità e realismo al film, quasi fosse un documentario.

Paolo Licata

So che forse è prematuro ma hai già un progetto nel cassetto per la tua opera seconda?

Ho due sceneggiature già pronte, anche antecedenti a Picciridda, ma non erano giuste per un’opera prima. potrebbero esserlo per un’opera seconda magari…

Paolo Licata

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