Proseguiamo la masterclass che l’attrice e regista Fanny Ardant ha tenuto al BIF&ST 2017. Dopo aver parlato della sua carriera, in questa seconda parte approfondisce il suo lavoro come attrice e racconta la sua esperienza sul set del film Paura e amore di Margarethe Von Trotta.
Paura e amore di Margarethe Von Trotta
Margarethe von Trotta: il film è tratto da Le tre sorelle di Cechov mentre il titolo Paura e amore è invece il titolo di una poesia. Quando l’ho girato era il mio primo film in Italia ed il produttore Angelo Rizzoli era al suo primo film dopo essere uscito dal carcere per la P2 ed era molto ambizioso di fare un film forte.
Io gli avevo detto che per i titoli dei miei film prendevo sempre i titoli delle poesie e per questo film l’ha trovata lui. Era una poesia tedesca il cui titolo tradotto era Paura e amore. A me è piaciuto perché in fondo l’amore è sempre collegato alla paura e viceversa. In un certo senso è così anche la mia vita che ho sempre avuto paura dell’amore.
Fellini diceva di non aver mai rivisto i suoi film e anch’io non rivedo i miei film perché vedo sempre al futuro. Una volta ho dovuto rivedere Rosa Luxemburg e quando ho visto i titoli di coda mi sono resa conto di quanta gente fosse morta e mi ha fatto talmente male che ora non ne voglio più sapere di rivedere i miei film
Il cinema italiano secondo Fanny Ardant e l’amore per Cechov
Fanny Ardant: non conosco tutto il cinema italiano perché prima i rapporti cinematografici tra Francia e Italia erano molto forti, tutti i film italiani arrivavano in Francia e viceversa ma ora non è più così. Quando vengo in Italia vedo film italiani e so che il cinema italiano è molto vivo. Ho lavorato con Mario Martone che viene spesso a Parigi perché fa regie di opere liriche. Ha sempre progetti ambiziosi e di grande qualità.
In Italia c’è sempre posto per i piccoli film underground e io penso sempre che il futuro del cinema è quello fatto con difficoltà e senza troppi aiuti. Poi ci sono quei film che hanno ambizioni artistiche come quelli di Paolo Sorrentino.
Cechov è un grande poeta, un visionario, un grande umanista, è difficile parlare di lui e trovare qualcuno simile a lui. Io ho grande ammirazione per Marguerite Duras che ha qualcosa in comune con Cechov: si interessa alla gente umile, agli amori persi, ha una predisposizione verso questo desiderio che succeda qualcosa. Cechov ha questa malinconia delle cose umili della vita di tutti i giorni così come Marguerite Duras.
Il mestiere dell’attore: le opinioni di Margarethe Von Trotta e Fanny Ardant
In questo video Margarethe Von Trotta e Fanny Ardant parlano degli attori: la prima afferma che sul set bisogna amare gli attori per farli lavorare bene, la seconda parla del mestiere di attore e di cosa questo comporti
Fanny Ardant: Passi tutta la vita a fare film poi finalmente ricevi dei premi e la tua carriera cambia, puoi scegliere un film ed escludere gli altri. Allora ripensi a tutti i film ma è difficile dire quello è il mio preferito
Il percorso per arrivare al personaggio e la nascita del nuovo cinema tedesco
In questo video Fanny Ardant parla del modo in cui costruisce i suoi personaggi mentre Margarethe Von Trotta, dopo aver risposto alla stessa domanda, parla della rinascita del cinema tedesco dopo la seconda guerra mondiale
Il femminismo
Margarethe Von Trotta: Non ho mai fatto i miei film per aiutare il femminismo, non l’ho mai fatto per una ragione ideologica, perché sono donna. Mi è venuto naturale, ho sentito dentro di me cosa volevo dire di questo mondo, sono donna e l’ho vissuto come donna. Forse ci sono registe donne che possono parlare con la voce di un uomo, io no, io vedo il mondo per quello che sento. Certo ho avuto tanti ostacoli in quanto donna, ho parlato di questo nei miei film e per questo sono stata definita femminista ma non è questo che ti fa andare avanti, devi prima capire cosa vivi e poi provare a raccontarlo.
Termina qui la seconda parte della masterclass dedicata a Fanny Ardant. Continua a leggere la terza ed ultima parte.
BIF&ST 2017 – le foto dei protagonisti
In queste gallerie una carrellata di foto dei protagonisti del festival